Variante Omicron: cos'è, sintomi, trasmissibilità, vaccini. Iss: domande e risposte

L'Istituto Superiore di Sanità fa il punto sulle conoscenze attuali. Gravità, terapie, classificazione: ecco cosa sappiamo (e cosa non sappiamo) sulla nuova mutazione

Test Covid: un campione nasale (Ansa)

Test Covid: un campione nasale (Ansa)

Roma, 29 novembre 2021 - E' stata classificata come Voc ('variant of concern', letteralmente 'variante di preoccupazione'): Omicron è l'ultima variante scoperta nel virus SarsCov2. L'ultima degna di nota. Sì perché, come ogni virus, il coronavirus responsabile del Covid-19 muta, e muta parecchio proprio per la sua larga diffusione. Omicron ha destato subito l'attenzione delle autorità sanitarie internazionali per le sue tante mutazioni che potrebbero renderla sfuggente agli anticorpi generati dai vaccini esistenti. Ci si interroga sulle sue caratteristiche: sul grado di contagiosità, sui sintomi clinici e sulla loro gravità, sull'efficacia dei vaccini nel contrastare l'infezione. Quesiti a cui è impossibile rispondere con certezza vista la 'giovane età' della variante (è stata isolata per la prima volta l'11 novembre in Botswana e il 14 novembre in Sudafrica): su Omicron la ricerca scientifica è appena agli inizi. Ci sono però delle indicazioni che arrivano dagli esperti e che l'Iss (Istituto Superiore di Sanità) ha raccolto in una sintetica guida. Ecco come risponde l'Istituto alle domande più frequenti su Omicron.  

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Sommario

 

Cos'è?

Omicron è una variante del virus SarsCov2, un tipo di coronavirus responsabile della malattia Covid 19. Indicata prima dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) con la sigla di ha  B.1.1.529 è stata categorizzata come ‘Variant of Concern’ (Voc), e poi ribattezzata con il nome della lettera greca Omicron. L'Iss spiega così il concetto di variante virale: "I virus, in particolare quelli a Rna come i coronavirus, evolvono costantemente attraverso mutazioni del loro genoma. Maggiore è la circolazione del virus, maggiore è il rischio di una mutazione. Mutazioni del virus Sars-CoV-2 sono state osservate in tutto il mondo fin dall'inizio della pandemia. Mentre la maggior parte delle mutazioni non ha un impatto significativo qualcuna può dare al virus alcune caratteristiche come ad esempio un vantaggio selettivo rispetto alle altre attraverso una maggiore trasmissibilità, una maggiore patogenicità con forme più severe di malattia o la possibilità di aggirare l'immunità precedentemente acquisita da un individuo o per infezione naturale o per vaccinazione".

Quanto è contagiosa?

"Non è ancora chiaro se la variante Omicron sia più trasmissibile rispetto alle altre, inclusa la Delta - scrive l'Iss -. E' stato segnalato che il numero di persone positive è cresciuto in Sud Africa, dove sta circolando questa variante, ma sono in corso studi epidemiologici per capire se la causa sia appunto la Omicron o se altri fattori possano avere influenzato la circolazione del virus". 

Quanto è grave?

Anche su questo punto l'Istituto è cauto. "Non ci sono ancora evidenze che l'infezione con Omicron causi una malattia più grave rispetto alle altre varianti".  E' vero che "i dati preliminari suggeriscono un tasso maggiore di ricoveri in Sud Africa", ma questo potrebbe essere "dovuto all'aumento complessivo delle persone infette piuttosto che alla specifica infezione con Omicron". l'Associazione dei medici sudafricani ha segnalato una serie di sintomi insoliti (o meglio l'assenza di sintomi classici come la perdita di gusto e olfatto, ma secondo gli esperti dell'Iss "al momento non ci sono informazioni che suggeriscano che i sintomi specifici associati a questa variante siano diversi da quelli dovuti alle altre". Si è parlato di malattia blanda ma "i casi iniziali di infezione riguardano studenti universitari, persone giovani che tendono ad avere una malattia più lieve". Per capire il livello di gravità dell'infezione causata da Omicron "servirà più tempo (da alcuni giorni ad alcune settimane). In ogni caso tutte le varianti del Covid-19, inclusa la Delta (la variante dominante a livello globale) "possono causare malattia grave o morte, in particolare nelle persone più vulnerabili.

I vaccini sono efficaci? 

Anche qui, gli studi sono in corso e ogni valutazione preliminare sarebbe priva di fondamento scientifico. Tuttavia l'Iss ricorda che "i vaccini restano indispensabili per ridurre il rischio di malattia grave e di morte, incluso quello contro la variante al momento dominante, la Delta" e raccomanda di "aumentare le coperture vaccinali il più rapidamente possibile, con la terza dose nelle persone per cui è raccomandata e iniziando o completando il ciclo primario per chi non l'avesse ancora fatto".

E le cure?

"I corticosteroidi e gli antagonisti dell'IL6 rimangono efficaci nel trattamento dei pazienti gravi", afferma l'Istituto. "Per quanto riguarda altri trattamenti, questi verranno valutati per verificare qualsiasi eventuale perdita di efficacia viste le mutazioni presenti nella variante Omicron".

I test diagnostici (tamponi) funzionano? 

Come informava ieri il presidente Aifa, Giorgio Palù, citando le informazioni arrivate da Israele, "i normali test già in uso basati su PCR (molecolari ndr) sono in grado di rilevare l'infezione anche in presenza della variante Omicron". Non si può dire altrettanto dei test antigenici rapidi, almeno per il momento: "Sono in corso studi".

Come difendersi?  

"Le strategie per ridurre la diffusione del virus SARS-CoV-2, oltre alla vaccinazione, rimangono le stesse anche per questa nuova variante". Dunque distanziamento, mascherine soprattutto al chiuso e in ambienti affollati. Starnutire nel gomito o nel fazzoletto, lavare spesso le mani, ventilare gli ambienti. La raccomandazione degli esperti è di effettuare il prima possibile la dose booster del vaccino, e per chi non si è ancora sottoposto alla prima dose, prenotarne subito l'appuntamento. Vaccinare il più possibile resta lo strumento collettivo per ridurre il rischio di trasmissione oltre che il pericolo di insorgenza di nuove, più pericolose, varianti. 

Come viene riconosciuta una variante? 

In Italia l'analisi delle varianti viene effettuata dai laboratori delle singole regioni, "che rispondono a precisi standard qualitativi sotto il coordinamento dell' Iss". Dal 29 aprile 2021 - ricorda l'Istituto - è attiva la piattaforma per la sorveglianza genomica delle varianti di SARS-CoV-2 (I-Co- Gen) che consente di raccogliere e analizzare le sequenze identificate sul territorio nazionale e dialogare con le piattaforme internazionali. La piattaforma consente di emanare tempestivamente degli 'alert', indicando sequenze di particolare interesse. Il sistema ha permesso di indentificare e confermare il primo caso italiano di Omicron il 28 novembre".