Coronavirus, "Monza abbandonata dalle città sorelle"

Ospedali al collasso, il sindaco Allevi chiede soccorso ai colleghi lombardi: "Quando hanno avuto bisogno, noi siamo intervenuti"

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"I numeri dei contagi di oggi sono orribili, i nostri ospedali sono al collasso, il pronto soccorso ormai è diventato un reparto Covid, ma nonostante i nostri appelli negli ultimi giorni quasi nessuno si è fatto avanti per accogliere pazienti e alleggerire la pressione nelle nostre corsie". Il sindaco di Monza Dario Allevi ha appena concluso una riunione con Regione Lombardia e i colleghi degli altri capoluoghi: "Sono tutti preoccupati perché non più soltanto la Brianza, Milano e Varese, ma anche le altre province stanno registrando una crescita dei contagi – fa il punto –. E quindi, se non hanno risposto alla nostra richiesta di aiuto nei giorni scorsi quando erano meno colpite, figuriamoci se lo fanno adesso".

Il bollettino Covid del 14 novembre

Eppure nella prima ondata il 75% dei ricoverati all’ospedale San Gerardo di Monza arrivava da fuori provincia, dalle zone rosse di quel periodo...

"Noi non ci abbiamo pensato un solo istante, ma oggi, a parti invertite, vedo che non è più scontato quello che in primavera altri consideravano per dovuto. Ma questo mi rende ancora più orgoglioso di essere il sindaco di questa città, con un ospedale come il San Gerardo, in un territorio che non si è mai tirato indietro per aiutare chi, allora, stava peggio di noi. Mi aspettavo maggior aiuto, maggior reciprocità".

Non è che ognuno pensa di affrontare una situazione al limite?

"Sono i numeri a confermare che Monza e la Brianza sono diventate la zona rossa. I pazienti Covid ricoverati tra il San Gerardo e l’ospedale di Desio sono 485 di cui 46 in terapia intensiva. E sono soprattutto in gravi condizioni. Su questo non si discute".

Soltanto nella sola giornata di ieri 9 pazienti sono stati ‘ricoverati’ in pronto soccorso perché non c’era possibilità di trasferirli in reparto. Ma non per mancanza di posti letto. All’ospedale di Monza mancano medici e infermieri: ora i positivi, a casa in quarantena, sono saliti da 340 a 375.

Possibile che nessuno abbia teso una mano?

"Mi risulta che una trentina di codici verdi siano stati dirottati verso Brescia, Cremona, Pavia, Lecco e Mantova direttamente al check point allestito da lunedì in autodromo, tuttavia il vero problema è nelle corsie dell’ospedale".

In una provincia dove il rapporto tra tamponi e positivi è tra i più alti, al 26%. Così come l’indice Rt a 1.5 quando la media regionale è a 1.4: "Comunque un buon segnale visto che arrivavamo da un Rt a 2, segno – confermato anche da Regione – che l’indice sta diminuendo da 48 ore. Gli esperti dicono che gli effetti negli ospedali di questo calo si potrà vedere intorno a mercoledì".