"Chi ha avuto un ciclo vaccinale completo è ragionevolmente protetto anche contro la variante Delta. I dati ci dicono che poche persone vaccinate con due dosi o con il vaccino Johnson & Johnson si ammalano e che che quelle che si ammalano hanno comunque una malattia minore e rarissimamente vanno in ospedale o, peggio, muoiono. La protezione offerta dai vaccini attuali sembra buona contro tutte le varianti: ci proteggono anche più del previsto". Così il professor Guido Forni, accademico nazionale dei Lincei, già ordinario di Immunologia nell’Università di Torino e autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche. Coronavirus: il bollettino dell'8 luglio Covid, dove si può viaggiare: tutte le regole Questo significa che ci si può convivere? "Assolutamente sì. Con la Delta c’è una minore protezione vaccinale rispetto alla variante alfa rispetto al rischio di contagio ma resta molto alta la copertura rispetto al rischio di malattia grave. Allo stato quindi non sono giustificate misure restrittive al di là dell’uso della mascherina in spazi chiusi e di un puntuale tracciamento dei casi. La prudenza resta necessaria. Ma non si profila una nuova emergenza, questo almeno per il periodo estivo. Per l’autunno bisognerebbe avere la palla di cristallo per prevedere gli sviluppi dell’epidemia, perché non sappiamo le varianti che eventualmente arriveranno. Anche per questo, nel frattempo bisogna cogliere l’attimo e vaccinare, vaccinare, vaccinare". Teme l’arrivo di varianti dalle parti del mondo nelle quali i vaccini sono ancora un miraggio? "È una possibilità molto concreta che le varianti emergano dove l’epidemia galoppa e le vaccinazioni sostanzialmente non ci sono: esattamente come è accaduto per la variante indiana. E quindi, detto chiaramente, o riusciamo a garantire anche alle parti più fragili del mondo una copertura vaccinale o avremo sempre il rischio di nuove varianti. L’egoismo rischieremmo di pagarlo caro". Ci sono preoccupazioni per il ...
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