Coronavirus seconda ondata, ospedali in difficoltà. Reparti chiusi per creare letti Covid

In una settimana i positivi ricoverati sono saliti da 7mila a oltre 12mila. Corsie affollate, scatta la riconversione degli spazi ordinari

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Spuntano come funghi le corsie dedicate ai Covid-19 (qui il bollettino del 2 novembre) centinaia di posti letto vengono sottratti alle degenze ordinarie per fare posto alla nuova ondata. Siamo in guerra contro un nemico invisibile e i soggetti affetti da malattie non trasmissibili (diabete, cardiopatie, tumori e via dicendo) sono costretti a fare un passo indietro. Nei settori riservati alla medicina generale la soglia critica di occupazione (40%) è stata scavalcata, dati dell’Istituto superiore di sanità, con una escalation di ricoveri che è passata da 7.131 a 12.006 in sette giorni. "Sono stati riconvertiti interi reparti a causa della pandemia – ha dichiarato Luigi Sinigaglia, presidente della Società italiana di reumatologia – comprendiamo il grave momento, facciamo di tutto per collaborare, ma al tempo stesso temiamo di ritrovarci in una situazione simile a quella già vissuta la scorsa primavera".

"Lavoriamo a stretto contatto con direzioni sanitarie, rianimatori, infettivologi – ha precisato da parte sua Lorenzo Leogrande, presidente dell’Associazione italiana ingegneri clinici – da ogni parte d’Italia ci chiedono di riadattare letti ordinari in postazioni Covid. Occorre installare strumenti per il monitoraggio, la respirazione e l’infusione dei farmaci. Si tratta di uno sforzo organizzativo notevole, l’ospedale deve rispondere rapidamente a esigenze reali". Nella caccia agli spazi sono state fagocitate persino le sale operatorie. Le aree sterili riservate alla chirurgia vengono ridimensionate e trasformate a tempo di record in terapie intensive.

Ma che livelli ha raggiunto la carica dei contagiati, conseguenza della fine del lockdown? "L’ospedale Sacco di Milano ha attivato oltre 300 letti per il ricovero Covid – ha spiegato Massimo Galli, primario infettivologo, past president Simit – abbiamo già riconvertito tutto quello che si poteva riconvertire, per arrivare all’attuale situazione, e probabilmente non basterà. L’ortopedia non è più un’ortopedia, ma è un reparto Covid, per capirci. Tutto quello che abbiamo aperto è già stato riempito".

Le trasformazioni sono all’ordine del giorno nelle diverse regioni d’Italia. "Attualmente sono occupati poco più della metà dei posti letti in terapia intensiva - ha precisato il premier Giuseppe Conte in aula alla Camera - ricordo che a inizio emergenza i posti erano 5.179, abbiamo lavorato per attivare altri 3.370 posti e siamo arrivati agli attuali 9.052. Il commissario Arcuri ha a disposizione altri nuovi ventilatori che verranno distribuiti per arrivare a 10.841. Registriamo un crescente, preoccupante affollamento nei reparti di subintensiva e medicina generale". Qualche esempio? All’ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze (Bagno a Ripoli) tutte le Medicine sono abilitate ai malati Covid. A Torino la Regione deve riconvertire 16 ospedali per accogliere soggetti affetti da virus Sars-Cov-2: il Piemonte è la terza regione per nuovi contagi, dopo Lombardia e Campania. In Friuli servono altri 200 posti letto dedicati, una buona metà dell’ospedale di Palmanova viene occupata attualmente dai Covid-19.

Si moltiplicano intanto gli appelli per spostare sul territorio la presa in carico dei pazienti meno gravi, sgravando gli ospedali e affidando alle usca (squadre volanti) e ai medici di famiglia il compito di monitorare le terapie a domicilio. Preoccupazioni in particolare per i malati di cuore: "Durante la prima ondata della pandemia i ricoveri per infarto e ictus si sono dimezzati per paura del contagio, e soprattutto al Sud – ha dichiarato Ciro Indolfi, presidente della Sic, Società italiana di cardiologia - gli ambulatori cardiologici sono stati chiusi, e i reparti svuotati o riconvertiti. Se i numeri dei contagiati aumenteranno ulteriormente, è prevedibile un impatto della pandemia sulle malattie cardiovascolari ancora maggiore rispetto allo scorso marzo".

 

 

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