Florida, strage a scuola. Trump tace sulle armi

Ad aprire il fuoco un ex studente armato fino ai denti. Le vittime sono un insegnante e 16 ragazzi. Trump: "Renderemo le scuole più sicure". Ma tace sulla questione dell'accesso alle armi

Strage in una scuola in Florida (Ansa)

Strage in una scuola in Florida (Ansa)

Miami, 15 febbraio 2018 - L'America torna a contare le vittime della follia omicida in una scuola. Alla fine dell'ennesima strage tra i banchi negli Stati Uniti, si contano almeno 17 morti, un insegnante e 16 studenti. Quindici persone sono ancora in ospedale. La sparatoria del giorno di San Valentino ha sconvolto una scuola superiore a Parkland, un quartiere ricco di Fort Lauderdale, a un'ora di auto da Miami, in Florida.  

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Il killer è un ex studente, espulso l'anno scorso dall'istituto scolastico per cattiva condotta. Nikolas Cruz, così si chiama il 18enne, ha sparato di classe in classe, indisturbato per 60 minuti, gli agenti delle forze speciali lo hanno arrestato a circa cinque chilometri di distanza dal luogo della strage. 

Il movente, se un movente esiste, resta ancora un mistero, ma stando alla ricostruzione dell'Fbi Nikolas si era preparato bene per compiere il massacro, e non si era mosso in segreto: dai social media sono emersi materiali definiti dalle autorità "molto, molto sconvolgenti": immagini di un uomo con un fucile come quello usato da lui per uccidere, di varie pistole su un letto, di una rana che pare sia stata uccisa. Non sarebbe invece confermata la notizia secondo cui Nikolas era membro di un gruppo suprematista bianco, la 'Repubblic of Florida', che punta a fare dello Stato una realtà abitata esclusivamente da bianchi. 

Mancavano pochi minuti alla fine delle lezioni ma invece della campanella ha iniziato a risuonate il crepitio dell' AR-15 . Armato fino ai denti, con tanti caricatori da sparare, granate fumogene e con il volto coperto da una maschera antigas, Cruz è entrato in azione.

Le prime tre vittime le ha fatte al di fuori della Marjory Stoneman Douglas High School, scuola con circa 3.000 iscritti. Dopo è penetrato nell'edificio scolastico e ha fatto scattare l'allarme antincendio, gettando scompiglio tra gli studenti che in giornata avevano già fatto un'esercitazione. Una terribile trappola: mentre attraversava quei corridoi che conosceva bene, Cruz ha sparato contro chi stavano cercando rifugio. 

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TRUMP: PIU' SICUREZZA NELLE SCUOLA. MA TACE SU ARMI - Il presidente Donald Trump in un discorso alla nazione ha detto che "bisogna lavorare insieme per cambiare la cultura americana per abbracciare la vita, costruire rapporti", ma non ha toccato la questione dell'accesso facile alle armi. Se Barack Obama ha tentato, senza riuscirvi, di ridimensionare la vendita nel Paese, Trump (che ai vertici della National Rifle Association ha detto:  "Avete un amico alla Casa Bianca") nell'ultimo bilancio ha tagliato milioni di dollari destinati al sistema di controllo delle armi da fuoco. I dati sono inquetanti: dal 2000 ci sono stati oltre 40 episodi chiamati "active shooter", come quello che si è verificato a Parkland. Il macabro appartiene alla sparatoria nella scuola elementare di Sandy Hook a Newtown, in Connecticut, nel 2012: allora a morire furono 20 studenti e sei adulti. 

Annunciando una visita a Parkland, Trump ha promesso che "rendere le scuole più sicure sarà una delle nostre priorità" ma circa un anno fa, proprio il tycoon ha eliminato una norma voluta da Barack Obama che rendeva più difficile l'acquisto di armi alle persone con disturbi mentali. "Non siamo impotenti", scrive in un tweet l'ex presidente, rilanciando l'assoluta necessità di "leggi di buon senso che la maggior parte degli americani vogliono". 

 

Tornando alla strage in Florida, un professore ha riferito al New York Times di avere appreso dagli studenti che il killer era ossessionato da una ragazza nella scuola al punto da farle stalking. Per altri invece era un "ragazzo con problemi" che amava mettere in mostra le sue armi, anche a scuola. Sembra che tra gli studenti circolasse una battuta tipo 'se qualcuno apre il fuoco, non può che essere Cruz'. Nikolas Cruz appare in vari post su Instagram con delle armi in mano tra cui varie pistole e coltelli. Il ragazzo descrive l'atto dello sparare come "una terapia". "Qualunque cosa postava era sulle armi. È malato", ha raccontato un suo ex compagno di classe.