Putin porta avanti la minaccia nucleare: forze missilistiche e flotte navali in allerta

Il generale Shoigu, ministro della difesa, ha comunicato al presidente russo: "In conformità con il suo ordine sono passate all'allerta di combattimento rafforzata". Washington preoccupata. "Al momento non c'è meccanismo di de-escalation"

Roma, 28 febbraio 2022 - Putin porta avanti la minaccia nucleare: oggi, come da lui richiesto, le forze missilistiche e le flotte del Nord del Pacifico sono entrate in stato di allerta. Il ministro della Difesa Serghei Shoigu ha comunicato la presidente russo che "Le squadre russe di allerta dei posti di comando della Forza missilistica strategica e le flotte del Nord e del Pacifico sono passate all'allerta di combattimento rafforzata", rende noto la Tass. Washington preoccupata. "Al momento non c'è nessun meccanismo di de-escalation in atto con la Russia"

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Sommario

Stato di Allerta nucleare

Il generale Shoigu ha riferito a Vladimir Putin che, "in conformità con il suo ordine", "i turni di servizio dei posti di controllo delle forze missilistiche strategiche, delle flotte del nord e del Pacifico e del comando dell'aviazione a lungo raggio" sono entrate nella modalità di allerta svolgendo i propri compiti "con personale rinforzato". 

Cremlino: risposta a minacce britanniche

La scelta del presidente russo di mettere in allerta il deterrente nucleare della Russia è una risposta alle minacce della ministra degli Esteri britannica, Liz Truss, che aveva parlato di un sostengo all'Ucraina con "volontari" britannici. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: "Vi sono state dichiarazioni inaccettabili fatte da diversi esponenti occidentali su possibili scontri fra Nato e Russia". "Dichiarazioni i cui autori non intendo svelare, sebbene si tratti del ministro degli Esteri britannico".

Cosa sono le forze di deterrenza strategiche

E' il potenziale bellico nucleare su cui la Russia conta per esercitare deterrenza a una aggressione, o per respingere un'invasione. Un sistema difensivo basato su diversi tipi di armi, fra cui quelle nucleari. Nelle Forze di deterrenza troviamo le Forze strategiche difensive e offensive.  Le Forze strategiche offensive comprendono le Forze nucleari strategiche (Icbm, bombardieri e missili di precisione a lunga gittata) e altre Forze missilistiche strategiche. In questo sistema sono inclusi sistemi nucleari e non, come bombardieri, sottomarini, unità navali armate con missili da crociera e i missili ipersonici, come Kinzhal (balistico) e Zirkon (da crociera).  Le Forze strategiche difensive invece poggiano su sistemi pronti al combattimento in terra e in cielo, su strumenti delle forze di difesa aerospaziale, su sistemi di allerta per attacchi missilistici, sistemi di difesa missilistica, anti spazio e aerea. Non a caso il 19 febbraio, prima dell'inizio dell'invasione, Putin aveva seguito dal Centro di controllo del Cremlino una esercitazione delle Forze di deterrenza strategica a cui hanno partecipato anche le Flotte del Mar Nero e del Nord.   

Nel Mar Nero 

Intanto nella guerra contro l'Ucraina la flotta russa del Mar Nero ha rivendicato la distruzione di 6 navi da guerra ucraine, affondate al largo dell'isola dei Serpenti. L'isola era stata conquisstata in precedenza dalle truppe di Mosca. 

Usa: ora non c'è una de-escalation nucleare

La tensione per le minacce di Putin ha messo in allerta, ma meno del previsto, Washington. "Al momento non c'è nessun meccanismo di de-escalation in atto con la Russia", ha spiegato il portavoce del Pentagono, John Kirby, in un briefing. Ma per gli esperti Joe Biden starebbe già applicando un approccio da 'de-escalation', cioè non alzando il livello di allerta delle forze armate Usa. Il famoso Defcon si basa su una scala da 1 a 5, nel caso della situazione attuale avrebbe dovuto raggiungere il livello 3, solo durante la crisi dei missili di Cuba e all'inizio della prima guerra del Golfo si toccò livello 2. Oggi lo storico 'telefono rosso' tra lo Studio Ovale e il Cremlino non esiste più, ma Washington vorrebbe ripristinare un collegamento diretto a livello di capi di stato maggiore, almeno per evitare errori di calcolo che rischiassero di innescare l'impensabile.