Super Green pass a dicembre: cos'è e cosa prevede. Le ultime ipotesi

Regioni chiedono niente restrizioni per i vaccinati, Governo prende tempo. Alcuni presidenti chiedono Super Green pass per vaccinati e guariti anche in zona bianca. Ormai escluso l'obbligo vaccinale per tutti

Un corteo contro il Green pass (Ansa)

Un corteo contro il Green pass (Ansa)

Roma, 22 novembre 2021 - Aggiornamento: Super Green pass: cosa cambia in Italia e da quando. Decreto approvato all'unanimità

 

Prende forma il 'super Green pass', il nuovo certificato verde che dovrebbe entrare in vigore da dicembre. Oggi, nella riunione tra governo e Regioni, i governatori hanno chiesto di dare certezze alle categorie produttive e all'economia invernale, 'premiando' i cittadini che si sono vaccinati e prevedendo per loro minori restrizioni, anche in zona bianca. Ma il governo prende tempo e, secondo quanto si apprende da fonti, "al momento riflette". Non è escluso, prima del Consiglio dei ministri di giovedì prossimo, un altro incontro con i presidenti delle Regioni. In ogni caso, inevitabilmente la misura è destinata a creare polemiche e malumori. Ma vediamo di cosa si tratterebbe, quali sono le ipotesi e i dettagli qui sotto.

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Intanto, l'Alto Adige corre ai ripari: discoteche chiuse, nei comuni rossi coprifuoco dalle 20 alle 5 e bar e ristoranti chiusi alle 18. In tutta la provincia, invece, torna la mascherina obbligatoria all'aperto e la Ffp2 nei mezzi pubblici. 

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Sommario

Le posizioni: Regioni e governo

Il Super Green pass, ovvero la possibilità di una corsia privilegiata per i vaccinati, con un doppio binario che limiti i soli non vaccinati, è il tema della settimana. E resta in discussione anche dopo il primo incontro governo-Regioni, avvenuto oggi.  Da parte delle Regioni, le richieste sono chiare: dare certezze alle categorie produttive e all'economia invernale, premiando i cittadini che si sono vaccinati prevedendo per loro minori restrizioni. E questo, avrebbero chiesto alcuni governatori, dovrebbe scattare anche in zona bianca

Dal lato governo, al momento si prende tempo e "si riflette", secondo quanto si apprende da fonti. Nulla, quindi, sarebbe stato ancora deciso. Almeno fino a un eventuale prossimo incontro che potrebbe avvenire prima di giovedì prossimo. 

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Il timing

Prima il Cts, poi la cabina di regia e infine giovedì il Consiglio dei ministri. Queste le tappe che saranno necessarie per licenziare il Super green pass. In settimana si decide, non dovrebbero esserci ulteriori rinvii. Il premier Draghi non ha partecipato all'incontro di oggi tra governo e Eegioni ma è stato il sottosegretario alla presidenza Garofali ad aprire alle richieste dei governatori. L'esecutivo ha spiegato che ha preso nota delle proposte. E per ora annunciato l'anticipo della terza dose a cinque mesi.

Super Green pass, cosa prevede

Oltre, quindi, alla stretta per i non vaccinati, Palazzo Chigi è al lavoro anche su altri fronti caldi, tra cui l'obbligatorietà del vaccino per alcune categorie - in primis medici, docenti e forze dell'ordine - e la riduzione della durata di tamponi e Green pass. 

Una cosa comunque è certa: la stretta nei confronti dei non vaccinati non si applicherà per gli uffici o i mezzi pubblici, come pure si era ipotizzato. L'idea è stata cassata anche dai sindacati di categoria, secondo i quali senza personale ad hoc i controlli sarebbero "impossibili". La strada, semmai, sarebbe quella di vietare ai no vax l'accesso ai servizi di socialità, come cinema, teatri o ristoranti, in caso di cambio di colore delle Regioni. Prospettiva che, al momento, non appare all'orizzonte, ma che comunque potrebbe verificarsi, e anche presto, se è vero - come dicono gli esperti - che la quarta ondata farà triplicare i casi dai 10 mila di oggi a 30 mila. L'idea del governo - che dovrà poi affrontare la questione dei controlli e degli eventuali risvolti riguardo alla privacy - è quella di limitare la validità del certificato ottenuto con i tamponi solo per l'accesso al lavoro o ai servizi essenziali

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Cosa non ci sarà

Quello che invece sembra ormai escluso è il ricorso all'obbligo vaccinale per tutti - misura che non convince né palazzo Chigi né una larga fetta dei governatori - e si ragiona al massimo per un obbligo esteso a determinate categorie.

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"L'alternativa? La chiusura"

Quella del super Green pass, dunque, è una decisione che, spiega Fedriga, potrà da un lato "convincere anche gli ultimi indecisi" e dall'altro "dare certezza alle imprese, alle quali non possiamo dire 'vediamo in che zona sarete e se terrete aperto o no'". "L'alternativa - dicono quasi all'unisono il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga - è la chiusura", con la conseguente pesante ripercussione sul Natale. Non è un caso, infatti, che più di un italiano su dieci - secondo le stime di Coldiretti - abbia deciso di anticipare lo shopping per i regali da mettere sotto l'albero. "Se noi non interveniamo - sottolinea - il risultato è che se una Regione passa in zona arancione o rossa è chiuso a prescindere per tutti". Concetto ribadito dal ministro degli Esteri, Di Maio: "L'alternativa al Green pass e ai vaccini è chiudere tutto e questo non ce lo possiamo né permettere né lo vogliamo". "Bisogna agire con nuove iniziative e, ad esempio, l'obbligo della terza dose per le categorie per cui è già previsto l'obbligo vaccinale penso sia un provvedimento che sarà approvato questa settimana", conferma il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa

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