Flat tax, la proposta della Lega anticipa la manovra. Ma è strappo nel governo

Vertice al Viminale con le parti sociali. Salvini: "Ma non voglio sostituirmi al presidente del Consiglio". Ira Conte: "Sui tempi decido io". E Di Maio attacca i sindacati

Matteo Salvini, affiancato da Armando Siri, al tavolo con la parti sociali (Ansa)

Matteo Salvini, affiancato da Armando Siri, al tavolo con la parti sociali (Ansa)

Roma, 15 luglio 2019 - La Lega vuole una manovra economica "molto anticipata" con i punti già definiti "tra luglio e agosto", ecco perché oggi ha convocato un tavolo con le parti sociali al Viminale. "Vogliamo raccogliere i vostri suggerimenti", spiega infatti il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, aprendo l'incontro al cui centro c'è la Flat Tax. "È l'inizio di un percorso, non vogliamo sostituirci al presidente del Consiglio", ci tiene però a sottolineare Salvini. Parole che però non arginano l'ira del premier Giuseppe Conte, che parla di "scorrettezza istituzionale". "I tempi li decido io, non altri", puntualizza da Palazzo Chigi.

FOCUS / Chi ci guadagna con le proposte della Lega

Flat tax per le famiglie

A presentare la Flat Tax leghista è il suo stesso ideatore Armando Siri, l'ex sottosegretario indagato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sull'eolico in Sicilia. "Il nostro obiettivo è una flat tax un'unica deduzione fiscale che assorbirà tutte le detrazioni. Vogliamo portare al 15% l'aliquota fino a 55.000 euro di reddito familiare. Ci saranno benefici per 20 milioni di famiglie e 40 milioni di contribuenti. Ci sarà un grande impulso ai consumi e risparmi per 3.500 euro per una famiglia monoreddito con un figlio. C'è l'intenzione di portare nelle tasche 12-13 miliardi di euro", dice Siri rivolto, tra gli altri, ai segretari generali dei sindacati e al presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. 

In ballo però non c'è solo questo. Si lavora a una seconda fase della pace fiscale, con la possibilità di chiudere con le imprese altri contenziosi, dice invece - secondo quanto riferiscono le parti sociali al tavolo - il sottosegretario al Mef, Massimo Bitonci. Ma "prioritaria" è anche "l'emersione del contante" (150 miliardi) presente "nelle cassette di sicurezza". Tra le indicazioni avanzate ci sarebbe poi il pos a costo zero per le imprese in caso di operazioni sotto i 25 euro fatte con il contactless.

Al tavolo siedono anche i vice ministri Massimo Garavaglia e Dario Galli, i sottosegretari Claudio Durigon e Guido Guidesi, i presidenti delle commissioni Finanze del Senato e Bilancio della Camera, Alberto Bagnai e Claudio Borghi. Proprio quest'ultimo - sempre secondo quanto riferito dalle parti sociali - spiega che i risparmi dal Reddito di cittadinanza e Quota 100 porteranno un tesoretto nel 2020. "E' stato incassato di più e speso di meno. E questo si confermerà per il prossimo anno - dice -. Il tiraggio delle misure è inferiore al previsto, anche perché sono partite a metà anno. Quindi un po' di margini ci sono per fare interventi che stanno a cuore dei cittadini".

MESSAGGIO AL M5S - "Vogliamo una manovra economica fondata sul 'sì', sullo sblocco, sulla fiducia, sui cantieri. Qualsiasi tipo di blocco non è più accettato né accettabile", dice poi Salvini facendo il punto sul tavolo. Parole che suonano come un messaggio diretto agli alleati governo del M5s, tirati direttamente in ballo sul tema rifiuti. "Ovunque nel mondo sono una risorsa mentre qui sono un costo per dei no pregiudiziali - spiega -. Su questo bisogna ragionare con M5s affinchè anche in Italia diventino una risorsa".  

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Ma Salvini ci tiene anche a spiegare bene il senso di questo incontro "senza voler togliere il lavoro a nessuno e senza volersi sostituire a nessuno". "E' nostro dovere raccogliere suggerimenti di chi produce in Italia - dice -. Vorremmo che alla riapertura dei lavori parlamentari fosse già in discussione la manovra. Se serve si lavora a luglio e agosto". "Abbiamo esposto i progetti della Lega per la prossima manovra che ruotano su due punti, un forte taglio tasse per famiglie e lavoratori dipendenti e la prosecuzione della riduzione degli oneri fiscali e burocratici per le imprese".

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Conte contro Salvini

Puntualizzazioni che però non bastano a evitare lo strappo nel governo. "Se oggi qualcuno pensa che non solo si raccolgono istanze da parte delle parti sociali ma anticipa dettagli di quella che ritiene che debba essere la manovra economica, si entra sul terreno della scorrettezza istituzionale", dice il premier Giuseppe Conte non nascondendo una certa irritazione. "La manovra economica viene fatta qui, con il ministro dell'Economia e tutti i ministri interessati. Non si fa altrove, non si fa oggi e tengo a precisare che i tempi li decide il presidente del Consiglio. I tempi non li decidono altri", sottolinea Conte da Palazzo Chigi per poi riservare un altro affondo quando i cronisti chiedono se Salvini debba riferire alla Camere per il caso rubli-Savoini. "Perché no? - dice Conte -. Noi crediamo nella trasparenza nei confronti dei cittadini in ogni sede, in tutte le occasioni, in primis in Parlamento, le sedi giuste per onorare questa linea guida". 

Di Maio su sindacati e "l'indagato" Siri

E nel dibattito interviene anche l'altro vicepremer Luigi Di Maio, che non risparmia frecciate ai sindacati. Se "vogliono trattare con un indagato per corruzione messo fuori dal governo, invece che con il governo stesso, lo prendiamo come un dato. Ci comportiamo di conseguenza - scrive il leader del Movimento su Facebook -. Ora ho capito perché alcuni sindacati attaccano la nostra proposta sul salario minimo. Parlino pure con Siri, parlino pure con chi gli vuole proteggere le pensioni d'oro e i privilegi. Hanno fatto una scelta di campo, la facciamo pure noi! Per quanto mi riguarda, basta recite, pensiamo a governare". Poi la replica a Salvini. "Sulla Flat Tax non solo è sì, ma facciamola anche prima di settembre se il piano della Lega è già pronto. Basta che aiuti le famiglie normali e non si facciano scherzetti agli italiani - prosegue Di Maio -. Per anni abbiamo avuto governi che davano 1 e toglievano 10. Il gioco delle tre carte no, ma sono fiducioso". 

LA REPLICA DI SALVINI - Intanto a fine incontro arrivano le nuove dichiarazioni di Salvini. "E' chiaro che i tempi della manovra li detta il presidente del Consiglio, verso il quale abbiamo piena fiducia, ma prima si fa e meglio è - dice -. Non mi interessa portare via il lavoro ad altri mi interessa portare contributi di progettualità. Se 43 rappresentanti delle parti sociali ci dicono grazie qualcuno dovrebbe pensarci su". Poi ribadisce che non parlerà più della vicenda dei presunti fondi russi alla Lega. "Non abbiamo chiesto, né visto né preso un euro di finanziamento dall'estero. Mi occupo di vita reale e non di spionaggio. Punto. Mi sono stufato di ripeterlo - sottolinea -. Non commento le non notizie".