Elnaz Rekabi scomparsa, scoppia il caso. "In carcere in Iran, fratello in ostaggio"

Il caso dell'atleta iraniana dell'arrampicata che aveva gareggiato senza velo in Corea del Sud. Sui social appare un messaggio di scuse: "Hijab mi è caduto"

Roma, 18 ottobre 2022 - Giallo sulla sorte di Elnaz Rekabi, l'atleta iraniana finita sotto i riflettori per aver partecipato ai Campionati asiatici di arrampicata in Corea del Sud gareggiando senza velo, sprovvista di hijab. A quanto si apprende la Rekabi sarà trasferita nel famigerato carcere Elvin di Teheran, stessa prigione dove è rinchiusa Alessia Piperno. A dare la notizia è IranWire, sito di giornalisti dissidenti iraniani. Secondo la pagina web, Reza Zarei, il capo della Federazione di arrampicata iraniana, ha ingannato la 33enne atleta conducendola dall'albergo di Seul all'ambasciata iraniana dopo aver ricevuto ordini dal presidente del Comitato olimpico iraniano Mohammad Khosravivafa. Khosravivafa, che ha agito su input del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane.  Parenti e amici riferiscono di non avere più notizie di lei da ore, Elnaz è praticamente scomparsa.  Ma in mattinata spunta una stories sul suo profilo Instagram, lo stesso su cui aveva pubblicato le foto senza velo. L'atleta si scusa "per le preoccupazioni che ha causato". E spiega che lo hijab le è "caduto inavvertitamente".  Il profilo è certamente il suo, ma non sono chiare le circostanze in cui la 33enne abbia scritto quelle frasi.

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Davide Battistella, presidente Fasi, la Federazione arrampicata sportiva italiana, aggiunge dettagli alla vicenda: "Dalle notizie che ho, le autorità iraniane avrebbero preso in ostaggio il fratello e quindi Elnaz è stata costretta a rientrare nel suo Paese - prosegue Battistella -. Immagino che lei dopo quanto fatto non sarebbe mai rientrata di sua spontanea volontà. La situazione è molto delicata, penso che si possano ottenere risultati concreti cercando di fare la maggior pressione mediatica possibile, non spegnere le luci su questo caso". Nelle scorse ore è stata diffusa dal sito di notizie semi-ufficiale iraniano Tasnim una breve intervista proprio al fratello di Elnaz in cui Davoud Rekabi spiega come la sorella indossasse una fascia e non avesse intenzione di sfuggire alle regole dello hijab.

Elnaz Rekabi
Elnaz Rekabi

La scomparsa

Nella notte si diffonde  la notizia della scomparsa di Elnaz Rekabi. La Bbc persiana citava fonti a lei vicine che sostenevano di non riuscire a contattarla da ieri sera. Secondo le stesse fonti, all'atleta iraniana sarebbero stati sottratti passaporto e cellulare e neanche la sua famiglia ha più avuto sue notizie. La BBC ha contattato il Garden Seul Hotel, dove alloggiava il team iraniano, che ha lasciato l'hotel ieri mattina diretto in Iran, anche se era previsto che la squadra rientrasse nel Paese domani. Il commentatore dell'emittente britannica esprimeva "preoccupazioni" sulla sorte della Rekabi. Un sito vicino alla protesta iraniana affermava poi come la strategia di Teheran fosse quella di far rientrare un giorno prima l'atleta e la squadra per evitare proteste all'aeroporto internazionale Imam Khomeini. L'ambasciata iraniana a Seoul in un tweet ha quindi dichiarato che Rekabi "è partita da Seoul per l'Iran, la mattina presto del 18 ottobre 2022, insieme agli altri membri del team". Nessun riferimento a eventuali trasferimenti in carcere. 

La storia

Elnaz Rekabi aveva gareggiato domenica 16 ottobre senza indossare il velo islamico (hijab) e le sue immagini a capo scoperto mentre si inerpicava su una parete avevano fatto il giro del mondo sui social network. Rekabi è la prima atleta iraniana ad aver compiuto un gesto simile, in solidarietà con le diffuse proteste che hanno scosso l'Iran nelle ultime settimane dopo la morte il 16 settembre scorso di Mahsa Amini, una ragazza di 22 anni che ha perso la vita in circostanze sospette dopo l'arresto a opera delle brigate della moralità religiosa (Ershad) della polizia iraniana per non aver indossato il velo secondo la legge.