Benzina, prezzi folli. Diesel sopra i 2 euro. "Intervenire subito su accise". Stop dei Tir

I gestori al governo: "Servono azioni urgenti". Si fermano gli autotrasportatori. In Irlanda taglio temporaneo dell'imposta. Anche la Bosnia verso la stessa direzione

Roma, 10 marzo 2022 - Sulla rete carburanti nazionale si fanno ancora sentire gli effetti dei maxi-rincari sui mercati dei giorni scorsi, spinti dalla guerra in Ucraina. In base all'elaborazione di Quotidiano Energia dei dati alle 8 di ieri comunicati dai gestori all'Osservaprezzi carburanti del Mise, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self schizza a 2,124 euro/litro (ieri 2,048), con i diversi marchi compresi tra 2,108 e 2,168 euro/litro (no logo 2,082). Il prezzo medio praticato del diesel self vola a 2,074 euro/litro (ieri 1,966) con le compagnie posizionate tra 2,042 e 2,121 euro/litro (no logo 2,061). In molte stazioni di servizio il gasolio costa addirittura più della benzina. Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato cresce a 2,216 euro/litro (ieri 2,154) con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 2,164 e 2,316 euro/litro (no logo 2,120). La media del diesel servito sale a 2,172 euro/litro (ieri 2,074) con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 2,158 e 2,241 euro/litro (no logo 2,095). I prezzi praticati del Gpl sono in crescita e vanno da 0,867 a 0,888 euro/litro (no logo 0,866). Infine, il prezzo medio del metano auto è in forte rialzo e si posiziona tra 1,912 e 2,290 (no logo 2,154).

Benzina in Italia e in Europa: prezzi a confronto. Senza accise siamo sotto la media Ue

Perché il gasolio costa più della benzina: la spiegazione

Stop Tir

Le aziende di autrasporto si fermano.  A partire da lunedì prossimo, 14 marzo, sospeso a livello nazionale i loro servizi 'per causa di forza maggiore', ovvero l'esplosione dei costi del carburante.  Trasportounito dà la notizia e precisa come non si tratti di uno sciopero né di una rivendicazione specifica, bensì di un'iniziativa finalizzata a coordinare le manifestazioni sullo stato di estrema necessità del settore.

Uno stop che si rende "inevitabile" anche per "tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato si traducano in vantaggi per altri soggetti del settore trasporti, ovvero in addebiti per obblighi contrattuali che le imprese della filiera logistica non sono più in grado di garantire".  Già 7 giorni fa, l'Associazione aveva auspicato nuove disposizioni fiscali e nuove norme senza delle quali ha definito "inevitabile" un blocco totale. 

L'appello dei gestori degli impianti

I gestori di carburanti chiedono al governo ''interventi urgenti e l'immediato ripristino dell'accisa mobile già prevista nella legge finanziaria 2008'', hanno scritto ieri Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio in una nota. ''In attesa che arrivino dal Governo i segnali richiesti i gestori, nel tentativo di arginare l'aumento vertiginoso dei costi a margini invariati, a partire dalla giornata di lunedì 14 marzo terranno spenta l'illuminazione degli impianti in modalità self-service durante le ore notturne''. Altre iniziative verranno valutate ''nei prossimi giorni per salvaguardare il mantenimento dei livelli occupazionali degli oltre 22mila distributori di carburanti, di un settore al servizio del Paese e dei cittadini che dà lavoro ad oltre 100 mila famiglie''.

"Situazione straordinaria, non bastano i metodi tradizionali"

''Dobbiamo tutti prendere atto della straordinarietà della situazione e non affrontarla con i metodi tradizionali. La forte speculazione, a quantità di petrolio e gas pressoché invariate, spesso governate da contratti a lungo termine con prezzi fissati in altro periodo, e l'isteria che caratterizza questa fase del mercato hanno fatto schizzare i prezzi così in alto'', sottolineano le organizzazioni. ''Dobbiamo tornare indietro di 10 anni per trovare, nel 2012, un prezzo della benzina a circa 1,90 euro e quello del gasolio a circa 1,78 euro. E non c'era alcuna situazione di conflitto o sanzioni a gravare sul mercato. Da sempre accisa ed Iva compongono la parte maggioritaria del prezzo, sfiorando il 60% di quello pagato dal consumatore e non si può far finta di ignorarlo'', sottolineano Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio. Ma, se questa situazione ''è insostenibile per i consumatori, usciti da due anni di pandemia, è ancor meno sostenibile per i gestori'', spiegano le organizzazioni. Tutti elementi che ''stanno caratterizzando questa fase e che prefigurano un inesorabile fallimento delle gestioni medesime''.

"Affrontare in termini di sistema la questione energia"

Di fronte a questa situazione che sconta ''l'assoluta incapacità dei governi che si sono succeduti nel tempo ad affrontare in termini di sistema la questione energia, ci vuole una presa di coscienza collettiva, che riporti il tema della sicurezza energetica al primo posto nell'azione politica per evitare di ricadere, sempre e comunque, nell'incertezza. Per le famiglie, per l'industria e per il terziario''. I gestori, in attesa che si sciolgano i nodi dell'ammodernamento e del rilancio di un comparto che appare, oggi più che mai, essenziale al Paese ed alla sua economia, chiedono che il Governo intervenga immediatamente dando applicazione a quanto previsto dalla legge 244 del 2007, in tema di accisa mobilie (o anticiclica) che consente, da una parte, di sterilizzare gli aumenti dell'Iva e, dall'altra, di creare un minimo di stabilità per famiglie ed operatori economici.

In Irlanda taglio delle accise

In alcuni Paesi sono già scattate importanti contromisure, come in Irlanda. Il ministro delle Finanze e presidente dell'Eurogruppo, Pascal Donohoe, ha annunciato un taglio temporaneo delle accise applicate su benzina e diesel nel Paese. "L'accisa si ridurrà di 20 centesimi per litro di benzina e 15 centesimi per il diesel a partire dalla mezzanotte di stasera. Questo significherà un risparmio di circa 12 euro per un pieno di benzina e 9 euro per il diesel", ha evidenziato Donohoe. Il taglio delle accise "costerà all'erario 320 milioni di euro", che vanno ad aggiungersi agli "oltre 1,5 miliardi di euro di misure già annunciate per aiutare i cittadini a far fronte alle pressioni sul costo della vita", ha spiegato il ministro irlandese. La misura, ha aggiunto, "è stata apportata per rispondere agli aumenti dei prezzi osservati fino ad oggi, ma anche in previsione di ulteriori aumenti che prevediamo nelle prossime settimane". Tuttavia, ha osservato ancora Donohoe, "il governo ha risorse limitate" ed "è importante essere chiari: non possiamo proteggere cittadini e imprese dall'intero impatto" del caro energia.

Verso un intervento anche in Bosnia-Erzegovina

Misura analoga anche in Bosnia-Erzegovina uno dei due rami del parlamento federale - la Camera dei rappresentanti - ha approvato oggi un provvedimento che abolisce per un periodo di sei mesi le accise sui derivati del petrolio - benzina, diesel e altri tipi di carburanti. Se la misura sarà confermata dalla Camera dei popoli, l'altro ramo del parlamento, entrerà in vigore, portando a una riduzione del prezzo di tutti i derivati del petrolio. La notizia, diffusa dai media regionali, è giunta dopo la protesta odierna degli autotrasportatori della Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba, che hanno fermato camion e tir denunciando il continuo aumento del prezzo dei carburanti, per la crisi energetica legata al conflitto armato russo-ucraino.