Gas, ecco il piano Cingolani: giù il riscaldamento. Un grado, un’ora e 15 giorni in meno

Le misure volute dal ministro per limitare i consumi. Dalle aziende alle case: ecco come difendersi dalle super bollette

Roma, 7 settembre 2022 - Avremo sicuramente un inverno più freddo. Potremo accendere i riscaldamenti 15 giorni in meno rispetto all’anno scorso, ridurre di un grado i termostati ma anche far funzionare i nostri impianti con un orario ridotto di un’ora rispetto al solito. Scatta il piano-austerity del governo per fronteggiare l’emergenza gas. Per ora non ci sono gli interventi più duri, già decisi ad esempio da Francia e Germania, tipo lo stop alle insegne dei negozi e la riduzione delle forniture per l’industria. Ma il ’Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale’ diffuso dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, dovrebbe evitare brutte sorprese soprattutto fra gennaio e febbraio, quando ci sarà il picco della domanda. Ecco i principali capitoli del documento.

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Termostati abbassati e orari di accensione ridotti
Termostati abbassati e orari di accensione ridotti

Gli obiettivi

Il piano dovrebbe farci risparmiare 5,3 miliardi di metri cubi di gas grazie alla "massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi)", cui si aggiungono le misure comportamentali da "promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti, ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi".

Occhio al riscaldamento

Riduzione di un grado del riscaldamento degli edifici, a 17 con più o meno 2 gradi di tolleranza per quelli adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, a 19 (con più o meno 2 gradi di tolleranza) per tutti gli altri. Gli impianti saranno accessi otto giorni dopo rispetto all’attuale calendario e spenti una settimana prima, con una riduzione complessiva di quindici giorni. Salve sono le utenze sensibili, come gli ospedali o le case di ricovero. Si ridurrà anche la durata di accensione dei caloriferi secondo un meccanismo che dividerà l’Italia in cinque fasce. Per far rispettare le nuove regole il governo prevede controlli a campione anche sugli edifici privati.

Le buone abitudini

Partirà presto una campagna di comunicazione per spingere gli italiani a fare la propria parte e adottare una serie di buone pratiche per ridurre i consumi. Ad esempio abbassando la temperatura e la durata delle docce, utilizzando i nostri condizionatori con pompa di calore anche di inverno, abbassando il fuoco quando l’acqua giunge a ebollizzione, utilizzando la lavastoviglie e la lavatrice solo a pieno carico, spegnere tv o altri apparecchi elettronici senza lasciarli in stand by, inserire la funzione basso consumo sui nostri frigoriferi quando partiamo.

Le centrali a carbone

Nel piano è previsto anche l’utliizzazione a pieno regime delle centrali a carbone o a olio esistente. Con questa operazione, a partire dal mese di ottobre 2022, si eviterebbe il ricorso al consumo di gas per circa 290 milioni metri cubi di gas, mentre, iniziando dal mese di novembre 2022, il risparmio sarebbe di poco superiore a 200 milioni metri cubi di gas.

Diversificazione delle fonti

Per aumentare la nostra indipendenza dalla Russia il governo continuerà a diversificare le fonti di approvvigionamento. È stato già siglato un accordo per aumentare l’import dall’Algeria dal 2022. Stesso copione per il gas che viene distribuito con il Tap. In coordinamento con Eni e con Snam, sono stati garantiti approvvigionamenti di gas liquido da nuove rotte, dall’Egitto al Qatare, dal Congol all’Angola, dalla Nigeria al Mozambico, dall’Indonesia alla Libia. Ma è fondamentale che entro i primi mesi del 2023 entri in funzione il primo rigassificatore galleggiante e, successivamente e comunque entro il 2024, anche il secondo impianto. L’insieme delle iniziative messe in campo consentirà di sostituire entro il 2025 circa 30 miliardi di gas russo con circa 25 miliardi di diversa provenienza, colmando la differenza con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica.