Vertice Ue, linea dura sui vaccini. Draghi: alcune case ci hanno ingannato

I capi di Stato e di governo dell'Unione riuniti in videoconferenza. Draghi: "Cittadini si sentono ingannati da alcune case farmaceutiche". Ma la presidente della Commissione rassicura: "Dosi Ue restano in Ue". E su Astrazeneca spiega: "Dosi ad Anagni da Cina e Corea"

Consiglio europeo in videoconferenza (Ansa)

Consiglio europeo in videoconferenza (Ansa)

Roma, 25 marzo 2021 -  "È stato un Consiglio eccezionale con la partecipazione del presidente americano, Joe Biden. L'ultima volta fu undici anni fa con Barack Obama". Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, commenta così il vertice Ue, in cui "abbiamo avuto l'occasione di sentire la visione del presidente sulla futura collaborazione tra Ue e Usa". L'incontro dei leader in videoconferenza "è stata l'occasione per noi per esprimere il nostro impegno per l'Alleanza atlantica", ha spiegato Michel, ma anche per identificare "i temi su cui ci impegniamo insieme - ha aggiunto Michel -, in particolare sulla necessità di garantire accesso ai vaccini e alle catene di approvvigionamento". In particolare, la situazione della pandemia in Europa "resta preoccupante", ha sottolineato senza giri di parole la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. E "per questo serve una vaccinazione rapida ed efficace". Poi, al termine della videoconferenza, la numero uno di Bruxelles, parlando di AstraZeneca, ha chiarito la linea dura europea: l'azienda anglo svedese "deve recuperare sui suoi ritardi con gli Stati membri prima di potersi impegnare di nuovo nell'esportazione di vaccini". È stata la Von der Leyen illustrare il giro di vite dell'Esecutivo comunitario ai leader Ue: i criteri per decidere se autorizzare o no le esportazioni verso i paesi terzi dei vaccini prodotti nell'Ue diventeranno più stringenti. Insomma: i vaccini che nascono in Europa, resteranno qui finché non verranno rispettati i patti. 

Covid Italia: il bollettino del 26 marzo

Nuovo decreto: Draghi riunito col Cts. Ipotesi zona gialla rafforzata

Von der Leyen

"Vogliamo essere certi - ha aggiunto - di avere la parte di vaccini che ci compete, perché dobbiamo poter spiegare ai cittadini che se le società esportano i vaccini al resto del mondo è perché stanno rispettando integralmente gli impegni presi e non c'è rischio per la sicurezza degli approviggionamenti in Ue". "L'Ue è orgogliosa di essere la casa di aziende che esportano in tutto il mondo - ha sottolineato la presidente della Commissione - e sarà sempre una fervente sostenitrice della cooperazione globale. Invitiamo gli altri a corrispondere alla nostra apertura".

A tal proposito  "con il presidente Biden - ha aggiunto von der Leyen - c'è stato un ottimo scambio di vedute. Ue e Stati Uniti sono entrambi produttori di vaccini, è nell'interesse comune collaborare per garantire il funzionamento delle catene di approvvigionamento". Gli Usa, ha concluso, "sono un partner importante, di valore per noi, dobbiamo creare una nuova agenda Ue-Usa per cogliere nuove opportunità". l leader dei Ventisette, nelle conclusioni del vertice Ue, hanno confermato che "la chiave della ripartizione delle dosi è in base alla popolazione" e hanno invitato il Coreper "ad affrontare la questione dell'assegnazione delle 10 milioni di dosi di BioNTech-Pfizer anticipate al secondo trimestre del 2021, in uno spirito di solidarietà".

Caso Astrazeneca

Ursula von der Leyen (Imagoeconomica)

Sul caso Astrazeneca, la casa farmaceutica "deve prima di tutto recuperare" sulle dosi concordate con l'Ue "e onorare il contratto con gli Stati membri prima di poter impegnarsi di nuovo nell'esportazione di vaccini", ha sottolineato von der Leyen. Sulla vicenda delle dosi ad Anagni, "l'azienda ha spiegato che delle 29 milioni di dosi" "13 erano per il Covax e 16 per gli Stati membri. Per noi è importante che i vaccini siano distribuiti all'iniziativa Covax. Le sostanze usate per fare i vaccini provenivano dalla Corea del Sud e dalla Cina e questo è il modo in cui si procede normalmente per le dosi destinate al Covax". La presidente della Commissione ha anche chiesto più trasparenza alla Gran Bretagna: "L'Unione - ha detto - è la regione più aperta e affidabile per quello che riguarda l'esportazione di vaccini. Non conosco il livello di esportazioni della Gran Bretagna, vedremo. Mi aspetto che (la Gran bretagna, ndr) sia trasparente come noi". 

