Legno introvabile, pellet alle stelle: cosa c'entrano il bostrico e la tempesta Vaia

L'ex forestale: ecco come il parassita influisce sulle quotazioni della materia prima

Roma, 11 settembre 2022 - Legno quasi introvabile e prezzi alle stelle, pellet compreso: cosa c’entrano il bostrico e la tempesta Vaia? Mentre gli italiani corrono ai ripari contro il caro gas e la crisi energetica, ecco le spiegazioni di Luigi Casanova, storica voce dell’ambientalismo. Che sottolinea cosa a suo parere non funziona nella filiera italiana e cosa dovremmo fare. Mentre sulle Alpi il parassita sta attaccando voracemente i nostri boschi.

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Il bostrico 'tipografo'
Il bostrico 'tipografo'

Allarme bostrico tipografo

Luigi Casanova, forestale per 40 anni, presidente onorario dell’associazione Mountain Wilderness, punta il dito sul sistema Italia, che "in questi 20 anni  non ha pensato a gestire questa filiera del legno, a partire dalla produzione della materia prima, cioè il legname del bosco per poi mantenere sul territorio il valore aggiunto della seconda lavorazione e della terza lavorazione. Praticamente abbiamo considerato lo scarto di segheria come un rifiuto speciale mentre in Germania, Austria e Svizzera, paesi più lungimiranti, sia gli imprenditori privati che gli enti pubblici ormai da decenni hanno costruito un’intera filiera del legno". 

Il legname della tempesta Vaia e il pellet

Quindi tutto il legno ancora a terra, abbattuto dalla tempesta Vaia, è considerato scarto e nessuno ormai lo raccoglie più? Spiega Casanova: "Il legname raccolto il primo e secondo anno è stato utilizzato dalle segherie. Ma adesso siamo ormai al quarto anno di caduta al suolo, quei tronchi soono stati attaccati da funghi e muffe. Infine a dare il colpo di grazia è arrivato il bostrico. Avrebbe potuto essere trasformato in pellet che oggi è introvabile ed è arrivato a prezzi stellari. Però ci voleva un’organizzazione del lavoro, adesso è troppo tardi, non siamo stati pronti".

Il bilancio dopo Vaia

Ma qual è oggi il bilancio della tempesta Vaia? Quanto legname è stato recuperato? Chiarisce l'ambientalista: "Un’eccezione positiva è sicuramente l’Alto Adige, dove il 90% è stato raccolto. Altrove, dalla Provincia autonoma di Trento al Veneto e al Friuli Venezia Giulia, si è arrivati al 60-65%". 

Come lavora il parassita

Prevede Casanova: "Se abbiamo avuto 10 milioni di metri cubi di schianti per Vaia, tra 2022-2023 ci dobbiamo aspettare altri 10 milioni di metri cubi di legno abbattuto a causa del bostrico. Questo parassita "è fisiologico all’interno della vita di un bosco di conifere. Specialmente di abete rosso. Ma finché trova le piante forti, strutturate, capaci di reagire, si riesce a limitare i danni. Ma dopo Vaia non è così. Così i parassita è riuscito a moltiplicarsi".

"Ecco cosa c’entra il parassita con il prezzo finale del legno"

"Centra eccome - chiarisce l'ex forestale -. Perché se 10 anni fa ho fatto un piano, contavo su un certo capitale legnoso. Con l’attacco del bostrico mi viene a mancare la materia prima sul territorio e sono costretto a importarla. Ma Francia, Austria e Baviera hanno subito danni molto superiori ai nostri, ad esempio con la tempesta Lothar che nel 1999 ha provocato 240 milioni di metri cubi di schianto. Ma noi siamo rimasti spettatori, non ci siamo organizzati.  Così adesso il pellet quando arriva, arriva dalla Lituania e le segherie non trovano più travature per l’edilizia. Mentre il legname bostricato è inutilizzabile".

I danni provocati nel 2018 dalla tempesta Vaia
I danni provocati nel 2018 dalla tempesta Vaia