Omicidio Lecce, autopsia: su Eleonora "ferocia inaudita". Giallo su un sospettato

L'assassinio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta. Voci su un sospettato sentito in Procura, ma gli inquirenti smentiscono

Eleonora Manta e Daniele De Santis

Eleonora Manta e Daniele De Santis

Lecce, 23 settembre 2020 - Prosegue la caccia all'assassino dell'arbitro di calcio Daniele De Santis, 33 anni, e della fidanzata Eleonora Manta, 30. Ma sulle indagini aleggia un giallo: in serata si è diffusa la notizia che un edicolante di 37 anni - residente ad Aradeo - fosse stato ascoltato in Procura come sospettato. Gli inquirenti però negano tutto: "Non c'è nessun fermo - dichiarano - e né in Procura né in caserma c'è attività di interrogatorio".

Le autopsie proseguono domani

Di certo si è trattato di un duplice omicidio particolarmente brutale. Si sono concluse in serata le autopsie sui corpi dei fidanzati, uccisi a coltellate, ma gli accertamenti medico-legali non sono stati conclusi e proseguiranno domani. "E' stata un'aggressione anomala e cruenta, le famiglie non riescono a capire perché", dice il legale Mario Fazzini che ha partecipato agli accertamenti. ''Erano due ragazzi normalissimi - aggiunge l'avvocato - e conducevano una vita tranquilla. Lei aveva da poco vinto il concorso come funzionaria dell'Inps. Le famiglie non riescono a farsene una ragione''. E in particolare l'autopsia "ha confermato la ferocia con cui l'omicida si è scagliato contro la donna".

Il giallo del sospetto omicida

È giallo, invece, sull'omicida che viene cercato da due giorni: attorno a lui sembra stringersi sempre più il cerchio delle indagini. Anche se fonti inquirenti hanno smentito le voci trapelate nel pomeriggio su un sospettato già interrogato, altre fonti vicine alle indagini parlano con insistenza di una persona che sarebbe al centro dell'attenzione degli investigatori.  Si sa che oltre all'ascolto di testimoni, si sono susseguite oggi perquisizioni e acquisizioni di amteriale, e che l'attività investigativa è stata particolarmente intensa in uno dei paesi della provincia di Lecce, Aradeo

La traccia del nome Andrea

Lei ha gridato: "Andrea, non farlo"

Una delle tracce seguite è quella di quel nome, 'Andrea', gridato da Eleonora prima di venire uccisa. Lo hanno raccontato i testimoni che hanno detto agli investigatori di averla sentita gridare "Andrea no, Andrea" prima che i fendenti uccidessero entrambi e di avere visto poi fuggire un uomo con un coltello in mano, con il cappuccio di una felpa nera calato sulla testa, guanti neri e uno zainetto giallo sulle spalle. Le indagini proseguono nel massimo riserbo e gli investigatori non confermano quella che sembrerebbe la pista più accreditata, del movente passionale. 

La dinamica del duplice omicidio

Tutto lascia pensare che la coppia conoscesse l'assassino. E pare che gli abbiano aperto la porta di casa mentre erano a cena. L'uomo si sarebbe scagliato prima contro Eleonora, colpendola più volte e rivolgendo poi la sua furia contro Daniele che ha inutilmente cercato di difendere la sua compagna. Il giovane arbitro avrebbe poi cercato di fuggire imboccando le scale del palazzo , ma qui l'assassino lo avrebbe raggiunto continuando a colpirlo con ferocia fino a lasciarlo esanime sulla rampa al primo piano del palazzo.  Si cercano tracce del'assassino anche nelle immagini delle telecamere che si trovano lungo il percorso che potrebbe avere seguito per la fuga. Ma ci cerca anche nel cellulare della ragazza per capire se questo 'Andrea' fosse già in contatto con lei, e se si conoscessero da tempo. 

Chi erano Daniele ed Eleonora

Daniele faceva l'amministratore di condominio, ma il suo sogno era quello di arbitrare in serie B. La sua fidanzata, invece, originaria di Seclì, laureata in giurisprudenza, era stata da poco assunta all'Inps.  Oggi il presidente del Coni , Giovanni Malagò, durante la riunione del Consiglio nazionale ha voluto ricordare il giovane arbitro ucciso: "Non servono altre parole", ha detto il numero uno dello sport italiano.

Il racconto dei vicini di casa

Hanno messo a verbale davanti ai carabinieri ciò che hanno sentito la sera del 21 settembre, e ora lo ripetono davanti a registratori e telecamere: diversi condomini del civico numero 2  hanno raccontato che le due vittime avrebbero fatto il nome Andrea. Sul fatto che questo sia il nome dell'assassino non ci sono ancora certezze: i carabinieri lavorano nel più stretto riserbo, così come la pm Maria Consolata Moschettino e il procuratore Leonardo Leone de Castris.  "Non si trascura alcuna ipotesi", è l'unica indiscrezione che filtra tra gli inquirenti, che stanno esaminando il materiale raccolto subito dopo il delitto nell'abitazione, ora posta sotto sequestro. 

Funerali rimandati

Non si terranno più domani a Seclì, in provincia di Lecce, i funerali delle due giovani vittime. L'amministrazione comunale di Seclì, Comune di cui era originaria Eleonora Manta, ha comunicato che ''contrariamente a quanto previsto, i funerali non si svolgeranno domani 24 Settembre, attendiamo comunicazioni ufficiali''.  Ieri il sindaco Antonio Casarano e l'amministrazione secliota avevano espresso il cordoglio con un messaggio pubblico. ''Una tristezza infinita - hanno scritto - aleggia oggi in ogni cuore secliota. Piangiamo tutti Eleonora, la giovane vita spezzata, che rimarrà per sempre nella nostra memoria. Un abbraccio ideale, da Seclì, giunga alla mamma e alla famiglia tutta''. Non si esclude che il rinvio dei funerali possa essere legato a ragioni investigative.