Matt The Farmer, il contadino star di YouTube: "Ecco cosa sta succedendo al clima"

Matteo Fiocco, 33 anni, video da 40 milioni di visualizzazioni. "Quante lezioni dagli animali". Le coccole degli asini

Cellatica (Brescia), 16 febbraio 2022 - Matt The Farmer, al secolo Matteo Fiocco, 33 anni, papà di due bambini, contadino digitale come si definisce. Sicuramente mago dei social, 40 milioni di visualizzazioni all’anno su YouTube. Sull’account Instagram si racconta così agli oltre 78mila follower: “Un ettaro di orto, 3 pecore, 12 galline, 200mila api, due asini, un vigneto, 110 ulivi”. Quasi un frate Indovino 4.0. Un consiglio al giorno: come potare la vite, tutti i segreti del taglio di ritorno, come prendersi cura delle arnie. Allora, dal suo podere in Franciacorta a Cellatica (Brescia), come si spiega il clima pazzo di queste settimane? “Veramente sono anni che non abbiamo una stagione normale. L’estate scorsa non ho visto l’acqua per mesi".

Matt The Farmer
Matt The Farmer

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Conseguenze?

"Abbiamo avuto una perdita del 30% sugli ortaggi, dovevamo contingentare l’acqua. Le api non hanno fatto miele, gli ulivi non hanno fatto frutti".

Un disastro.

"Prima, con il caldo, i fiori sono partiti. Poi è arrivata la gelata, con la pioggia.  Quando usciamo dal ritmo della natura, non controlliamo più niente. I cambiamenti climatici non sono una supercazzola. Gli eventi sono amplificati. O hai l’acqua di due mesi in un giorno, oppure non ce l’hai per tantissimo tempo”.

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E noi cosa possiamo fare? “Abbiamo due armi, agire sulla politica e sul portafoglio. Possiamo decidere a chi dare il voto e a che azienda dare i soldi. Perché non compriamo solo un prodotto ma un marchio”. La sua specialità? “Gli ortaggi, facciamo le cassette, una volta a settimana le persone arrivano per acquistarle. Sono i prodotti di stagione, quelli dell’orto”. Quando ha iniziato? “Nel 2013. Ma non ho detto, mollo tutto e vado, è stato un percorso".

La sua formazione?

Ride: "Veramente è filosofica, ho una laurea in materie umanistiche, insomma tutt’altra roba. Ma ho sempre studiato tanto. Se mi serviva saper potare gli ulivi,  partivo e facevo un corso. Sono tornato ai miei nonni, che facevano i contadini". Lei ha un patrimonio social. “Su YouTube mi seguono quasi 330mila persone, 78mila su Instagram, 60mila su Faceoobk, 50mila su Tik Tok... Ma i numeri aumentano ogni giorno”. Ma chi sono? Come si spiega il successo di quello che fa? “Difficile darsi una risposta. Alla fine me lo spiego così: vuoi sapere cosa stai mangiando. E poi, chi non ha un po’ di erba aromatica sul balcone di casa... L’agricoltura non è una nicchia, è proprio un bene primario. Esigenze primordiali: mangiare, mangiare genuino, avere un contatto con la natura,  stare al sole. Non puoi farne a meno". Sveglia alle 4? “Ma no, cosa faccio al buio nell’orto? Mi alzo verso le sette. E di solito vado a domire verso le 11 e mezzo di sera”. Il lavoro di questi giorni? “Stiamo preparando la terra. Abbiamo scelto di rinunciare a tre mesi di produzione. Stiamo seminando i pomodori, tra 15 giorni pianteremo il basilico, le patate, le insalate. Il problema, le piante pensano di essere ad aprile. Sbocceranno ma poi ci saranno 5 gradi. Fiore, germoglio e frutto; aprile, maggio e giugno. Questo dovrebbe essere l’iter: bianco, verde e rosso”. Invece. “Quando i germogli cadono per il freddo, devo aspettare che la pianta rifaccia i fiori. Ma ne farà sempre di meno. Il bilancio di quest’anno: è uscito bene il vino, sono contento perché la vite con il caldo ha tirato fuori il meglio che poteva. Ma non ho fatto l’olio, non ho fatto il miele, l’orto è stato una gran fatica”. In sintesi, non basta più guardare nel proprio orticello. “Bisogna ragionare sul territorio". Nel frattempo, che cosa le hanno insegnato gli asini? “Animali intelligentissimi, sono sempre stati bullizzati, invece sono tra i  più sensibili. Capaci di leggerti dentro. Spiazzante, a volte. Ti trovi di fronte a uno specchio, non puoi mentire”. La lezione delle api, invece? “Loro sono quello che dovrebbe essere la nostra società, non esiste il singolo ma il gruppo.  Anche noi siamo capaci di questa grandezza. Ma a volte ce lo dimentichiamo”.