Governo, toto-ministri e presidenti Camere: i nomi per un mosaico tutto da comporre

Giorgia Meloni alle prese con i malumori di Forza Italia e un Salvini 'irriducibile' sul Viminale. Ma il nodo più importante è l'Economia

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

Roma - Giornate di trattative incessanti per Giorgia Meloni, sul doppio binario del filo diretto istituzionale con Matttrella e Draghi da una parte e delle discussioni con gli alleati dall'altra. Il Governo va fatto in tempi brevi e di "alto profilo", come ripete da giorni la vincitrice delle elezioni, tuttavia tra il 'dire' degli annunci e il 'fare' del mettere concretamente insieme la squadra, c'è di mezzo il 'mare' delle trattative partitiche all'interno dell'alleanza. 

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Per quanto riguarda la presidenza delle Camere, Fratelli d'Italia dovrebbe tenere per sé il Senato, la seconda carica dello Stato, con Ignazio La Russa, mentre Montecitorio andrebbe alla Lega con Giancarlo Giorgetti. Una soluzione che, nella formazione dei ministeri, dovrebbe tenere contro dei malumori di Forza Italia, che già appare la forza più risentita della coalizione. In particolare per il caso Licia Ronzulli, fedelissima di Berlusconi che la vorrebbe alla Salute, ma per Meloni proprio non se ne parla. Ecco allora che, dopo il no di Alberto Zangrillo, per questa casella spunta il nome di un 'intellettuale organico' azzurro, quel Guido Bertolaso lanciato ai tempi della super Protezione civile del Governo Berlusconi e recentemente messo ad affrontare la pandemia in Lombardia come commissario straordinario regionale al Covid-19. Per Ronzulli resta aperte la pista Università mentre l'altro  plenipotenziario del cavaliere, Antonio Tajani, dovrebbe andare agli Esteri. 

La Lega avrà senza dubbio il ministero degli Affari regionali e quello per la Famiglia e la Natalità, 'inventato' l'altra sera da Matteo Salvini. Diversi i nomi che circolano tra le fila del Carroccio, dove a tenere banco è tuttavia il braccio di ferro sul ministero degli Interni: Matteso Salvini, infatti, insiste per tornare al Viminale ma, seppur senza veti ufficiali, la scelta non convince Fratelli d'Italia dal momento che il Capitano ha un procedimento penale aperto proprio nell'esercizio delle funzioni di ministro dell'Interno. Questione di opportunità, insomma. Meglio Giulia Bongiorno, avvocato e dal profilo più istituzionale come richiederebbe il Viminale. Per Salvini a questo punto si aprirebbero le porte dell'Agricoltura, uno dei ministeri che maggiormente beneficerà dei soldi del Pnrr

Il vero nodo politico-istituzionale resta però il ministero dell'Economia, che il membro della Bce Fabio Panetta continua a rifiutare nonostante un certo pressing di Mario Draghi. Si batte allora la pita politica, con Guido Crosetto e Maurizio Leo, entrambi Fdi, tra i nomi in pole. Per quanto riguarda invece ministeri e partiti minori, a Maurizio Lupi di Noi Moderati andrebbero i Rapporti con il parlamento.