"A Sanremo si parli di foibe". Anche il ministro Sangiuliano in pressing

Il ministro della Cultura rilancia la proposta di Fratelli d'Italia. Simone Cristicchi: "Al festival ha trovato spazio un comico squallido, si possono trovare 20 secondi anche per questo tema"

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (Ansa)

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (Ansa)

Sanremo, 9 febbraio 2023 - "Sanremo parli delle Foibe". Pressing politico perché il festival dedichi spazio al Giorno del Ricordo, che si celebra domani, 10 febbraio, e che commemora gli eccidi degli italiani in Venezia Giulia e Dalmazia perpetrati dai partigiani jugoslavi dopo la fine della seconda guerra mondiale. 

A lanciare la proposta è Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia: "Il Festival di Sanremo ha domani l'occasione di rendere omaggio a quegli italiani che, per tanti anni, hanno vissuto il dramma di essere esuli in patria", dice il deputato che invita a ricordare la ricorrenza "istituita per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo Dopoguerra". L'aggancio per parlare di foibe a Sanremo potrebbe essere la figura di Sergio Endrigo, suggerisce, "protagonista per anni sul palco dell'Ariston". Endrigo "visse di persona questa tragedia e ci ha raccontato il dramma di lasciare la propria terra nel celebre brano '1947'. Sarebbe davvero bello farlo riascoltare domani a tutti gli italiani in prima serata, a ottanta anni dall'inizio della pulizia etnica da parte dei partigiani di Tito". 

La proposta è portata avanti trasversalmente da tutto il partito della premier. "E' auspicabile che questa sera anche al Festival di Sanremo si accendano i riflettori sul dramma degli infoibati dall'odio comunista - dichiara il deputato di Fratelli d'Italia Mauro Malaguti -.  Se non accadrà vorrà dire che tutti gli appelli alla libertà di pensiero saranno i soliti pistolotti del 'politicamente corretto' profusi per alzare l'audience e compiacere gli ultimi eredi del '68". Il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Massimo Ruspandini ha parlato di "gesto dovuto" da parte del festival. D'accordo anche  i senatori Lavinia Mennuni, Roberto Menia e Andrea De Priamo che sollecitano una parentesi sanremese sui massacri delle foibe, poco conosciuti dai giovani.  "Sarebbe anche un modo per ricordare i grandi artisti giuliani-dalmati, attori e cantanti, come Laura Antonelli, Gianni Garko, Wilma Goich, Alida Valli, Sergio Endrigo, anche loro esuli che scelsero per amore dell'Italia di rimanere liberi ed italiani". 

Il pressing cresce di peso quando a intervenire è il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: "Sono rispettosissimo dell'autonomia dell'arte e del lavoro culturale degli artisti - dice il ministro, che si dice politicamente indipendente ma che viene dall'esperienza nel Movimento Sociale Italiano -. Ma da cittadino, prima che da ministro, credo sarebbe un gesto importante che il Festival Sanremo dedicasse un momento, domani sera, proprio al Giorno del Ricordo". 

Non solo politica, anche il cantautore Simone Cristicchi fa propria la causa. "E' una questione delicata", ammette. E la decisione "spetta a chi dirige Sanremo". Ma "sarebbe utile parlarne". Cristicchi, che è ancora in scena con il suo spettacolo proprio su quei fatti, parla dalla presentazione del libro "10 febbraio, dalle foibe all'esodo", di Roberto Menia. "A volte sembra di fare l'elemosina quando si chiede di parlare di un tema come questo. A Sanremo si dà spazio a persone così squallide in questi giorni, addirittura un quarto d'ora" per interventi "così maleducati e privi di stile", dice senza fare nomi ma citando un "comico" (leggi Angelo Duro), che, prosegue "non credo sia un problema per una sera dedicare 20 secondi a parlare di questo".