Martina Patti: "Non so perché ho ucciso Elena, non ero in me"

La ricostruzione del pm: mette in scena il rapimento poi crolla nell'interrogatorio. La bimba massacrata a coltellate

Catania, 15 giugno 2022 - "Non so perché l’ho fatto, non ero in me". Martina Patti, 23 anni, la mamma di Elena Del Pozzo, 4 anni, cede come se l’argine di menzogne su cui si era inchiodata per un’intera giornata crollasse di colpo e la facesse precipitare nel vuoto, senza più appigli. Racconta agli inquirenti che ha ucciso lei la bambina a coltellate, poi ha racchiuso il corpicino in cinque sacchi neri e l’ha trascinato in campagna, a duecento metri dalla villetta in cui abita. È lì, in quel campo incolto, ingiallito dal sole, tra Mascalucia e Pedara che Martina conduce i carabinieri e fa trovare il cadavere di Elena.

L'abbraccio di Martina e Elena all'asilo prima della tragedia
L'abbraccio di Martina e Elena all'asilo prima della tragedia

 

Agli inquirenti dice poco altro, solo che ha inventato tutto e ha ucciso la bambina appena tornata a casa dall’asilo. La storia del rapimento, degli uomini incappucciati e armati, della fuga in auto, è un film frutto della sua fantasia. Una ricostruzione a cui gli inquirenti non credono da subito. Sia un testimone che l’ha vista uscire dall’asilo sia le telecamere di via Piave, dove sarebbe avvenuto il rapimento, rivelano un’altra trama. Carabinieri e procura capiscono che la verità è diversa da quella che si rappresentava all’inizio quando si temeva un nuovo caso Pipitone.

Ma il finale è scioccante: la bambina è stata uccisa e l’assassina è sua madre. Il procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, ha la voce roca: "È stato trovato il cadavere della piccola Elena su indicazione della madre". Il magistrato dispone il fermo per omicidio premeditato e pluriaggravato e soppressione di cadavere. Gli inquirenti parlano di un "triste quadro familiare con due ex conviventi che, a prescindere dalla gestione apparentemente serena della figlia Elena, avevano allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l’un l’altro". "C’erano state gelosie e violenze e una delle possibili ragioni che hanno portato Martina Patti a compiere il gesto, può essere proprio la gelosia, non solo della nuova compagna dell’ex convivente ma anche del possibile affezionarsi della figlia nei confronti della donna", dichiara il comandante del reparto operativo dei Carabinieri di Catania, Piercarmine Sica.

Sul movente Patti non dice nulla. "È rimasta sul vago, come se non si fosse resa conto di quello che ha fatto. è come se avesse detto: l’ho fatto, ma non so perché". Che il plot giallo di Martina faccia acqua da tutte le parti si capisce subito. Troppe incongruenze, troppe tessere fuori posto. Viene sentito l’ex marito, Alessandro Del Pozzo, che racconta le gelosie di Martina, le sue ossessioni e le "punizioni" inflitte alla bambina quando si mostrava troppo affettuosa con la sua nuova compagna. Potrebbe essere proprio questa la causa scatenante dell’omicidio: l’eccessiva "confidenza" che Elena manifestava verso la donna di Alessandro.

Tornata a casa, in via Euclide, una villetta fuori Mascalucia, la rabbia di Martina diventa cieca. Colpisce la bambina con un coltello da cucina (molteplici ferite alla regione cervicale e intrascapolare, all’altezza dell’orecchio, del collo e della schiena), poi mette il corpicino in alcuni sacchi neri e lo trascina in campagna dove cerca di seppellirlo. Fa tutto da sola? Lei dice di sì. Ma resta da capire come abbia trascinato il cadavere sotto il sole e cercato di dargli sepoltura.