Caldo, allarme ghiacciai: cosa significa il colore grigio. Le 10 domande all'esperto

Il segretario generale della Fondazione Montagna sicura Fosson: vi spiego i segni di pericolo

Il ghiacciaio Garstelet sul Monte Rosa nel 2021 e quest'anno (Fondazione Montagna sicura)

Il ghiacciaio Garstelet sul Monte Rosa nel 2021 e quest'anno (Fondazione Montagna sicura)

Roma, 23 giugno 2022 - Caldo africano e siccità. L’uomo dei ghiacciai non ha dubbi. L'allarme provocato dai cambiamenti climatici "è una realtà quotidiana da 20 anni", ci mette la firma Jean Pierre Fosson, segretario generale della Fondazione montagna sicura. Dalla sua Valle d'Aosta premette: "Qui abbiamo 184 ghiacciai, un terzo di quelli italiani. Rappresentano il 3,5% del nostro territorio, una percentuale ancora altissima. E una riserva idrica strategica".

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Che cosa state facendo?

"Con gli altri enti che si occupano di ghiacciai abbiamo creato il portale 'Sotto zero'. Tutti parlano la stessa lingua. Per evitare cose viste durante il Covid, quando ognuno diventava virologo. Con noi l'Arpa, la società meteorologica italiana Luca Mercalli, il centro funzionale regionale. Un documento inequivocabile con 14 indicatori annuali per capire lo stato di salute dei ghiacciai. I dati del 2022 saranno pronti a gennaio 2023".

Che cosa sta succedendo?

"L’allarme è quotidiano - ribadisce Fosson -. Quest’anno fa molto più caldo rispetto agli anni passati, a giugno è come fosse agosto".

Allarme come per il Po?

"Chiaramente l’allarme quest’anno è importante ma per un motivo soprattutto, perché quest'inverno ha nevicato pochissimo. Invece le riserve di neve sono indispensabili, il ghiacciaio è alimentato dalla neve, quella è la fabbrica del ghiaccio. Avendo avuto scarsissime precipitazioni, assieme a temperature molto alte, quest’anno la situazione si può definire discretamente preoccupante". 

Quando è iniziata la fase critica?

"Purtroppo non c'è nulla di nuovo - risponde il segretario generale della Fondazione -. C'è un trend chiaro che ha avuto la sua apoteosi nel 2003".

Cosa è successo nel 2003?

"Bastava alzare gli occhi per capirlo. I ghiacciai erano grigi. Quello è il segno del pericolo. Il segno che la neve si è esaurita. Quel colore si vede a fibne agosto. Quest'anno rischia di eguagliare quello scenario. Anche se i conti si fanno a settembre. Potrebbe sempre esserci un'incognita luglio-agosto. Ma sinceramente non credo possa capitare granché".

Che cosa danneggia un ghiacciaio?

"Il ghiacciaio - è la risposta di Fosson - non patisce i picchi di calore ma il permanere del calore per lungo tempo. In questi giorni non abbiamo neanche la condizione di rigelo alle quote più basse. Questo è il problema più grave".

Come si presenta un ghiacciaio in salute?

"Nelle condizioni che si dovrebbero vedere a giugno, bello bianco, con tutta la neve sopra".

Adesso come vede i ghiacciai?

"Male! Ancora bianchi ma già tendono al grigio".

Possiamo vivere senza ghiacciai?

"Possiamo anche vivere senza pastasciutta... Certamente senza ghiacciai saremmo più poveri".

Che cosa rappresentano i ghiacciai?

"Per la Valle d'Aosta tante cose. Fanno parte del nostro paesaggio, sono anche la palestra degli alpinisti. Un elemento mai statico ma vivo, dinamico".