Guida al nuovo Superbonus, ecco chi mantiene gli aiuti. Resta il nodo dei crediti

Cambi in corsa e correttivi. Confermato lo sconto al 110 solo per chi avvia i lavori prima dell’entrata in vigore del decreto. L’Isee va in soffitta

Roma, 12 novembre 2022 - Nuove modifiche e tante incertezze. Non c’è pace per il super-bonus. La nuova versione del maxi-incentivo sulle ristrutturazioni edilizie messa a punto nel decreto quater varato dall’esecutivo, contiene molte novità ma anche numerose incognite. In particolare per quei condomini che hanno fatto partire in ritardo i lavori. Resta poi ancora da sciogliere la questione dei crediti fiscali incagliati nelle banche. Una situazione che rischia di mettere in crisi oltre 40mila imprese del settore. Resta il fatto che dal primo gennaio del 2023 una buona parte dei condomìni dovrà dire addio alla maxi-aliquota del 110% e accontentarsi del 90%. Una percentuale che però si restringe ulteriormente una volta scontato il credito in banca e pagati gli oneri finanziari. Ma ecco, nel dettaglio, una guida ragionata al nuovo super-bonus.

Superbonus 110: chi ci guadagna davvero con il quoziente familiare. Le simulazioni

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Cosa accade a chi ha avviato i lavori

L’aliquota resta al 110% solo per i condomìni che hanno presentato la Cila (il Certificato Inizio lavori Asseverato) prima dell’entrata in vigore del decreto. In sostanza, il provvedimento non avrà un effetto retroattivo e non avrà alcun effetto sui cantieri già avviati.

E se i cantieri non sono partiti?

In questo caso, la situazione cambierà radicalmente dal primo gennaio del 2023, quando l’aliquota passerà dal 110 al 90%, per poi calare, rispettivamente, al 75% e al 60% nei due anni successivi. L’impatto economico è notevole. Su 100mila euro di lavori, ad esempio, considerato che già oggi le banche effettuano la cessione dei crediti del superbonus per l’85% dei lavori, con la vecchia aliquota del 110%, il costo a carico dei condomini si attestava sui 5mila euro. Ora, con il 90%, la cifra sale di almeno 4 volte, oltre 20mila euro. A cui, ovviamente, occorre aggiungere gli oneri finanziari e le spese per la pratica.

Buone notizie per le villette

Per i proprietari degli edifici unifamiliari scatta la proroga al 30 marzo del 2023 per completare almeno il 30% dei lavori. Attualmente la scadenza era fissata al 30 settembre del 2022. In questo caso il superbonus resta al 110%. Ma attenti: oltre questa data l’incentivo non solo si riduce al 90% ma diventa più selettivo. Potrà essere utilizzato per le case non di lusso e solo se posseduta da contribuenti con un reddito massimo di 15mila euro.

L’esordio del quoziente familiare

Per calcolare il reddito da prendere come riferimento ai fini del super-bonus, il governo ha di fatto archiviato il vecchio Isee e sperimentato, per la prima volta, una sorta di quoziente familiare che tiene conto dei guadagni complessivi di tutti i componenti del nucleo. Il meccanismo è piuttosto articolato: si devono considerare i redditi registrati in famiglia nell’anno precedente la spesa per la ristrutturazione e si dividono per un coefficiente determinato in base alla numerosità della famiglia. In sostanza, con un solo componente il reddito la soglia sarà di 15mila euro, per coniugi (o conviventi) 30mila euro, coniugi con 1 figlio 37.500, con 2 figli 52.500, per ogni fuigli in più si aggiungono altri 15 mila.

Il nodo della cessione dei crediti

Resta poi tutto da sciogliere il nodo delle richieste di cessione crediti da bonus edilizi nel periodo 2020-2022 non liquidati dalle banche. Su circa 1.35 milioni di pratiche infatti solo 636 mila risultano concluse positivamente. Ieri, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha assicurato che si sta studiando una soluzione ma ha anche avvertito che "non c’è alcun diritto. Il credito di imposta non è moneta contante, chi deve fare un investimento deve valutare se l’impresa costruttrice o la banca sia disponibile a riconoscere il credito, altrimenti devono calcolare il progetto d’investimento in diverso modo". Con le nuove regole, ha concluso il ministro, il superbonus diventa uno strumento a favore delle fasce più deboli.