Iran, studentessa pestata a morte da forze di sicurezza perché non cantava inno Khamenei

Asra Panahi aveva 16 anni è stata aggredita insieme ad alcune compagne di classe nella scuola superiore Shahed nella città di Ardabil

Nel riquadro Asra Panahi, la studentessa iraniana uccisa

Nel riquadro Asra Panahi, la studentessa iraniana uccisa

Ardabil (Iran), 18 ottobre 2022 - Asra Panahi, questo il nome della studentessa iraniana morta dopo aver subito un pestaggio da parte dei guardiani della rivoluzione. Asra, insieme ad altre compagne di classe della scuola superiore femminile Shahed di Ardabil, nel nord ovest del Paese, si era rifiutata di cantare un inno che celebra la figura di Ali Khamenei, la guida suprema dell'Iran. La notizia del pesteggio mortale di Asra, avvenuto lo scorso 13 ottobre, è emersa grazie alla denuncia diffusa su Telegram dal Consiglio di coordinamento del sindacato insegnanti iraniano che ha raccontato come la studentessa, dopo essere stata aggredita dal gruppo di uomini appartenente alle forze di sicurezza, sarebbe stata portata in un ospedale della città, dove è stata constatata la sua morte. Le autorità iraniane hanno negato ogni responsabilità e successivamente un uomo, identificato come lo zio della 16enne, è apparso sulla tv di Stato affermando che la nipote sarebbe morta per una patologia cardiaca congenita.

La notizia della morte di Asra Panahi è divenuta pubblica oggi così come quella dell'arresto dell'atleta iraniana Elnaz Rekabi che domenica aveva gareggiato senza il velo ai Campionati asiatici di arrampicata in Corea del Sud. Una scelta in segno di solidarietà con le proteste che da un mese vanno avanti in Iran dopo la morte della giovane curda Mahsa Amini, deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia a Teheran con l'accusa di indossare male il velo. Elnaz Rekabi sarà trasfertia nel carcere di Evin, a Teheran, dove è rinchiusa l'italiana Alessia Piperno e dove venerdì scorso è scoppiato un incendio e si sono verificati scontri con un bilancio di 8 morti.

Ieri nella provincia di Gilan, nel nord ovest dell'Iran, 880 persone sono state arrestate dopo avere preso parte alle proteste. I detenuti "erano coinvolti in aggressioni a cittadini e attacchi a proprietà privata", ha dichiarato il vice capo della polizia Hossein Hassanpour, come riporta Irna, facendo sapere che molti di loro sono già stati sottoposti all'attenzione della Magistratura. Mentre altri, che non avevano precedenti penali, sono stati rilasciati in seguito a inchieste. Durante le operazioni delle forze dell'ordine, sono state sequestrate bombe molotov mentre sono stati identificati componenti di un gruppo che pianificava sabotaggi, ha fatto sapere il funzionario.