Alessia Piperno, Iran: "Stranieri rispettino leggi". Il papà: non partecipava a proteste

Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran. "Alcuni arrestati sono stati rilasciati dopo aver dimostrato la loro non ingerenza, per altri sono in corso provvedimenti legali e indagini"

Manifestazione a sostegno delle donne dell'Iran e per la liberazione di Alessia Piperno

Manifestazione a sostegno delle donne dell'Iran e per la liberazione di Alessia Piperno

Roma, 10 ottobre 2022 -  I cittadini stranieri che si recano in Iran per turismo o per affari devono rispettare le leggi del Paese. È quanto affermato dal portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanaani, facendo riferimento al recente arresto di alcuni stranieri, tra cui l'italiana Alessia Piperno. "L'Iran è un Paese sicuro per i viaggi di turismo e di lavoro di tutti i cittadini stranieri e nessuno verrà distrubato, ma in circostanza speciali ci si aspetta che i viaggiatori che entrano nella Repubblica islamica seguano le regole e le rispettino", ha detto.

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"Alcuni (cittadini stranieri, ndr) sono stati rilasciati dopo aver dimostrato la loro non ingerenza, per gli altri sono in corso provvedimenti legali e indagini. È naturale che i cittadini stranieri che viaggiano nella Repubblica islamica, per qualsiasi motivo, nella situazione attuale aderiscano alle regole e non entrino in questioni che sostanzialmente non rientrano nel normale ambito di viaggio dello straniero", ha ribadito Kanaani. 

La risposta del papà della Piperno

"Non mi risulta che Alessia stesse partecipando alle manifestazioni", ha detto dal canto suo Alberto Piperno, papà della ragazza, interpellato dall'Ansa. "Sulla situazione di Alessia purtroppo non ci sono novità - ha aggiunto -. In questo momento ovviamente preferiamo il silenzio".

Proteste, morti e minacce

Secondo l'ong Iran Human Rights (IHR, con sede a Oslo), la reazione violenta di polizia e le forze di sicurezza ha causato la morte di almeno 95 persone. Anche secondo un ultimo rapporto iraniano, le vittime sarebbero decine, tra cui 18 membri delle forze di sicurezza. Persino la famiglia di Masha Amini è stata minacciata dal governo iraniano affinché non prenda parte alle dimostrazioni e per questo non parla con organizzazioni per i diritti umani o mezzi di comunicazione al di fuori dell'Iran, ha raccontato il cugino della ragazza, Erfan Mortezai, alla Bbc.