Risultati primarie Pd 2019, Zingaretti è il nuovo segretario

Vittoria da subito netta: a urne chiuse da un'ora i complimenti di Martina e Giachetti. Il vincitore: "Viva la democrazia, grazie all'Italia che non si piega". Affluenza oltre 1,7 milioni

Nicola Zingaretti dopo la vittoria al comitato elettorale (Ansa)

Nicola Zingaretti dopo la vittoria al comitato elettorale (Ansa)

Roma, 3 marzo 2019 - Nicola Zingaretti è  il nuovo segretario del Pd. Il voto delle primarie incorona il governatore della Regione Lazio, che a scrutinio iniziato da poco aveva già abbondantemente superato il 50% stabilito dallo Statuto per l'elezione diretta. Una vittoria schiacciante, che porta con sé una forte legittimazione politica: tra il 65 e il 70% dei consensi. Lo spoglio va a rilento e si blocca poco dopo mezzanotte: per i dati veri si dovrà aspettare domani pomeriggio. Secondo i dati reali relativi al 10% dei votanti, diffusi nella notte dal Nazareno, Nicola Zingaretti si attesta al 63%, Maurizio Martina, al 24,5%, e Roberto Giachetti, al 12,5%. I due 'sconfitti'  hanno telefonato al neosegretario per congratularsi a meno di un'ora dalla chiusura delle urne.

L'affluenza è stata forse addirittura superiore a quella che nel 2017 confermò Matteo Renzi segretario del Pd. Allora votarono 1 milione e 838mila elettori, (e 1 milione e 257mila scelsero Renzi), oggi - secondo il comitato Zingaretti in attesa del conteggio ufficiale - quel numero è stato superato. Intorno a mezzanotte la precisazione di Gianni Dal Moro, presidente della commissione Congresso del Pd: "Su dati reali si può dire che è stato superato il dato del 1,7 mln di votanti". Quanto allo scrutinio, Dal Moro spiega: "I dati raccolti finora sono pari a circa il 10% dei voti, le operazioni riprenderanno domani mattina e per avere un quadro di almeno il 50% ci vorrà domani pomeriggio". E di conseguenza anche i risultati in diretta di YouTrend si fermano a prima di mezzanotte. Per questo circolano dati diversi: secondo il Comitato Giachetti-Ascani le percentuali avvicinano i due 'perdenti': "Zingaretti 66,5%, Martina 17% e Giachetti 16,5%".

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"Grazie all'Italia che non si piega"

ZINGARETTI - I delusi che "stanno tornando" o "ritorneranno", il Pd che deve essere unito, la vittoria dedicata a Greta Thumberg (la ragazza svedese che lotta per la salvezza del pianeta), la convinzione di non essere un "capo" ma il "leader di una comunità": sono solo alcuni dei punti toccati da Nicola Zingaretti nel lunghissimo discorso della vittoria. In cui ringrazia "l'Italia che non si piega e che vuole arginare un governo illiberale e pericoloso".

'Zinga' Sale sul palco sulle note di Learnig to fly, mentre i suoi sostenitori - imbarazzandolo - intonano il coro 'un segretario, c'è solo un segretario', poi tira un sospiro e inizia il suo primo discorso da leader dem. Ringrazia subito i suoi sfidanti, i volontari e - soprattutto - chi ha fatto la coda ai gazebo per tutto il giorno. "È un risultato straordinario - commenta - Abbiamo vinto ancora un'altra volta. Grazie all'Italia che non si piega e non si vuole arrendere a un governo pericoloso".

"Non sono un capo ma il leader di una comunità"

Il neosegretario ha già chiaro in mente chi è il nemico, adesso. E non è dentro il Pd, ma ha tinte gialloverdi. La vittoria di oggi, dice, è solo "l'inizio" di un "percorso difficile" perché la destra è "rocciosa", "ha conquistato il potere e non lo cederà tanto facilmente". Da qui, ammette, viene il peso di una "grande responsabilità", che però Zingaretti non vuole affrontare da solo: "Non mi intendo capo, ma leader di una comunità", mette subito in chiaro.  Le sue parole d'ordine sono, le scandisce due volte per una, "unità e cambiamento".  La cesura con il passato, nel suo discorso, vuole essere netta: "Basta con le alchimie della politica, con le brame di potere, con i gioco delle figurine del 'siamo con Tizio, Caio o Sempronio'. L'agenda del nuovo Pd sarà fatta di parole nuove". Per farlo lancia una "nuova fase costituente per il Pd" e 'chiama' gli italiani: "Spalanchiamo le porte! Venite, entrate nel nostro partiti, controllateci - è il suo appello - così sarà più facile non sbagliare di nuovo". Lui, assicura, ascolterà tutti e deciderà, avendo però, come "faro", alcune di quelle che definisce "le stagioni più belle della nostra storia: l'Ulivo di Prodi, la nascita del Pd, l'impegno di tutti i nostri governi che ci hanno salvati dalla bancarotta".

