Coronavirus, Italia a rischio recessione, l'Ue apre agli aiuti

Moody's: la crisi peggiorerà. Allarme degli industriali: siamo in emergenza

Torna a salire il prezzo del petrolio (e dei carburanti)

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Milano, 27 febbraio 2020 - Dall’epidemia alla recessione, il passo è breve. L’allarme è di Mark Zandi, capo economista di Moody’s Analytics, che ha definito il Covid-19 «una minaccia grave e crescente per l’economia cinese e globale, già fragili». Una recessione globale è probabile nel caso di una pandemia e le probabilità che ciò accada aumentano con il crescere dei contagi in Italia e in Corea del Sud, secondo il rapporto presentato ieri da Zandi.  L’impatto sull’economia globale coinvolge molti settori, in primis quello dei viaggi: «Il turismo e i viaggi di lavoro da parte dei cinesi si sono fermati, le compagnie aeree non vanno in Cina e quelle di navigazione stanno cancellando molti itinerari», ha detto Zandi, prevedendo ricadute anche per l’Europa, soprattutto in città come Milano, a causa del focolaio italiano. L’economia globale resterà dunque inchiodata a una crescita del 2,4% nel 2020, 0,4 punti in meno delle ultime stime.

Impatto grave

Sull’economia italiana l’impatto potrebbe essere grave: «L’esplosione del virus nelle regioni dell’Italia settentrionale – che contano per circa il 41% del Pil del Paese – aggiunge pressione al ribasso sulle già deboli prospettive di crescita dell’economia italiana e aumenta il rischio che il Paese scivoli in recessione», scrive Moody’s, che però non ha intenzione per ora di abbassare il rating.

«Siamo in emergenza», servono «misure di sostegno alle imprese», ha ammonito ieri Carlo Bonomi, che guida Assolombarda ed è in corsa per la presidenza di Confindustria, sottolineando oltre al danno economico immediato anche quello reputazionale, che avrà effetti nel medio-lungo periodo. «Tra poco ci sarà la reazione veemente dei ceti produttivi, si ribelleranno: la settimana prossima ci sarà chi inizierà ad aprire le fabbriche», ha sostenuto il leghista Giancarlo Giorgetti, parlando alla Camera.

Nelle fabbriche

Nelle fabbriche dove ci sono dipendenti contagiati la produzione in alcuni casi si ferma, come alla piemontese Italdesign. Dalla Cina si è ridotto l’arrivo di componenti che vengono assemblati qui. L’autonomia della filiera automotive è in media di 40 giorni: Federmeccanica stima che seri problemi potrebbero arrivare se gli approvvigionamenti non riprenderanno entro metà marzo. 

Per Confcommercio potrebbero mancare al turismo, tra marzo e maggio, 21 milioni e 700 mila presenze, con una riduzione di spesa di 2,65 miliardi. Per i pubblici esercizi, Confcommercio parla di 100 mila dipendenti a rischio nel settore. La Banca d’Italia ha stimato che l’impatto economico dell’epidemia sarà dello 0,2%, che equivale a 3,6 miliardi di euro, ma lunedì la Borsa è caduta del 5,4%, bruciando 30 miliardi. Ieri, invece, Piazza Affari si è un po’ risollevata, con un rialzo dell’1,44%.

Ue flessibile

Per tutte queste ragioni, la Commissione Ue ieri ha aperto la strada a una maggiore flessibilità nei confronti dell’Italia: il vice presidente Valdis Dombrovskis si è detto pronto a considerare circostanze attenuanti nel valutare l’andamento delle finanze pubbliche. «Abbiamo già una clausola nel Patto di Stabilità prevista per far fronte a tutti i tipi di emergenze. Le questioni relative al Coronavirus sarebbero ammissibili ai sensi di questa clausola. Quindi, se dovessero esserci richieste da parte degli Stati membri, saremmo aperti a discuterne», ha detto Dombrovskis. Uno spiraglio importante.