Astrazeneca, Hancock spiega perchè il contratto Gb prevale su quello Ue

Il ministro della Salute inglese netto: "Si chiama diritto contrattuale, è molto chiaro". La multinazionale anglo-svedese risponde ai sospetti della Ue: "Ad Anagni vaccino messo in fiale, e stoccato in attesa di controlli". Ue pronta ad azioni legali per rispetto consegne. Danimarca proroga lo stop

L'esterno dello stabilimento Catalnet ad Anagni (Ansa)

L'esterno dello stabilimento Catalnet ad Anagni (Ansa)

Roma, 25 marzo 2021 - Il contratto firmato in anticipo mesi fa dal governo britannico con AstraZeneca, per le forniture del vaccino anti-Covid sviluppato (con finanziamento pubblico Uk) dall'Università di Oxford, ha maggior peso legale di quello sottoscritto più tardi dall'Ue. Lo ha detto, per la prima volta così netta, Matt Hancock, ministro della Sanità di Boris Johnson, ai media del Regno. "Io credo - ha tagliato corto - che le nazioni libere debbano seguire il diritto. Bruxelles ha un contratto fondato sulla clausola del massimo sforzo, noi un accordo in esclusiva. E il nostro contratto prevale sul loro: si chiama diritto contrattuale, è molto chiaro".

Giallo dosi ad Anagni

Dopo il giallo delle 29 milioni di dosi di vaccino stoccati ad Anagni nei magazzini della Catalent, nella notte AstraZeneca ha fornito precisazioni, parlando di una serie di "affermazioni imprecise" relative al siero trovato nello stabilimento in Italia: "Non è corretto descriverlo come una riserva. Il processo di produzione dei vaccini è molto complesso e richiede molto tempo. In particolare, le dosi di vaccino devono attendere l'autorizzazione al controllo di qualità dopo il completamento del riempimento delle fiale". La società di Oxford ha chiarito in una nota che nello stabilimento di Anagni ci sono "altre 16 milioni di dosi di vaccino in attesa del rilascio del controllo di qualità e destinate all' Europa. Quasi 10 milioni di dosi saranno consegnate ai paesi dell'Ue durante l'ultima settimana di marzo, il saldo ad aprile, poiché le dosi sono state approvate per il rilascio dopo il controllo di qualità". Quindi "non sono previste altre esportazioni, oltre ai Paesi Covax (sigla del programma di distribuzione del siero nelle nazioni povere)", per i quali "ci sono 13 milioni di dosi".

Covid, il bollettino di oggi 25 marzo

I sospetti della Commissione Ue che parte di quelle dosi fossero invece pronte per essere inviate in Gran Bretagna nascono dalle "forti inadempienze" da parte del colosso e già denunciate dall'Europa: 120 milioni di dosi che avrebbe dovuto consegnare nel primo trimestre secondo il contratto, poi tagliate a 30 milioni, non ancora rispettate e per cui ora la Bruxelles minaccia di passare alle vie legali contro l'azienda farmaceutica. Due dei lotti individuati sono stati spediti in Belgio, dalla casa madre a cui spetta la decisione (e la responsabilità) sui Paesi a cui destinare i sieri. Intanto camion con targa NL (Olanda) anche stamani hanno lasciato lo stabilimento Catalent di Anagni. Poco prima del camion olandese, un italiano specializzato in ''trasporto farmaci nazionali e internazionali a temperatura controllata'', è uscito dai cancelli dell'azienda frusinate.

I Nas non avrebbero comunque trovato irregolarità. Il vaccino era conservato correttamente, e la direttrice dello stabilimento della multinazionale americana ha assicura a Repubblica che 2.9 milioni di fiale sono due settimane di produzione, cioè di infialamento del vaccino, e lo stoccaggio avviene in attesa dei controlli che possono durare fino a 18 giorni.

Ma, a parte il caso Astrazeneca, i Paesi membri dell'Ue sono divisi sull'inasprimento del meccanismo di monitoraggio delle esportazioni di vaccini anti-Covid, proposto proprio ieri dalla Commissione Europea. L'Italia per prima, e finora unica, ha chiesto e ottenuto di bloccare l'esportazione di 250mila fiale di vaccino AstraZeneca verso l'Australia, e altri Paesi sono favorevoli alle modifiche, altri Paesi, tradizionalmente più favorevoli al libero commercio come Olanda e Belgio, sono molto più prudenti. E litigano anche sulla ripartizione delle 10 milioni di dosi di Pfizer-BioNTech che sono state anticipate al secondo trimestre con un nuovo contratto della Commissione europea.

Ue pronta ad azioni legali per ritardi

La Commissione Ue minaccia di passare alla via legale nei confronti di AstraZeneca se non sarà rispetto il contratto per la consegna delle dosi del vaccino anti-Covid. Lo riferiscono fonti Ue a Bruxelles a poche ore dall'inizio del vertice dei leader. "Non vogliamo vincere una causa legale per il fatto di vincerla, ma per ottenere più dosi". La preoccupazione ora è per il secondo trimestre: c'è ancora "un grande divario" sulle dosi concordate, oltre a "confusione su quali lotti vanno a chi".

Nuovi dati al ribasso su efficacia Astrazeneca

Un aggiornamento di dati forniti dalla casa farmaceutica anglo-svedese ha rivisto al ribasso il tasso di efficacia del suo vaccino: al 76% contro i casi sintomatici della malattia. Così ll gruppo farmaceutico ha risposto alle accuse di aver pubblicato dati incompleti nei giorni scorsi. Mene Pangalos, vicepresidente esecutivo di AstraZeneca, ha affermato che la rivalutazione mostra che i dati sono "coerenti" con i numeri riportati in precedenza, che parlavano di un tasso di efficacia del 79%. L'azienda ha anche tenuto a sottolineare che l'efficacia del suo vaccino è del 100% nella prevenzione dei casi gravi di Covid-19.

Danimarca: ancora stop ad Astrazeneca

La Danimarca ha prorogato oggi la sospensione dell'uso del vaccino anti Covid di AstraZeneca nel Paese per "altre tre settimane", spiegando di non avere escluso un possibile collegamento con i casi di trombosi nonostante l'Ema abbia affermato che è sicuro.

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L'India si tiene il vaccino Astrazeneca prodotto

L'India, forte difficoltà per l'epidemia di contagi, e quindi con una forte richiesta interna di vaccinazioni, ha sospeso temporaneamente tutte le maggiori forniture all'estero di vaccino AstraZeneca che vengono prodotte dal Serum Institute of India (Sii), il produttore di vaccini più grande al mondo: lo ha fatto per far fronte al fabbisogno interno. La decisione è destinata a causare ritardi anche sulle consegne destinate al programma Covax dell'Onu.