Covid: anche Francia e Spagna impongono test negativo a chi viene dalla Cina

Anche altri Paesi europei hanno deciso di adottare la linea dell'Italia. La Gran Bretagna si appresta a fare lo stesso

Roma, 30 dicembre 2022 - Non solo l'Italia. Anche altri Paesi europei hanno deciso di tornare a imporre il test Covid ai viaggiatori provenienti dalla Cina come contromisura all'esplosione di casi nel Paese asiatico. Per primo la Spagna, che ha deciso di rafforzare i controlli negli aeroporti e chiederà ai passeggeri in arrivo dalla Cina un test negativo al Covid-19 o un certificato di vaccinazione completo. La ministra della Salute, Carolina Darias, non ha reso noto quando scatterà il provvedimento ma ha spiegato la scelta con la mancanza di informazioni da parte dello Stato cinese e il timore che si sviluppino nuove varianti del virus, capaci di sfuggire ai vaccini.

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Dopo Madrid, è stato il turno della Francia che ha reso obbligatorio un tampone per rilevare il Covid negativo alla partenza del volo. Dunque i viaggiatori dovranno presentare all'imbarco un test negativo fatto nelle precedenti 48 ore. Dal primo gennaio, inoltre, il governo di Parigi ha annunciato che verranno realizzati altri test all'arrivo, anche se in modo casuale. I tamponi positivi saranno oggetto di sequenziamento al fine di rilevare possibili nuove varianti del virus.  I viaggiatori "si saranno impegnati" già alla partenza all'autoisolamento in caso risultino positivi all'arrivo. Infine, sarà obbligatorio indossare la mascherina a bordo dei voli in partenza dalla Cina verso la Francia.

Secondo quanto scrivono la Bbc e Sky News, anche la Gran Bretagna si appresta ad adottare la stessa decisione. Dunque i viaggiatori provenienti dalla Repubblica Popolare dovrebbero presentare alla loro partenza un test per il Covid negativo al loro arrivo nel Regno Unito. Già ieri il ministro alla Difesa, Ben Wallace, aveva confermato che la misura era allo studio.

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Un passeggero mostra il suo test Covid al suo arrivo a Fiumicino (Ansa)
Un passeggero mostra il suo test Covid al suo arrivo a Fiumicino (Ansa)

Gli altri Paesi dove è obbligatorio il test negativo dalla Cina

Giapone - Oggi è scattato l'obbligo di tampone annunciato nei giorni scorsi. I positivi dovranno sottoporsi a una quarantena di 7 giorni, in previsione di un'accelerazione del flusso di turisti verso Tokyo. Le autorità stanno anche valutando di porre un limite al numero dei voli provenienti dalla Cina.

India - Dal primo gennaio servirà un test molecolare negativo per tutti coloro che arrivano dalla Cina (inclusa Hong Kong) e da altri quattro Paesi della regione: Giappone, Corea del Sud, Singapore e Thailandia. Il risultato del test dovrà essere caricato su un sito ad hoc prima di partire.

Malesia - il governo ha annunciato controlli su tutti i viaggiatori in entrata e test delle acque reflue degli aerei in arrivo dalla Cina. Ma non ha specificato quando la stretta entrerà in vigore. 

Corea del Sud - A partire dal 5 gennaio, i viaggiatori provenienti dalla Cina dovranno presentare un risultato negativo di un test molecolare non oltre le 48 ore o un test antigenico rapido effettuato entro 24 ore prima della partenza, e sottoporsi ad un altro molecolare all'arrivo. Seul limiterà anche il rilascio di visti a breve termine per i cittadini cinesi fino alla fine del mese prossimo.

Taiwan - Da Capodanno test molecolare per chiunque arrivi dalla Cina in nave o in aereo. I viaggiatori positivi dovranno auto-isolarsi per 5 giorni.

Stati Uniti - Un test negativo a chi sbarca in uno scalo americano dalla Cina, annunciato nei giorni scorsi, sarà richiesto a partire dal 5 gennaio. Dovrà essere effettuato non oltre 48 ore prima della partenza. Misure necessarie, secondo i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, "per aiutare a rallentare la diffusione del virus, mentre si lavora ad identificare eventuali nuove varianti".

Israele - Da oggi ai cittadini stranieri provenienti dalla Cina viene richiesto di mostrare un test negativo al momento dell'atterraggio all'aeroporto di Tel Aviv. Il ministero della Sanità ha anche consigliato agli israeliani di non recarsi per ora in Cina, se non per ragioni "assolutamente essenziali".