Coronavirus, Xi Jinping sapeva già dal 7 gennaio. Hubei, 60 milioni chiusi in casa

Niccolò sta bene: "Grazie a tutti". Diamond Princess, evacuati i 400 americani: 40 sono contagiati. In Cina registrati oltre 1.700 morti e 1900 nuovi casi

Xi Jinping con la mascherina per proteggersi dal virus (Ansa)

Xi Jinping con la mascherina per proteggersi dal virus (Ansa)

Roma, 16 febbraio 2020 - Xi Jinping sapeva dell'epidemia di Coronavirus già dallo scorso 7 gennaio, a dispetto di un primo intervento ufficiale di 13 giorni dopo, del 20 gennaio, quando una sua direttiva sollecitò i comitati del Partito comunista e i governi di ogni livello "ad adottare misure adeguate per frenare la diffusione dell'epidemia". Al fine di placare le polemiche montate soprattutto sui social sulla gestione della crisi, Qiushi, la più importante rivista del Partito comunista cinese, ha pubblicato un discorso di Xi del 3 febbraio, in cui il presidente dice di "aver dato di continuo istruzioni verbali e scritte" da inizio gennaio e di aver personalmente ordinato la quarantena di circa 60 milioni di persone con la chiusura della provincia dell'Hubei. "Dal primo giorno del Capodanno lunare a oggi, la prevenzione e il controllo della situazione epidemica è stata la questione di cui sono stato più preoccupato", rivendica Xi, nel testo pubblicato dalla 'bibbia' del Pcc. Nonostante l'ordine di Xi, le autorità di Wuhan non avrebbero intrapreso un'azione decisa per contenere il virus, confermando per il 18 gennaio il banchetto di massa con 40mila famiglie, nel tentativo di raggiungere il Guinness dei primati. 

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Hubei

Nel frattempo, la Cina imprime un ulteriore giro di vite nell'Hubei, provincia focolaio del coronavirus. Per fermare l'epidemia, a sessanta milioni di persone è stato chiesto di non uscire da casa (salvo emergenze) e l'uso di auto private è stato vietato a tempo indeterminato. Lo riporta la Bbc. Le misure sono 'draconiane': solo una persona per ogni famiglia potrà uscire, ogni tre giorni, per fare la spesa mentre negli edifici sarà aperto un ingresso, sorvegliato per garantire che solo i residenti entrino o escano. Tutti gli esercizi commerciali restano chiusi, ad eccezione di farmacie, hotel, alimentari e servizi medici.

Niccolò sta bene

"Niccolò sta bene, non ha più la febbre ed è di ottimo umore". Sono confortanti le notizie che arrivano dall'ospedale Spallanzani dove il 17enne di Grado è ricoverato in quarantena da sabato mattina dopo il rimpatrio da Wuhan. Risultato negativo al test per il coronavirus Covid-19, il ragazzo ha trascorso una notte serena. "Continua ad essere in buone condizioni", recita il bollettino medico.

"Il tampone naso-faringeo effettuato nella giornata di ieri, 15 febbraio, è risultato negativo per la ricerca del nuovo coronavirus e di altri eventuali agenti patogeni", dicono i medici dello Spallanzani. Il giovane ha parlato al telefono con il ministro della Salute, Roberto Speranza: "Vuole ringraziare tutti". In camera ha libri, giornali, il tablet e il cellulare. Oggi è prevista la visita dei genitori. Intanto è già diventato un mito sui social per i coetanei, in modo particolare per le ragazzine.

Diamond Princess

Un periodo di osservazione in quarantena di 14 giorni sarà previsto al rientro in Italia anche per i 35 italiani attualmente a bordo della nave Diamond Princess in Giappone e che verranno riportati in Italia con un volo speciale come annunciato dal ministro Di Maio. La task force del ministero della Salute sta valutando, con le altre istituzioni interessate, la struttura più idonea ad accogliere i 35 connazionali: tra le candidate, la Cecchignola, già utilizzata per gli italiani rientrati da Wuhan, se i tempi tecnici del rientro lo permetteranno. Nel frattempo, sono stati evacuati dalla nave i 400 passeggeri americani. Di questi, 40 sono risultati positivi al Coronavirus: aranno ricoverati negli ospedali giapponesi. I negativi al test, invece, faranno rientro con due aerei negli Stati Uniti, dove saranno messi in isolamento per altri 14 giorni in una base militare.

Un milione di passeggeri controllati

Sono oltre 1 milione e 200mila i passeggeri a cui è stata controllata la temperatura dall'inizio dello screening per il coronavirus negli aeroporti; oltre 54mila i passeggeri e 20mila i membri degli equipaggi controllati dalle navi e oltre 3300 i medici, infermieri e volontari impegnati nei controlli. È il bilancio reso noto dalla task-force su Covid-19 del Ministero della Salute, riunitasi anche questa mattina. Al termine il Il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri ha commentato: "I serrati controlli aeroportuali stanno fornendo importanti dati che ci consentono di procedere con un monitoraggio a 360 gradi".

Una speranza di cura nel sangue dei sopravvissuti

Per il viceministro la siruazione della diffusione del virus in Europa presenta caratteri di "stabilità nel territorio dell'Ue".

In Cina oltre 1700 morti

Sale a 1.765 il bilancio delle vittime del nuovo Coronavirus in Cina dopo il decesso di altre 100 persone nella provincia dell'Hubei, la più colpita dal contagio. Nel suo aggiornamento quotidiano, la commissione sanitaria dell'Hubei segnala 1.933 nuovi casi. L'aumento rispetto dei nuovi contagi rispetto a ieri pone fine a un calo consecutivo di tre giorni di nuovi casi.

Salgono a 5 i morti fuori dalla Cina

Taiwan ha annunciato oggi la prima vittima provocata dal nuovo coronavirus: si tratta, riporta il Global Times, di un uomo di 61 anni che soffriva anche di diabete ed epatiti B. Secondo i dati aggiornati della John Hopkins University il numero complessivo dei morti sale così a 1.670. Le persone decedute fuori dalla Cina sono finora cinque: oltre a Taiwan, in Francia, Hong Kong, Filippine e Giappone. I casi di contagio confermati sono 69.266.