Papa Francesco: "Il vaccino anti Covid luce di speranza se per tutti"

La benedizione Urbi et Orbi del Santo Padre: "In questo momento storico segnato dalla crisi ecologica e da gravi squilibri economici e sociali, aggravati dalla pandemia del Coronavirus, abbiamo più che mai bisogno di fraternità"

Benedizione Urbi et Orbi, Papa Francesco (Ansa)

Benedizione Urbi et Orbi, Papa Francesco (Ansa)

Roma, 25 dicembre 2020 - Manca sempre meno al V-day, il giorno in cui partiranno le somministrazioni del vaccino anti-Covid. E, nel giorno di Natale, il farmaco è finalmente arrivato dal Belgio nel nostro Paese. Anche Papa Francesco, nella benedizione Urbi et Orbi, ha sottolineato che le scoperte dei vaccini sono "luci di speranza" se sono "a disposizione di tutti". "Non possiamo lasciare che ci chiudiamo nei nazionalismi, nell'individualismo", ha spiegato il Santo Padre, che rischia di "renderci indifferenti" sulla base delle "leggi del mercato e dei brevetti che sono poste al di sopra delle leggi dell'amore". Poi l'appello agli Stati, alle imprese e alle organizzazione per "promuovere la cooperazione e non la concorrenza" per rendere disponibili i vaccini "per tutti, specialmente i più vulnerabili e i più bisognosi" che sono "al primo posto". "Di fronte a una sfida che non conosce confini - ha ribadito - non si possono erigere barriere. Siamo tutti sulla stessa barca".

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"In questo momento storico - ha proseguito il pontefice -, segnato dalla crisi ecologica e da gravi squilibri economici e sociali, aggravati dalla pandemia del Coronavirus, abbiamo più che mai bisogno di fraternità". E "non una fraternità fatta di belle parole, di ideali astratti, di vaghi sentimenti No", ha sottolineato Papa Francesco, ma "una fraternità basata sull'amore reale, capace di incontrare l'altro diverso da me, di con-patire le sue sofferenze, di avvicinarsi e prendersene cura anche se non è della mia famiglia, della mia etnia, della mia religione; è diverso da me ma è mio fratello, è mia sorella. E questo vale anche nei rapporti tra i popoli e le nazioni. Fratelli tutti".

In queste giornate di Coronavirus, ha aggiunto il Santo Padre, "dobbiamo essere disponibili, generosi e solidali, specialmente verso le persone più fragili, i malati e quanti in questo tempo si sono trovati senza lavoro o sono in gravi difficoltà per le conseguenze economiche della pandemia, come pure le donne che in questi mesi di confinamento hanno subito violenze domestiche".

Oggi è "l'occasine per riscoprire la famiglia, sorgente di pace per tutta l'umanità", ha concluso. "Gesù è nato in una stalla, ma avvolto dall'amore della Vergine Maria e di San Giuseppe. Nascendo nella carne, il Figlio di Dio ha consacrato l'amore familiare. Il mio pensiero va in questo momento alle famiglie: a quelle che oggi non possono ricongiungersi, come pure a quelle che sono costrette a stare in casa". 

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