Rialzo dei tassi Bce: gli effetti su mutui, import-export e titoli di Stato

Quali consenguenze avrà la manovra dell'Eurotower per far fronte alla corsa dell'inflazione?

Roma, 16 dicembre 2022 - Un nuovo rialzo dei tassi di 50 punti base, quello confermato ieri dalla Bce per il prossimo 21 dicembre, atteso e temuto. Che l'Eurotower ha motivato con la necessità di fare fronte a un'inflazione "di gran lunga troppo elevata" e destinata, secondo le proiezioni, a mantenersi "su un livello superiore all’obiettivo per un periodo di tempo troppo prolungato". E che, con la salita al 2,5% degli interessi sulle operazioni di rifinanziamento principali, al 2,75% su quelle di rifinanziamento marginale e al 2% sui depositi presso la banca centrale, si porterà dietro un ampio ventaglio di conseguenze fauste e infauste a breve, medio e lungo termine. Tra effetti sui mercati, sui mutui, sul risparmio e sulla crescita delle economie dei Paesi comunitari.

Sede della Bce a Francoforte (Ansa)
Sede della Bce a Francoforte (Ansa)

Gli effetti sui mutui 

Si pone il tema delle ricadute sul comparto immobiliare, con l'inevitabile crescita del tasso di interesse medio sui nuovi mutui che non incoraggerà di certo gli acquisti. Peraltro a valle di un ottobre in cui quest'ultimo è già salito, secondo Bankitalia, a quota 3,23%. E le stime per il futuro curate dagli specialisti di settore in riferimento ai prestiti a tasso variabile prevedono rincari di quasi 35 euro al mese per un finanziamento medio e aggravi che saliranno a circa 180 euro dall'inizio dell'anno prossimo (+39%). Senza contare che, al netto dei privati, pure le imprese finiranno per contenere la richiesta di finanziamenti. Generando una spirale fatta di minori investimenti sul personale, sull'innovazione di processi e prodotti e sullo sviluppo sostenibile.

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Import-export

Insomma, la tendenza per cittadini comuni e mondo imprenditoriale per il 2023 sarà sostanzialmente un ritorno al risparmio. Già cominciato da quando il trend inflattivo ha fatto frenare i consumi e preferibile, allo stato attuale, anche in ragione di maggiori interessi bancari sulla liquidità lasciata in deposito in filiale. E, contemporaneamente, i maggiori flussi di denaro nelle banche europee apprezzeranno l'Euro, favorendo le importazioni (che costeranno meno) a danno delle esportazioni (che costeranno di più) e dando una nuova spinta al mercato interno dei beni di produzione nazionale.

Titoli di Stato

Infine, l'aumento del tasso di sconto farà salire anche il valore, e quindi le rendite, che lo Stato dovrà riconoscere a chi ha sottoscritto Bot, Btp e Cct, ossia i titoli di Stato con i quali si finanzia il debito pubblico. E se già ora, sul mercato secondario, il Btp è stabilmente sopra la soglia del 4%, la conseguenza di generalizzati aumenti dei rendimenti sarà una maggiore spesa da parte dello Stato. Misurata dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio, a fronte di un aumento stabile del differenziale di 100 punti, in 19 miliardi di spesa pubblica in più spalmati in tre anni. Nel dettaglio, 2,5 miliardi nel 2023, 6,7 miliardi nel 2024 e 10,1 miliardi nel 2025.