Governo, un premier mediatore

Il pallino è in mano ai partiti Governo, Di Maio: "Conte premier". Salvini: "La Ue non si preoccupi" SCHEDA / Chi è Giuseppe Conte, il prof in pole per Palazzo Chigi Conte, Di Maio, Salvini e la possibile lista dei ministri

 Giuseppe Conte con Luigi Di Maio (Ansa)

Giuseppe Conte con Luigi Di Maio (Ansa)

Roma, 21 maggio 2018 - Inutile girarci attorno, l’ascesa di un professore di diritto a palazzo Chigi (Giuseppe Conte) tanto stimato quanto esordiente nel palcoscenico della grande politica è un qualcosa che finora nella storia repubblicana non si era mai vista. Ovviamente tutti ci aguriamo per l’Italia che non si riveli un azzardo, ma l’ipotesi di un presidente del consiglio ignaro dei riti, delle difficoltà e delle tortuosità del governo o anche solo delle aule parlamentari è una strada che la politica non aveva mai tentato. 

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Si invocava il governo del cambiamento, e cambiamento è stato. Finora c’erano stati presidenti del consiglio entrati a palazzo Chigi senza aver mai fatto prima politica ma che però erano passati per le urne (Berlusconi nel ’94), oppure presidenti tecnici non eletti che però avevano avuto esperienze di alto livello o nel governo o nell’amministrazione pubblica (Ciampi, Dini, Monti). Uno che fosse nello stesso tempo alla prima esperienza e non-eletto è un unicum che solo tra qualche mese saremo in grado di giudicare.

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La scelta di Conte, se andrà in porto, parte da un’esigenza di individuare una figura che non sia espressione diretta di Lega e Cinquestelle, e nello stesso tempo di dare un segnale di svolta. Ma solo dalla politica recente, quella che figlia del maggioritario prevede leadership forti. Nell’era del proporzionale, come è  l’attuale, la forza è invece dei partiti, che la usano più che altro per contribilanciarsi. Ovvio quindi che si tenda ad annullare figure troppo marcate. Il pallino è in sostanza tornato in mano ai partiti, come era nella prima repubblica, e il capo del governo è più che altro un mediatore di esigenze contrapposte. Niente che di per sé sia negativo, in passato ce ne sono stati e a volte anche non male, il problema è capire se un qualcuno che non ha mai ricoperto incarichi pubblici possa avere lo spessore per mediare tra politici di professione, con milioni di voti sulle spalle da far pesare al momento opportuno.

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