Crisi alimentare globale nel 2022, cresce l'allarme. Perché riguarda anche l'Italia

Il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen: "La guerra sta avendo un impatto al di là dell'Ucraina ed è una cosa di cui siamo molto preoccupati". I dati della Coldiretti sui blocchi all'export e su quanto importa l'Italia

Un campo di grano (foto iStock)

Un campo di grano (foto iStock)

New York, 16 maggio 2022  - Avanza lo spettro della crisi alimentare globale causato dall'invasione della Russia in Ucraina, che ha esacerbato i problemi di sicurezza alimentare del mondo intero. Il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen, secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg, ha sottolineato che "la guerra sta avendo un impatto al di là dell'Ucraina ed è una cosa di cui siamo molto preoccupati. Temo che abbiamo una crisi globale nelle nostre mani", mette in evidenza Yellen, in questi giorni in Europa in vista del G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali. Yellen si attende che dalla riunione emergere un piano di azione per affrontare la sicurezza alimentare.

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Allarme carestia in 53 Paesi

I dati e le previsioni che emergono sono terribili. Con l'ondata di protezionismi provocata dalla guerra in Ucraina - rilevava ieri Coldiretti -, che ha portato per ultimo l'India a bloccare l'export di grano, è allarme carestia in 53 Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l'alimentazione e risentono quindi in maniera devastante dall'aumento dei prezzi di grano e riso. Coldiretti sottolinea che si tratta di comportamenti che nei paesi ricchi generano inflazione che volerà nell'eurozona al 6,1% e il taglio delle stime di crescita del Pil mentre in quelli poveri allarga l'area dell'indigenza alimentare soprattutto in Africa e in Asia.

"Servono corridoi alimentari immediati"

"Senza corridoi alimentari 'immediati' per il grano proveniente dall'Ucraina, si rischia una carestia nei Paesi del Maghreb", ha ribadito anche Marco Minniti, presidente della Fondazione Med-Or, nel corso di un intervento questa mattina al Senato francese in occasione della 'Conference interparlementaire sur les defis migratoires'. "La guerra in Ucraina ha generato il rischio di una crisi alimentare globale. Per tutto il pianeta, ma soprattutto dall'altra parte del Mediterraneo, in Africa", ha affermato Minniti, ricordando che "la maggior parte dei Paesi del Maghreb dipende dal grano proveniente dall'Ucraina e dalla Russia - oltre il 90% per alcuni di loro".

"Se non riusciamo a creare corridoi alimentari 'immediati'' per il grano proveniente dall'Ucraina, corriamo il rischio di una carestia nei Paesi del Maghreb. Abbiamo poco tempo - ha ammonito l'ex ministro dell'Interno -. Questo può portare a crisi sociali molto grandi, a 'rivolte per il pane', basti pensare a quello che è successo nel 2011, non già nel 2015, ma nel 2011. Tensioni sociali che possono creare una crisi umanitaria, non solo in Ucraina, ma anche in Africa. La crisi alimentare può quindi diventare crisi sociale. L'Europa potrebbe essere stretta in una tenaglia umanitaria con un ramo a nord-est, in Ucraina, e un ramo a sud, in Africa".

Gli stop all'export

Tornando all'analisi della Coldiretti, nel grido d'allarme viene evidenziato che la decisione dell'India di sospendere le esportazioni sconvolge i mercati dove aveva l'obiettivo di esportare ben 10 milioni di tonnellate di grano nel corso del 2022, anche se l'Italia - secondo la Coldiretti - non ha importato direttamente grano dal secondo produttore mondiale. Un annuncio che fa seguito - sottolinea l'associazione - a quella dell'Indonesia di sospendere le esportazioni di olio di palma, di cui il paese è il primo produttore mondiale, a causa delle difficoltà sul mercato interno e del rischio di tensioni sociali. Ma anche Serbia e Kazakistan hanno limitato con quote le spedizioni di cereali all'estero e in Europa una misura simile, fortemente contestata dalla Commissione Europea, era stata presa dall'Ungheria con pesanti effetti per il mais sull'Italia che ne ha importato ben 1,6 miliardi di chili nel 2021. Una situazione che - sostiene la Coldiretti - aggrava gli effetti della guerra che coinvolge direttamente il commercio di oltre un quarto del grano mondiale, con l'Ucraina che insieme alla Russia controlla circa il 28% sugli scambi internazionali con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate, ma anche il 16% sugli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) per l'alimentazione degli animali negli allevamenti e ben il 65% sugli scambi di olio di girasole (10 milioni di tonnellate), secondo l'analisi della Coldiretti sulla base dei dati del Centro Studi Divulga.

La carenza di grano ha portato molte comunità al cambio della dieta con la sostituzione dei piatti a base di grano con il riso che ha registrato un balzo dei prezzi e dei consumi mondiali che nel 2022 - spiega Coldiretti - raggiungeranno il record degli ultimi dieci anni con quasi 521 milioni di tonnellate in aumento di oltre 9 milioni rispetto all'anno precedente. Si tratta - continua Coldiretti - del cereale più consumato al mondo alla base della dieta di molte comunità, a partire dai paesi asiatici ma anche in alcune aree dell'Africa.

Quanto importa l'Italia

L'emergenza mondiale riguarda direttamente l'Italia che è un Paese deficitario e importa addirittura il 62% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti, il 35% del grano duro per la pasta e il 46% del mais di cui ha bisogno per l'alimentazione del bestiame, anche se è però autosufficiente per il riso di cui è il primo produttore europeo con oltre il 50% dei raccolti per un totale di circa 1,5 milioni di tonnellate di risone all'anno, anche se quest'anno in forte calo per effetto della siccità e degli alti costi di produzione.