Putin fa lo zar: "Torna la grande Russia". Le truppe di Mosca in Ucraina, è guerra

Il presidente riconosce le regioni separatiste del Donbass. E ordina una immediata missione di peacekeeping: i blindati entrano a Donetsk

Putin parla in tv alla nazione, invoca l’impero russo e l’ex Unione sovietica, poi riconosce unilateralmente l’indipendenza delle province di Donestk e Lugansk, nell’Ucraina dell’est rispetto all’intero Donbass. Lo fa con al fianco i capi dei due ‘Statì ribelli’, scatenando la condanna di tutti i leader atlantisti. Il colpo da teatro è arrivato dopo una durissima arringa contro i dirigenti ucraini, accusati di ogni nefandezza, e contro l’Occidente. La guerra è un dato di fatto, perché in serata Putin abbandona ogni infingimento, confermando di aver dato l’ordine al ministero della Difesa russo di dispiegare forze armate "per assicurare la pace" nel Donbass, in seguito alla richiesta dei leader delle due entità separatiste. E neanche un’ora dopo almeno due colonne di blindati russi sono stati subito avvistati a Donetsk. L’Occidente sotto choc reagisce parlando di sanzioni, Macron – che parla di "discorso paranoico e ideologico" – chiede la convocazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che a sua volta protesta: "È una illegittima violazione dell’entità territoriale dell’Ucraina.

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"L’Ucraina ha già perso la sua sovranità diventando schiava dei padroni occidentali", ha detto Putin. Di fatto il suo è l’annuncio di un’azione di forza e di occupazione territoriale che potrebbe allargarsi in breve a tutta la nazione ucraina di cui ha imputato l’indipendenza, a discapito di porzioni territoriali originariamente russe, a Lenin, il padre del socialismo reale sovietico. Il ministro degli esteri di Mosca Lavrov, dopo le ultime telefonate del presidente francese Macron e del cancelliere tedesco Olaf Scholz ieri col leader del Cremlino, sarà comunque a Parigi nel fine settimana per preparare un vertice urgente tra il presidente americano Biden e il capo del Cremlino, ma Biden ha precisato che se ci sarà l’invasione il summit di Parigi salterà.

Putin, oltre al riconoscimento dell’indipendenza delle due province filo-russe smaniose di tornare sotto l’ombrello di Mosca perché sono entrambi "fratelli slavi" non ha parlato di forze d’occupazione. Mentre la diplomazia continua a lavorare, i cannoni continuano a sparare: ieri nel Donbass è morto anche un civile ucraino colpito dai mortai dei separatisti filorussi. Il riconoscimento russo delle aree indipendentiste rischia di cambiare radicalmente l’intero scenario politico della regione con la Russia che attraverso l’uso della forza continua ad annettere parti dell’Ucraina come fece già nel 2014 con la Crimea.

Tutte le indicazioni dei servizi di intelligence americani portano a considerare "un’aggressione imminente" nei confronti di Kiev. Questione di ore o giorni. Le forze russe tuttavia potrebbero non arrivare alla capitale in questa fase ma limitarsi all’occupazione e al controllo del Donbass separatista che formerebbe una striscia territoriale unica con la Crimea, una sorta di avamposto anti-Nato.

Anche Biden come Putin ha convocato il suo consiglio per la sicurezza nazionale e ha spedito alle Nazioni unite un rapporto dell’intelligence nel quale si indica una lista di personaggi politici e dissidenti da “uccidere o rinchiudere in campi di concentramento" che sarebbe stata stilata dal Cremlino. Tra questi figurerebbero il presidente ucraino Zelensky e parte del governo nei confronti dei quali sono già stati predisposti piani di evacuazione da Kiev.

La mossa di Putin per ora senza sparare un colpo potrebbe però puntare ad avere un maggior peso negoziale se si dovesse sedere per un summit con Biden e con gli alleati Nato ai quali ha chiesto di non accettare mai l’Ucraina come un loro futuro alleato perché rimane storicamente e moralmente parte dell’impero russo e della costituzione dell’ex Unione sovietica.

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