Green pass: le regole per matrimoni e viaggi. Quando serve e quanto dura

Ieri Bruxelles ha dato l’ok al passaporto vaccinale Ue. Ma all’interno dei 27 è ancora giungla normativa

Tra i Paesi Ue è in corso la sfida sul turismo

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Paese che vai, green pass che trovi. Nell’attesa che il primo luglio entri in vigore il certificato vaccinale Ue – ieri il Parlamento europeo ha approvato la misura, venerdì ci sarà l’ultimo passaggio formale con la riunione degli ambasciatori dei 27 – , gli Stati dell’Unione non restano alla finestra. Tutt’altro, si arrangiano con regole proprie nella speranza di aggiudicarsi l’agone continentale della caccia all’ultimo turista per rianimare le economie nazionali stremate dal Covid. Ma che cosa s’intende per certificato verde in Italia? Come e dove funziona? E quali sono le regole vigenti nel resto d’Europa? Proviamo a fare ordine prima che le normative nazionali si uniformino con l’arrivo del passaporto Ue.

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Che cos'è il Green Pass?

Per certificato verde il nostro ordinamento intende tre distinti atti che consentono allo stesso modo di muoversi con maggior libertà, di accedere a determinate strutture e di partecipare a precisi eventi. Introdotto con l’ultimo decreto Covid di maggio, il green pass è costituito dal certificato di avvenuta vaccinazione contro il Covid-19, da quello di guarigione dall’infezione e dall’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico rapido.

Quanto dura?

Dipende da quale documento sia in nostro possesso. Mentre l’esito negativo del tampone è operativo per 48 ore dalla data di effettuazione del test, il certificato di avvenuta guarigione è valido per sei mesi dalla conclusione dell’isolamento. Diverso il discorso per l’attestato di avvenuta vaccinazione. In questo caso il documento funziona a partire dal quindicesimo giorno dopo la somministrazione della prima dose e fino alla data della seconda iniezione. Da quel momento, la certificazione è valida per ulteriori nove mesi.

Quando serve?

Il pass serve per visitare gli anziani nelle case di riposo così come per partecipare, a partire dal prossimo 15 giugno, a banchetti di nozze e unioni civili. Vale anche per i rinfreschi di battesimi, comunioni e cresime. Il certificato è indispensabile anche per spostarsi nelle regioni che malauguratamente ritornino in zona arancione o rossa. Il green pass è poi indispensabile per un cittadino europeo che voglia entrare in Italia, bypassando la quarantena obbligatoria.

Il Green Pass negli altri Paesi

Come anticipato, ogni Paese Ue ha approvato una propria normativa sul passaporto vaccinale. Per esempio, nel caso in cui vogliamo goderci un giretto a Parigi, all’ombra della Torre Eiffel, da oggi ci basterà esibire alla frontiera francese il solo certificato vaccinale (con la seconda dose somministrata da almeno 14 giorni). In alternativa potremo entrare nel Paese con l’esito di un tampone negativo processato almeno 72 ore prima dell’arrivo. Stesse regole per chi intenda visitare il Partenone. Per varcare, invece, i confini spagnoli servirà un test molecolare (effettuato entro 72 ore dalla partenza). I tamponi rapidi non sono validi. Assai rigida la disciplina britannica. Non solo bisognerà esibire all’arrivo, a Londra e dintorni, l’esito di un tampone molecolare negativo, effettuato nelle 72 ore precedenti (per giunta tradotto in inglese, francese o spagnolo). Ci si dovrà sottoporre anche a un isolamento di 10 giorni durante il quale scatteranno due tamponi. Per chi sogna il viaggio Oltreoceano non ci sono speranze, invece: l’ingresso negli Stati Uniti è vietato ancora a chi si trovava in uno dei Paesi dell’area Schengen (tra cui l’Italia) nei 14 giorni precedenti l’arrivo.

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Come funziona per il rientro in Italia?

L’iter da seguire per ritornare a casa da un viaggio all’estero dipende dal Paese di partenza. Chi arriva da uno Stato dell’Unione (oppure dal Regno Unito) dovrà esibire un tampone negativo (vecchio al massimo di 48 ore) oppure trascorrere dieci giorni in isolamento fiduciario (con test finale). Se si parte dagli Usa, bisognerà mostrare l’esito di un test negativo effettuato nelle 72 ore precedenti, comunicare il proprio ingresso in Italia ed effettuare una quarantena di 10 giorni con test finale.