Draghi

Mario Draghi al Consiglio Europeo (Ansa)

Nel suo intervento fra i capi di Stato e di governo dell'Unione, Mario Draghi ha sostenuto la necessità di non restare inermi di fronte agli impegni non onorati da alcune case farmaceutiche. Secondo quanto si apprende a Bruxelles, il premier ha detto che i cittadini europei hanno la sensazione di essere stati ingannati da alcune aziende farmaceutiche, e restare fermi e non prendere provvedimenti sarebbe difficile da spiegare. E poi, ripercorrendo i punti salienti della vicenda dei vaccini AstraZeneca, ritrovati nello stabilimento di Anagni, Draghi ha chiesto alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, se ritiene giusto che le dosi localizzate in Belgio e in Olanda restino destinate all'Unione europea, in tutto o in parte. Nell'intervento di replica, la presidente ha rassicurato sul fatto che le dosi prodotte in Ue saranno destinate alla Ue

Durante l'incontro, il presidente del Consiglio italiano ha anche dato il suo "pieno sostegno" alla proposta della presidente della Commissione di rafforzare il meccanismo europeo sulle esportazioni di vaccini e ha condiviso la proposta di introdurre un certificato verde digitale, invitando ad approfondire alcuni possibili ostacoli all'esecuzione del progetto e a riflettere su come affrontare i possibili rischi di discriminazione tra persone, causati dall'introduzione del certificato.

Altro punto: il ruolo internazionale dell'euro. Draghi ha sostenuto che la priorità assoluta deve essere non commettere errori durante la ripresa economica. "Dobbiamo disegnare una cornice per la politica fiscale - ha spiegato Draghi - che sia in grado di portarci fuori dalla crisi". E ha invitato a prendere esempio dagli Stati Uniti. "Negli Usa hanno un'unione dei mercati dei capitali, un'unione bancaria completa, e un safe asset", ha messo in rilievo Draghi, aggiungendo che questi elementi sono la chiave del ruolo internazionale del dollaro.

Il presidente del Consiglio è stato durissimo nei confronti del cancelliere austriaco Sebastian Kurz, durante la discussione sulla distribuzione dei 10 mln di dosi di vaccino anti-Covid di Pfizer BioNTech che arriveranno in più nel secondo trimestre. Draghi, a quanto si apprende da una fonte diplomatica europea, è stato il primo a ribattere al cancelliere austriaco, che chiedeva un cambiamento nel modo di allocare le dosi. Dopo l'intervento del croato Andrej Plenkovic, il premier italiano ha preso la parola, riferisce la fonte, e ha indicato che il cancelliere stava indebolendo l'Europa dall'interno, in un momento nel quale c'è bisogno di stare uniti. Kurz "non otterrà una sola dose in più" di quelle che spettano all'Austria in base alla chiave di distribuzione pro quota, ha detto Draghi secondo quanto riferisce la fonte. Kurz è da settimane il critico più 'vocale' della distribuzione di vaccini nell'Ue: come altri Paesi, ha puntato maggiormente su AstraZeneca in sede di acquisto e per questa ragione nel secondo trimestre si troverà a dover fronteggiare un gap di dosi rispetto ad altri Paesi, a causa dei tagli della compagnia anglosvedese. Nelle settimane scorse si è distinto per aver annunciato, insieme alla danese Mette Fredriksen, un accordo con Israele volto a produrre vaccini.

Merkel

Angela Merkel dopo il Consiglio europeo (Ansa)

"Con gli Usa abbiamo valori di base comuni, questo è indiscutibile", ma in Europa "abbiamo anche i nostri interessi". Lo ha detto Angela Merkel alla stampa, a Berlino, dopo il Consiglio europeo, rispondendo a una domanda sulle esternazioni di Joe Biden sulla Cina. "La questione con la Cina è come tenere insieme valori e interessi", ha aggiunto. Per la cancelliera, "deve esserci per questo una politica europea sulla Cina". "Con gli Usa ci sono molte cose in comune - ha concluso -, ma non c'è un'identità di vedute".

Macron

Emmanuel Macron (Ansa)

 Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che "nuove misure" per combattere la pandemia saranno prese "nei prossimi giorni e settimane". In una conferenza stampa all'Eliseo, dopo il vertice europeo, Macron ha anche detto di ritenere di aver "fatto bene a non riconfinare" i francesi a fine di gennaio e di rifiutarsi di fare un qualsiasi "mea culpa" nonostante l'attuale fase di recrudescenza epidemica. "Posso dirti che non ho nessun rimorso, nessun senso di fallimento", ha detto.