Arbitro ucciso con la fidanzata, caccia al killer. Lei ha gridato: "Andrea, non farlo"

La svolta dai racconti dei testimoni che hanno sentito le urla, telecamere al setaccio per rintracciare l’uomo. "Era vestito di nero" . Le vittime conoscevano l’assassino che ha agito col volto coperto e i guanti. La fuga con il coltello ancora insanguinato

Un uomo e una donna uccisi in condominio a Lecce (Ansa)

Un uomo e una donna uccisi in condominio a Lecce (Ansa)

Un assassino vestito di nero, con una lama affilata in tasca e uno strano zainetto giallo sulle spalle. Un omicida implacabile e freddo che trafigge mortalmente una coppia di giovani fidanzati, poi si dilegua. Lei, Eleonora Manta, 30 anni, laureata in legge, appena assunta all’Inps di Brindisi ma con il sogno di fare il magistrato, lui Daniele De Santis, 33 anni, gestore di un b&b e noto per essere uno degli arbitri emergenti dell’Aia, il settore arbitrale, e aver fischiato in oltre 130 incontri di serie B e C. È caccia al killer, e il cerchio potrebbe chiudersi presto visto che Eleonora, prima di morire avrebbe urlato il nome del suo aggressore, ascoltato nitidamente nella palazzina al civico 2 di via Montello, dalle parti della stazione ferroviaria di Lecce: "Andrea, no, Andrea". Un piccolo condominio di tre piani, abitato da famiglie soprattutto di anziani.

Sono le 21 quando, in una città distratta dalle elezioni regionali, Eleonora e Daniele rientrano a casa. Sono felici, stanno programmando una piccola festa per l’assunzione all’Inps, dopo un concorso vinto. Sentono suonare alla porta, Eleonora apre, si trova davanti un uomo che sicuramente conosce. Forse li ha seguiti, o li stava aspettando tra gli alberi del cortile. Hanno una brevissima discussione sull’uscio di casa. Salgono i toni, lei cerca di allontanarlo, lo spinge verso l’uscita, lui tira fuori il coltello e la colpisce proprio in petto, lì sul pianerottolo. Daniele, richiamato dalle urla, si avventa sull’uomo, una breve colluttazione, i mobili d’ingresso finiscono per terra. La lotta continua all’inizio delle scale, quando l’assassino sferra due fendenti al collo del giovane arbitro. Colpi mortali che non lasciano scampo a De Santis. L’aggressore scappa, si cala un passamontagna sul viso (segno che aveva premeditato l’aggressione e si era preparato il travisamento) e si allontana a piedi dalla palazzina che piomba in un silenzio irreale. A questo punto si aprono le porte, gli impauriti condomini tappati in casa per il fragore delle urla e delle violenze cercano di soccorrere i due fidanzati, ma a nulla valgono i soccorsi del 118.

Tre testimoni vengono condotti nella caserma dei carabinieri del Nucleo investigativo, hanno visto l’uomo uscire dalla palazzina: "Era vestito di nero, uno zainetto giallo sulle spalle. E nonostante il caldo calzava i guanti e aveva un passamontagna sul viso". Particolari che fanno capire che non si è davanti a un improvviso raptus, ma a un killer freddo e implacabile. Al vaglio degli investigatori anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona, pubbliche e private, che potrebbero aver ripreso la fuga dell’uomo con lo zainetto. Vengono ascoltati numerosi amici della coppia, descritta come "tranquilla e appartata", si scandaglia nel passato di Daniele ed Eleonora, si cercano le tracce di un legame concluso in maniera burrascosa, si segue la pista passionale.

Grande lo choc a Lecce. De Santis è molto conosciuto negli ambienti sportivi per aver arbitrato a lungo in Lega Pro. Nel 2017 aveva esordito in serie B col ruolo di quarto uomo in Pisa-Benevento. Proprio oggi avrebbe dovuto essere il quarto arbitro nella partita di Coppa Italia Monopoli-Modena.