Nicola Zingaretti trionfa alle primarie Pd. "Ora nuove alleanze"

Il governatore del Lazio segretario con il 70% dei voti. "Ai gazebo 1,7 milioni"

Nicola Zingaretti (Ansa)

Nicola Zingaretti (Ansa)

Roma, 4 marzo 2019 -  Il nuovo capo del Pd si chiama Nicola Zingaretti. Ma guai a chiamarlo così. Puntualizza subito, a scanso di equivoci: "Non sarò un capo, ma il leader di una comunità – dice nel primo discorso in mezzo alla festa dei suoi a Roma –. Grazie all’Italia che non si piega e che vuole arginare un governo illiberale e pericoloso". Poi, l’esultanza dopo mesi di battaglie interne ed esterne: "Un risultato straordinario, più votanti delle ultime primarie. Viva la democrazia italiana!". Fa caldo a Roma, ‘Nicola’ legge dai fogli che ha preparato subito dopo la certezza del trionfo.

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Dedica la vittoria a Greta, la ragazza svedese che lotta contro i cambiamenti climatici, ai poveri e ai disoccupati. Promette un Pd inclusivo, "aperto a una nuova alleanza" di centrosinistra. "I delusi sono tornati e torneranno", assicura, "stavolta non possiamo deluderli". Riceve gli ‘in bocca al lupo’ degli avversari Martina e Giachetti. Anche di Renzi, cui dedica un passaggio affettuoso: "Sono contento del protagonismo di Renzi, che mi ha anche rubato il titolo ‘Un’altra strada’ con il suo libro", scherza. Poi, più serio: "Matteo mi ha scritto facendomi gli auguri e approfitto per ringraziarlo. Non ho mai creduto nella scissione, credo non sia nella testa di nessuno. Penso che questo risultato aiuti a rimanere uniti".

Uniti nella diversità, sembra essere una delle parole d’ordine: "Farò di tutto per essere all’altezza. Apriremo una nuova fase costituente per un nuovo Pd, che dovrà avere dei segnali chiave e che consideri tanti uomini e tanti ragazzi che vogliono essere accanto a questo progetto. Costruiremo nuovi forum, nuove strutture nel territorio, chiamando chi lavora e chi no, chi soffre e proporremo un nuovo Pd baricentro di una nuova fase di democrazia in Italia. Chiameremo imprenditori che hanno trovato le porte delle nostre sedi chiuse. Spalanchiamo tutto". E ancora: "Ho sentito sempre la stessa frase, da Bolzano a Catania: ‘Nicola torniamo ma non commettiamo errori, è l’ultima spiaggia’. Noi abbiamo smentito le previsioni più angoscianti di chi aveva scritto le orazioni funebri. Abbiamo segnato un passo per una rigenerazione democratica dell’Italia che dobbiamo ricostruire all’insegna dell’unità e del cambiamento".

L’elevato numero di elettori dà al nuovo segretario dem quella legittimazione sperata per affrontare i nodi da sciogliere subito: gli assetti interni al partito, a cominciare da una possibile segreteria unitaria, le liste per le Europee, l’atteggiamento da tenere in Parlamento sull’Autonomia. Il primo appuntamento è l’Assemblea nazionale del 17 marzo per eleggere la Direzione. Si dovrà anche indicare il nome del Tesoriere e quelli della Commissione di garanzia. Zingaretti ha annunciato di voler dar vita a una segreteria unitaria. Questa verrà indicata in Direzione e non all’Assemblea, ma per questa occasione dovrà essere annunciato l’eventuale accordo. Gira voce con insistenza che Gentiloni sarà il nuovo presidente del partito. Qualcuno sussurra che sarà anche il candidato premier in caso di elezioni anticipate.

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