Vaccino Covid italiano, Reithera-Spallanzani: finita Fase 1, immunità nel 92,5% dei casi

Presentati i dati della sperimentazione. "Nessuna reazione avversa. Basta una sola dose ed è stabile tra i 2 e gli 8 gradi"

Giuseppe Ippolito presenta i dati del vaccino ReiThera (Ansa)

Giuseppe Ippolito presenta i dati del vaccino ReiThera (Ansa)

Roma, 5 gennaio 2021 - L'Italia prova "a raggiungere una qualche indipendenza anche nella dotazione dei vaccini" anti Covid. A dirlo è il commissario straordianario all'emergenza Domenico Arcuni durante la conferenza stampa  di presentazione dei risultati della fase 1 della sperimentazione del vaccino ReiThera GRAd-CoV2. I primi risultati del siero italiano sviluppato dall'azienda di Pomezia e testato all'Inmi Spallanzani di Roma "sono più che promettenti" e "ora ci sarà l'ulteriore sviluppo nella Fase II e Fase III della sperimentazione", ha sottolineato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Iss).

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"Il vaccino ReiThera induce la produzione di anticorpi neutralizzanti, basta una sola dose. Con una singola dose abbiamo ottenuto risultati in linea con gli altri vaccini, quello di Pfizer e di Moderna", ha detto Giuseppe Ippolito, direttore Scientifico dello Spallanzani, illustrando i dati. "Abbiamo arruolato 100 persone e 45 sono state vaccinate con dosi diverse e tutti sono arrivati alla fine per la valutazione di sicurezza: il vaccino non ha avuto alcun avvento avverso grave nei primi 28 giorni dalla vaccinazioni, un risultato migliore rispetto a Moderna e Pfizer che hanno avuto effetti indesiderati - ha detto ancora Ippolito -. Il picco di produzione di anticorpi a 4 settimane resta costante ed il vaccino è auna sola dose". 

"Il 92,5% dei vaccinati ha sviluppato anticorpi rilevabili. Comparando i dati di questo studio con Moderna e Pfizer siamo in linea e ci aspettiamo la capacita del vaccino di prevenire la malattia sostanzialmente come gli altri vaccini. Il protocollo lo sottometteremo alle agenzie regolatorie in tempi brevi e ipotesi è di chiudere fase 3 entro l'estate", ha detto ancora il direttore scientifico dello Spallanzani. 

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"Il Governo ha destinato risorse sufficienti a finanziare lo sviluppo successivo della sperimentazione di ReiThera - ha spiegato ancora Arcuri -. Il Governo, tramite una società pubblica, entrerà in ReiThera anche con una operazione di equity, e i contratti di sviluppo serviranno a finanziare la ricerca e una stabilizzazione incrementale della produzione". "A marzo importavamo la totalita' dei dispositivi di protezione individuale, da luglio non lo facciamo piu'. A marzo non producevamo nemmeno un ventilatore, oggi ne produciamo in maniera sufficiente. In queste settimane dipendiamo dalla capacità che altri paesi hanno sviluppato nella ricerca e nell'immissione in commercio dei vaccini. Nel lavoro di Reithera, proviamo a raggiungere una qualche indipendenza anche nella dotazione di vaccini e costruiamo a chi verrà dopo di noi una capacità di ricerca e sviluppo che questo Paese prima di questa emergenza non aveva", ha aggiunto il Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19.

"Puntiamo a sviluppare 100 milioni di dosi di vaccino per anno. Il vaccino è stabile a una temperatura tra 2 e 8 gradi", ha dichiarato dal canto suo la presidente dell'azienda Reithera, Antonella Folgori. Il vaccino è frutto unicamente della ricerca italiana: ReiThera copre tutte le fasi di studio nel suo centro operativo di Castel Romano per poi passare appunto nell'"officina di produzione". Il vaccino in questione utilizza materiale genetico della 'spike', c'è un vettore che funziona come una navicella.

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"L'immunità diffusa è l'unico modo per uscire dalla situazione pandemica, l'Italia è in grado in maniera competitiva di giocarsi partite importanti sulla capacità di generare tecnologia biomedica sofisticata, ha detto ancora Franco Locatelli.

Questa partecipazione per la produzione del vaccino anti-Covid italiano ReiThera "darà ai cittadini italiani e non solo italiani la possibilità di accedere a un vaccino sostenibile, sia per quanto riguarda le popolazioni da trattare sia per le modalità di accesso nel nostro e in altri Paesi", ha infine detto il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco, Nicola Magrini.