Ha un pensiero anche "per i delusi", per coloro che "non hanno votato alle Politiche e che oggi credo erano in fila ai gazebo, penso a quelli che si sono allontanati, che ci hanno criticato, frainteso, che non avendo più fiducia in noi hanno votato per altre forze politiche. Ho visto in questo risultato un primo grande segnale: molti sono tornati e stanno tornando in un nuovo Pd e un nuovo centrosinistra", assicura.   Nel futuro, però, Zingaretti non vede divorzi. Renzi? "Mi ha scritto per farmi gli auguri e lo ringrazio. Rischio scissione scongiurato? Non ci ho mai creduto", si limita a dire. Con lui, al comitato ci sono tanti giovani e volti noti. Quando ormai il risultato è consolidato, arrivano Dario Franceschini (con lui il primo abbraccio), Gianni Cuperlo, Piero Fassino, Marina Sereni, Francesco Boccia, Cesare Damiano ("Caspita sono tornato in maggioranza - dice - non ci sono abituato"). 

LE REAZIONI - Un "in bocca al lupo" e l'auspicio di "basta col fuoco amico" arriva invece dall'ex segretario ed ex premier Matteo Renzi, mentre Paolo Gentiloni (tra gli sponsor del governatore del Lazio) si dice certo che "Zingaretti può ridare slancio al Pd e all'opposizione".

 "Buon lavoro al nuovo segretario del Pd, Nicola Zingaretti anche se il dato di oggi è il minimo storico di partecipazione. Negli ultimi 10 anni la partecipazione al voto alle primarie del Pd si è quasi dimezzata", ha invece commentato il ministro degli Interni Matteo Salvini. "Salvini ha creato un modello fondato sull'odio e sta tradendo il Nord produttivo", risponde a distanza il neo segretario Zingaretti: "Je rode, come si dice a Roma, quando fa queste battute sono tranquillo". E aggiunge: "Salvini ha creato un modello fondato sull'odio e sta tradendo il Nord produttivo".

Auguri di "buon lavoro" sono invece giunti via Twitter dal presidente della Camera, Roberto Fico. Per Sergio Chiamparino "è stato un ottimo risultato di partecipazione, una scelta netta che consente una gestione del partito forte ed unitaria" E anche "un segnale che c'è voglia di riscossa nel popolo democratico".

IL VOTO ALL'ESTERO - Interessante curiosare nel voto degli elettori Pd all'estero. In Brasile - si apprende da fonti dem - il voto assegna a Maurizio Martina il 50,5% dei consensi, a Nicola Zingaretti il 46,9% e a Roberto Giachetti il 2,6%. In Australia invece Nicola Zingaretti ha ottenuto 156 voti (64,4%), contro gli 86 di Maurizio Martina (35,5%). In Belgio invece sarebbe in vantaggio Martina (226 preferenze), seguito da  Zingaretti con 166 voti e Roberto Giachetti con 10 consensi. 

AI GAZEBO - "Non è un voto contro il governo, è un voto per il cambiamento", ha sentenziato Romano Prodi dopo il voto a Bologna. "Non si deve mai votare contro, si deve votare pro - ha spiegato l'ex premier -. Ma attenzione che se si continua così, il Paese va proprio in serie C o D, questa è la situazione che abbiamo". Tra i primi ad aver espresso la sua preferenza l'ex segretario Walter Veltroni, mentre l'ex ministro Carlo Calenda si è astenuto limitandosi a fare lo scrutatore a piazza del Popolo a Roma. E nella capitale non sono mancati anche vip, come Gigi Proietti, Paolo Virzì, Roberto Benigni, Nanni Moretti, Renzo Arbore e Stefania Sandrelli. Mentre il cantautore Francesco Guccini si è presentato in un circolo degli Appennini, al confine tra Toscana ed Emilia Romagna. Tra i votanti anche nonna Teresa, una signora di 104 che si è presentata di buon mattino al seggio di Carcare (Savona).