Cernobbio, Meloni: "Il Pnrr si può migliorare". Salvini e le sanzioni alla Russia

Il leader della Lega: "A Milano il ministero dell'Innovazione". Letta: "Evitare la recessione, Noi affidabili". Calenda: "Ripartire da Draghi". Conte: "Abolire l'Irap". Tajani: "Puntare su nucleare di ultima generazione"

Cernobbio, 4 settembre 2022 - Il palco del Forum Ambrosetti si trasforma in 'Tribuna politica'. A Cernobbio i leader Carlo Calenda, Giuseppe Conte (in collegamento video), Enrico Letta, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani si trovano per il primo (vero) confronto sui temi di questa campagna elettorale. Dall'energia alle tasse, dal reddito di cittadinanza al Pnrr, passando per la politica internazionale e la guerra Ucraina-Russia.

Meloni e Salvini, prime crepe sulle sanzioni. Russia: "Inizia grande tempesta globale"

I leader dei principali partiti politici al Forum Ambrosetti (Ansa)
I leader dei principali partiti politici al Forum Ambrosetti (Ansa)

Meloni

Contro i rincari "non sarei per un nuovo scostamento di bilancio. Penso si può provare a parlare con l'Ue per usare le risorse della nuova programmazione europea", dice Meloni durante il suo intervento. "Non comprendo la timidezza europea sul prezzo del tetto del gas - aggiunge la leader di Fratelli d'Italia - che se oggi non c'è è perché non è conveniente alla Germania e all'Olanda". Oltre al price cap "si può scorporare l'energia elettrica dal gas lo si può fare anche a livello nazionale", prosegue Meloni, calcolando che dovrebbe avere un costo di 3 o 4 miliardi. Secondo la presidente di FdI, inoltre, "non può essere un'eresia dire che il Pnrr non può essere perfezionato: è previsto nella norma". 

Meloni tesse anche le lodi di Mario Draghi ("bravissimo"). "Ma perché non ha funzionato come poteva? Perché siamo una repubblica parlamentare - spiega -. Bello Draghi a capo del governo ma con quale maggioranza? Se ricominciamo a mettere insieme i partiti che oggi fanno finta di farsi battaglia avremmo sempre lo stesso problema: non avremo una visione". 

Salvini

Torna invece sulle sanzioni alla Russia Matteo Salvini, le cui parole su un possibile ripensamento da parte della Ue hanno scatenato ieri un vespaio di polemiche. "La Lega ha convintamente votato in Italia e in Europa tutti i provvedimenti a favore dell'Ucraina, sanzioni comprese - dice il leader del Carroccio -, ma non vorrei che le sanzioni danneggiassero più chi le fa che chi le subisce". Dunque "andiamo avanti con le punizioni per l'aggredito ma proteggendo i nostri lavoratori. Vincere le elezioni ereditando un Paese in ginocchio non sarebbe una grande soddisfazione", prosegue il senatore rimarcando che "serve uno scudo europeo". Salvini rassicura che con il centrodestra al governo non cambieranno le alleanze. Restiamo profondamente, orgogliosamente e stabilmente radicati in un occidente libero e democratico che non crede nella guerra e nell'aggressione - dice -, ma se si adotta uno strumento per danneggiare l'aggressore e siamo al settimo mese di guerra e non si è danneggiato, quanto meno ragionare su un cambio mi pare legittimo". Il leader leghista propone poi di spostare a Milano il ministero dell'Innovazione, "dove ci sono i brevetti". "Il bello dell'autonomia è valorizzare i territori", aggiunge.

Letta

"La nostra Europa è quella della foto del treno di Kiev, in cui l'Italia, la Francia e la Germania sono l'Europa - dice invece Enrico Letta - . L'Italia non discute con l'Europa; l'Italia è l'Europa nella nostra concezione delle cose". E chiarisce: "Noi siamo lineari e affidabili sempre per il progresso del nostro Paese". Il segretario del Pd dichiara di "non essersi pentito di essersi rimesso dentro la politica", ma anzi "che non c'è onore più grande che battersi per le proprie idee e cambiare il destino del proprio Paese". Per il leader dem il Pnrr è "la stella polare, il punto di rifemento complessivo". "Lì dentro ci sono tanti fondi e fanno spesi bene - spiega -. Sono stati ben negoziati, la strada è quella giusta. Niente balletti sull'affidabilità e no alle negoziazioni, perché se ci mettessimo a confrontarci con Bruxelles perderemmo quei soldi".

