Vaiolo delle scimmie: sintomi, contatti stretti e quarantene. Ecco le regole del ministero

In Italia i casi sono 505. Emanata una circolare per arginare la diffusione in attesa che l'Ema concluda l'esame sul vaccino

Vaiolo delle scimmie: sintomi e cosa fare se si contrae l'infezione

Vaiolo delle scimmie: sintomi e cosa fare se si contrae l'infezione

Roma, 3 agosto 2022 - Sono 505 i casi di vaiolo delle scimmie in Italia: 26 in più rispetto all'ultima rilevazione di cinque giorni fa. Per arginare il diffondersi dell'infezione e in attesa che l'Ema concluda l'esame per estendere l'uso del vaccino contro il vaiolo Imvanex anche al vaiolo delle scimmie, il ministero della Salute ha emanato una circolare che indica, per i contatti stretti, anche il ricorso alla quarantena. "In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l'applicazione di misure quarantenarie", si legge infatti nel testo diffuso ieri.

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I contatti stretti

"I contatti stretti devono essere identificati il prima possibile e informati della loro esposizione e del rischio di sviluppare l'infezione". Per i contatti con esposizioni a basso rischio "è possibile adottare la sorveglianza passiva, autocontrollarsi e informare il proprio medico di famiglia", scrive ancora il ministero. "I contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola (la quarantena non è necessaria)", si specifica ancora nella circolare firmata dal direttore generale per la prevenzione Gianni Rezza. Per i contatti stretti è indicato di evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono in regime di sorveglianza.

I sintomi e cosa fare

L'auto-monitoraggio prevede il controllo della febbre (almeno due volte al giorno) o di altri sintomi come il mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia ecc. o eruzione cutanea da causa sconosciuta nei 21 giorni dall'ultima esposizione. In tal caso, andrà informato tempestivamente il Dipartimento di prevenzione e il medico curante, occorrerà auto-isolarsi. È indicato anche astenersi dalle attività sessuali per 21 giorni dopo l'ultima esposizione, igiene delle mani e respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente, e lavarsi spesso le mani); evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini sotto i 12 anni e donne in gravidanza per 21 giorni dopo l'ultima esposizione; evitare il contatto stretto diretto con animali, inclusi gli animali domestici, per 21 giorni dopo l'ultima esposizione.

Infine, sottolinea ancora la circolare, "le autorità sanitarie locali possono scegliere di escludere i bambini in età prescolare da asili nido, scuole materne o altri ambienti di gruppo". Infine la circolare chiarisce che "apposite indicazioni sulla strategia di vaccinazione in Italia contro il vaiolo delle scimmie saranno fornite con successiva pubblicazione".

La situazione in Italia e nel mondo

L'infezione continua a svilupparsi quasi esclusivamente fra maschi (501) rispetto ai soli 4 casi fra donne. La maggior parte dei casi italiani si registrano in Lombardia dove se ne contano 232, seguita dal Lazio (104), Emilia Romagna (57), Veneto (33), Piemonte (18) e Toscana (17). Sono 5 le regioni che non hanno ancora segnalato casi: Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d'Aosta mentre le rimanenti 7, (comprese le province autonome di Bolzano e di Trento), ne contano meno di 10. 

L'ultimo bilancio che risale al 26 luglio vede in Europa 12.761 casi segnalati al sistema Tessy e riportato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ed hanno riguardato 32 paesi. La Spagna ha registrato le prime due vittime in Europa. La situazione continua a preoccupare gli Usa, dove si contano 1.345 casi ma solo a New York, secondo il sindaco Eric Adams, sarebbero 150.000 le persone a rischio contagio. Proprio per questo motivo lo Stato ha dichiarato lo stato di emergenza, così come ha fatto la California.