Seconde case, la Sardegna trema. "Certificato vaccinale o tamponi obbligatori"

Varata un’ordinanza regionale con specifici divieti per chi arriva. Il governatore Solinas: vogliamo mantenere il primato di zona bianca

In una foto d'archivio una festa nella piazzetta di Porto Cervo

In una foto d'archivio una festa nella piazzetta di Porto Cervo

Il governatore della Sardegna, Cristian Solinas, è netto: "La Sardegna ha raggiunto un grande risultato diventando la prima zona bianca d’Italia; dobbiamo sentire la responsabilità di mantenere questo risultato e spero che Palazzo Chigi condivida pienamente lo strumento che abbiamo emanato a garanzia dei sardi e dei turisti". Perché la Sardegna torna nel mirino. Nel senso che in virtù dell’ultimo decreto del governo, sarà possibile raggiungere le seconde case, a Pasqua, anche partendo da una zona arancione o - peggio - da una zona rossa. E le tante seconde case sparse su tutto il territorio sardo rischiano di essere prese d’assalto nei giorni di festa visto che - per altro - le compagnie di navigazione dei traghetti, ma anche aliscafi e low cost aeree, stanno praticando sconti fortissimi per chi deciderà di passare sull’isola i prossimi giorni di festa.

Davanti alla possibilità, insomma, che in Sardegna si ripeta quello che si è già visto nei giorni di agosto, con l’Isola che è diventata il principale focolaio di contagio per la seconda ondata della pandemia, ecco che stavolta il governatore Solinas ha messo nero su bianco un’ordinanza per cercare di arginare l’aggirabile attraverso specifici divideti per chi arriva. Ma il pericolo resta tutto.

"La possibilità di spostarsi dalle zone rosse verso le seconde case nelle zone bianche è un errore gravissimo del governo Draghi, che in Sardegna non può essere accettata in nessun modo", commentava ieri presidente dell’Anci regionale, Emiliano Deiana, mentre sui social dilagava la crescente indignazione, fra amministratori locali e comuni cittadini sardi, per questo via libera che somiglia molto al ’liberi tutti’ di pregresssa, agostana memoria.

Solinas, che in agosto scorso era stato obbligato dal governo Conte a non applicare nessuna restrizione ulteriore rispetto a quanto stabilito dall’Esecutivo a livello nazionale, stavolta si è invece mosso per tempo. E infatti già il 5 marzo ha emanato un’ordinanza che prevede la registrazione - sul sito della Regione - di chiunque voglia andare sull’isola nel periodo di Pasqua (anche per chi ci arriva in barca a vela) con tanto di obbligo di portare certificazione di avvenuto vaccino e/o tampone (fatto non oltre 48 ore prima) e di restare per il periodo previsto nel proprio domicilio. Nel caso, poi, ci siano persone che non hanno fatto il tampone, questo gli verrà praticato allo sbarco e solo nel caso in cui il risultato sia negativo gli verrà concesso l’ingresso sull’isola.

Ma basterà? Difficile – se non impossibile – controllare tutti gli ingressi e che, soprattutto, la gente rispetti le regole. Basti pensare che in Sardegna le seconde case, incluse quelle di proprietà di residenti, sono oltre 223 mila, la maggior parte concentrate nel Sassarese e in Gallura (circa il 42% delle circa 298 mila abitazioni censite), dove sono occupate solitamente nei tre mesi della stagione marino-balneare.

Palazzo Chigi ha comunque specificato – a scanso di equivoci – che le persone che possono raggiungere le seconde case sono solo quelli che possono esibire l’atto di proprietà dell’immobile in data "precedente al 14 gennaio 2021". "Sono, dunque, esclusi tutti i titoli di godimento successivi a tale data (comprese le locazioni brevi non soggette a registrazione)", si precisa. "Naturalmente, la casa di destinazione non deve essere abitata da persone non appartenenti al nucleo familiare convivente con l’avente titolo, e vi si puo’ recare unicamente tale nucleo". Ma i dubbi restano tutti.

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