"Dobbiamo evitare la recessione a tutti i costi", ribadisce Letta ricordando il sostegno al governo Draghi che "ha rappresentato uno scudo fondamentale al Paese". "Per quanto ci riguarda la credibilità sul futuro e la questione del debito è un problema fondamentale che ci tocca a livello europeo" perché "il nostro debito si reggerà dentro un Europa che si sostiene ed è credibile", continua il leader del partito democratico, secondo cui  è importante pensare al "ruolo dell'Italia in Europa". Quanto all'indipendenza energetica, per Letta bisogna proseguire su questa strada e "i  rigassificatori di Ravenna e Piombino vanno costruiti". 

Conte

Rilancia il reddito di cittadinanza ("una follia abolierlo", "ha salvato salvato dalla povertà un milione di persone durante la pandemia") invece Giuseppe Conte. Che poi rilancia: "Dobbiamo semplificare, l'abolizione dell'Irap deve essere a favore di tutti - dice il leader politoc dei 5 Stelle -. E investire sul taglio del cuneo fiscale non solo per i lavoratori ma anche per le imprese". "Non sono affatto sereno sui numeri dei livelli occupazionali - aggiunge - abbiamo 3 milioni e 160mila contratti a termine, il 9% di un solo giorno e la maggior parte non supera i trenta giorni". Come M5s - ribadisce - "siamo per lo statuto degli imprenditori che dia certezza di tempi e giustizia a chi investe". 

Calenda

Carlo Calenda ripropone un governo a Draghi. "Non ho problemi a candidarmi alla guida del Paese, ma Draghi è più bravo. Non è una competizione, dobbiamo cercare di tenercelo, dice il leader di Azione che ironizza: "Se fossi in lui starei già su una navetta per Marte". "Ma che sia lui o meno non si può perdere il modo in cui si è lavorato", insiste.  Quanto al ruolo del Terzo Polo - spiega -, "vogliamo spezzare il bipopulismo che spacca l'Italia".

"Il problema - prosegue - è che la Bce non ci garantirà più niente gratis, il Tpi richiede il rispetto del Pnrr e poi c'è lo tsunami dell'energia e dell'inflazione". La ricetta? "Bisogna ottenere il disallineamento delle rinnovabili dal gas, prevedere indennizzi per chi ha pagato troppo e poi rigassificatori. Chi oggi chiede più produzione di gas, ieri chiedeva di chiudere le trivelle". "Noi spendiamo la metà dei fondi europei, ma dobbiamo spendere 5 volte tanto. Il rischio - attacca l'ex ministro - è che un politica ambientale ideologica provochi la desertificazione delle imprese, risultato il mondo sarà inquinato di più con meno posti di lavoro". "La transizione ambientale si fa mettendo cose gestite - argomenta - perché non ci sono cose da fare di sinistra o di destra, ci sono solo cose di buon senso".

Tajani

"Basta con la dipendenza energetica solo da uno. Dobbiamo puntare sull'energia nucleare di ultima generazione", dice Antonio Tajani. "Basta con il partito del No - aggiunge il coordinatore di Forza Italia - che blocca sempre tutto. Pensiamo ad esempio alla Gronda di Genova, bloccata dal partito del No. E forse anche il Ponte Morandi non sarebbe crollato se non ci fossero stati quei No. E quindi dobbiamo raddoppiare l'estrazione di gas del nostro Paese". "Mi auguro che anche Paolo Gentiloni si impegni per dare vita a un tetto europeo a prezzo del gas - dice ancora -. É una richiesta che noi stiamo facendo da settimane, e speriamo, come pare, che si stia veramente raggiungendo l'obiettivo". Contro i rincari dell'energia "prima si interviene e meglio é - continua - dobbiamo fare di tutto per non fare uno scostamento di bilancio". Se poi la situazione "dovesse peggiorare a causa di ritardi - conclude - é inevitabile andare a pensare a uno scostamento. É importante che ci sia un'azione europea".

"Noi non abbiamo una visione ideologica dell'ambiente - spiega -. Non credo nella papessa Greta Thumberg ma in una azione politica forte per rendere più facile una politica agricola e ambientale. Sono convinto - aggiunge - che un agricoltore è il miglior difensore dell'ambiente. Dobbiamo fare in modo di lasciare ai nostri figli un ambiente migliore di quello che abbiamo trovato. Quando parliamo di rigenerazione urbana, ad esempio, sposiamo l'ambiente e la politica industriale. L'edilizia lavora ma, riqualificando i centri storici delle città, riduce le emissioni e produce risparmio energetico. Questa è la politica ambientale in cui crediamo".