Speranza assediato dai no vax: basta violenze

Livorno, il ministro della Salute tra i fischi di un centinaio di manifestanti. "Il 75% ha fatto la prima dose. Serve la terza per anziani e fragili"

Roberto Speranza (42 anni), intervistato da Agnese Pini, direttrice de La Nazione

Roberto Speranza (42 anni), intervistato da Agnese Pini, direttrice de La Nazione

"La violenza non va mai tollerata. Si sta superando il limite e la maggioranza silenziosa deve reagire e dare un segnale forte". Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha aperto ieri a Livorno la festa toscana di Articolo Uno. A fare da sottofondo al botta e risposta con la direttrice de La Nazione, Agnese Pini, le urla e i fischi assordanti di un centinaio di ’no vax’ che hanno sfogato tutta la loro rabbia contro il rapresentante del Governo, guardati a vista da un plotone di forze dell’ordine. Urla e offese che hanno evocato gli ultimi gravi episodi contro politici, medici e giornalisti. "Solidarietà ai tanti colpiti da minacce e da violenti attacchi – ha detto Speranza – dal ministro Di Maio al professor Bassetti, fino ai giornalisti. Sono ormai in troppi a subire le invettive e le aggressioni da parte di frange di violenti contestatori. Dobbiamo condannarli in maniera netta e le leggi devono essere rispettate".

Il bollettino Covid del 1° settembre

La risposta del ministro è stata chiara: "A chi manifesta rispondo con i numeri. Il 75% degli italiani ha fatto la prima dose; tantissimi giovani dai 20 ai 29 anni hanno fatto il vaccino, una percentuale molto maggiore rispetto a quelli della mia età, ai quarantenni. I nostri giovani vogliono tornare a scuola, vogliono andare al cinema e al ristorante, allo stadio". Vogliono tornare a vivere liberi e in sicurezza. Vaccino uguale salvezza. E Green pass uguale libertà: "È lo strumento che abbiamo per gestire questa stagione, solo coì possiamo tornare a scuola in sicurezza". E oggi è porprio il giorno del Green pass: si dovrà esibire sui treni, sugli aerei, sui traghetti e sugli autobus a lunga percorrenza. Spostamenti e lavoro: "Il ministro Brunetta sta lavorando sul fronte della pubblica amministrazione e io sono d’accordo con la sua impostazione".

Va avanti dunque il tentativo di allargare il Green pass agli uffici pubblici, mentre sul fronte sanitario la strada è tracciata: obbligo di vaccino per il personale delle strutture ospedaliere. "È inaccettabile – ha detto il ministro – essere contagiati da medici e infermieri. I vaccini sono sicuri, dobbiamo avere fiducia nella scienza". E la terza dose è più che un’ipotesi: "La ritengo molto probabile, l’Italia ha già comprato le dosi. Aspettiamo dalla comunità scientifica di capire a chi e quando perché si è visto che l’effetto, con il tempo, diminuisce e potrebbe essere necessario fare la terza dose ai più fragili". Il segretario nazionale di Articolo Uno ha rivendicato con forza il lavoro fatto dal governo italiano per la gestione della pandemia e mentre respinge gli attacchi delle forze di destra "le mie scelte non hanno seguito le regole del consenso ma quelle dell’articolo 32 della Costituzione sull’universalità del sistema sanitario nazionale" pensa all’imminente G20 che sarà proprio lui a presiedere.

"I più forti devono farsi carico dei più deboli, e l’Europa deve trovare una strategia comune anche su questo. Ciascun Paese sia pronto a rinunciare a un pezzetto di sovranità. L’Italia ha due stelle polari: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Papa Francesco. Le parole del Pontefice ‘peggio di questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla’ sono diventate ormai il mantra per sconfiggere la pandemia".