Messina Denaro e la rete di protezione: il dottore di tutti, l'amico d'infanzia, l'autista

Indagato l’ex medico di base del paese che prescriveva le ricette al boss. Il prestanome Bonafede rivela: "Comprai casa coi soldi di Matteo". L’agricoltore e intermediario nel commercio di olive è incensurato

Campobello di Mazara (Trapani), 18 gennaio 2023 - Il medico, il contadino e l’elettricista. Li conoscono tutti, qui a Campobello. Persino il sindaco. Se Matteo Messina Denaro ha potuto godere di qualche mese di quiete nel paese distante solo 8 chilometri di statale dalla sua Castelvetrano (dove, per la cronaca, il boss aveva invece fatto tre dosi di vaccino anti Covid: il centro vaccinale è sorto in un bene confiscato alla mafia), beh, è perché ha avuto le sue valide coperture. Anche tra certe "fette di borghesia".

Campobello di Mazara, imbarazzo e poche parole intorno al covo di Messina Denaro ("lui")

Il medico

Il nome nuovo che spicca, indagato, è proprio quello di un importante professionista, il dottor Alfonso Tumbarello. Settant’anni portati bene, fino al mese scorso è stato, per decenni, medico di base nel paese. Conosciuto da tutti. È stato anche candidato sindaco nel 2011 e alle regionali del 2006. Basta chiedere per strada. "Sì, certo, il dottore che ha lo studio davanti alla chiesa di San Giovanni Battista". Ma che facesse le ricette al boss, questo dicono tutti di non saperlo. Ora l’Ordine regionale dei medici ne chiede la radiazione, quello di Trapani attende "un’audizione del collega". Il sindaco di Campobello, Giuseppe Castiglione, parla di persona "stimatissima" e anzi si augura che "il dottore di tutti" sia rimasto "vittima di un complotto a sua insaputa, altrimenti sarebbe una grossa delusione". Eppure fino a qualche mese fa Tumbarello era il medico del ’vero’ Bonafede e avrebbe prescritto ricette e farmaci a quel nome. Strano non aver notato l’omonimia con ’l’altro’ Bonafede, alias Matteo Messina Denaro.

Il prestanome

Certo è che in questa storia, appunto, Andrea Bonafede esiste davvero e non solo sul documento più o meno falso di Messina Denaro. A proposito: anche sulla carta d’identità il sindaco ha qualcosa da dire. "Ho fatto verificare e non è falsa, ma con la foto sostituita". Cinquantanove anni, geometra con attività di elettricista, Bonafede, quello ’vero’, viene presentato come "grande lavoratore", eppure ora è indagato per favoreggiamento aggravato e ha detto la sua ai pm. La casa-covo è sua, l’ha comprata con i soldi che gli ha dato il padrino coetaneo, che lui conosce fin da ragazzo. Una conoscenza talmente profonda da averlo non solo ospitato a casa sua, ma addirittura da avergli fatto, letteralmente, da prestanome.

L’autista

L’Andrea Bonafede fittizio, quello che girava con la carta d’identità autentica e foto contraffatta, partiva da questo covo in direzione Palermo, clinica La Maddalena. E la prima cosa che si è saputa è il nome dell’autista di queste trasferte, Giovanni Luppino. Fino all’arresto di lunedì un perfetto sconosciuto. Anche lui 59 anni, agricoltore solo omonimo e non imparentato con un altro Luppino, Francesco, nel gotha della mafia locale. In paese è conosciuto perché da qualche tempo gestisce, insieme ai figli, un centro per l’ammasso e la commercializzazione delle olive cultivar Nocellara del Belìce – il vanto di questa zona (Castelvetrano si definisce "città degli ulivi e dei templi") – proprio alla periferia di Campobello di Mazara. La sua funzione era quello di intermediario tra i produttori e i grossi acquirenti che, in questa zona, arrivano dalla Campania. Un settore che genera milioni di euro. E sul quale si sono accesi spesso i riflettori dopo le proteste degli agricoltori: gli intermediari, di fatto, impongono il prezzo da pagare ai produttori.