Taiwan come l'Ucraina? La Cina 'osservata speciale'

Gli scenari possibili in un clima di grande tensione. Nave Usa nello stretto, l'esercito di Xi la fa seguire

Proteste a Taipei contro la guerra in Ucraina

Proteste a Taipei contro la guerra in Ucraina

Roma, 26 febbraio 2022 – Guerra Ucraina, “stiamo attenti perché domani potrebbe essere la volta di Taiwan”. Mentre il mondo assiste impietrito a quel che sta accadendo a Kiev, finisce sotto stretta osservazione la Cina. La dichiarazione di Giorgia Meloni, leader di FdI, al “CPAC 2022”, in corso di svolgimento a Orlando in Florida, rimbalza nelle parole - anche più nette – usate dall'ex presidente Usa Donald Trump. “China is next”, ha dichiarato, convinto che quello dell’invasione sia il progetto di Pechino. 

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Equilibrismo

Pesa la cautela e l’equilibrismo del presidente Xi sulla guerra in Ucraina. “Le sanzioni non sono mai la soluzione per risolvere i problemi”, ha dichiarato nei giorni scorsi la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino. Con un distinguo non proprio rasicurante: “Taiwan non è l’Ucraina ed è sempre stata parte inalienabile del territorio cinese”.

Da parte sua Taiwan, che ospita il più grande produttore mondiale di semiconduttori, ha annunciato invece che si unirà alle sanzioni internazionali contro la Russia. Il ministero degli Esteri ha infatti dichiarato che imporrà sanzioni per "costringere la Russia a interrompere l’aggressione militare contro l’Ucraina e a riprendere il dialogo pacifico".

Scenari e alleanze

Ma tra gli osservatori internazionali ci sono diversi distinguo. Il sinologo Francesco Sisci è convinto che Taiwan non sarà il secondo fronte. “La Cina segue con grande attenzione quello che sta accadendo in Ucraina”, per “tantissimi motivi” e ci sono “vari aspetti” da tenere in considerazione, “il più facile, la questione di Taiwan”. Ma se “tutti dicono che i cinesi” sfrutteranno la situazione attuale - quella che Vladimir Putin ha definito una “operazione militare speciale” in Ucraina - “per attaccare Taiwan, io non ci credo”.  Pechino considera da sempre Taiwan una “provincia ribelle” da “riunificare”. Ma la “questione è molto diversa”, afferma Sisci. E lo ripetono da giorni anche da Taipei, dove nel frattempo la gente è scesa in strada a protestare, invocando un'Ucraina libera.

Caccia cinesi e nave Usa

Due giorni fa Taiwan aveva denunciato l'incursione di 9 caccia cinesi nella sua zona di indentificazione aerea. Mentre nelle ultime ore  una nave da guerra americana di passaggio nello stretto di Taiwan ha scatenato l’ira della Cina, che ha subito inviato le sue forze per seguire e monitorare il suo transito, come ha reso noto il Comando orientale dell’esercito cinese. Per la Settima Flotta Usa "un transito di routine attraverso le acque internazionali". Per il colonnello Shi Yi, portavoce del comando del teatro orientale cinese “è ipocrita e inutile che gli Stati Uniti conducano questa azione provocatoria nel tentativo di rafforzare le forze dell’’indipendenza di Taiwan facendo alcuni gesti”. Insomma, nessuna distensione in vista.