Asilo L'Aquila, la donna indagata: "Marcia tolta inavvertitamente"

La proprietaria della Passat che ha ucciso il piccolo Tommaso al pm: "Errore umano". Il papà Patrizio D'Agostino: "E' stata una fatalità, non coviamo un senso di vendetta". I legali: la famiglia non sta pensando al perdono. Le testimonianze degli altri genitori

L'Aquila, 20 maggio 2022 - Un errore umano, "una marcia tolta inavvertitamente" sarebbe la causa dello sfrenamento della Passat che è piombata sull'asilo Primo Maggio a L'Aquila, uccidendo un bambino e ferendone altri cinque. È quanto emerso dall'interrogatorio di oggi in Procura alla donna conducente del mezzo. Lo confermano fonti difensive. La donna ha ribadito quanto dichiarato ieri di aver tentato di frenare la macchina con le mani, senza riuscirci. Nell'auto parcheggiata era rimasto il figlio 12enne. "Mi ha avvertito mio figlio gridando mamma!", avrebbe detto la donna in lacrime ai giudici. Il ragazzino si è poi buttato dalla macchina in corsa. 

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Due giorni dopo l'incidente all'asilo, il papà del piccolo Tommaso morto a 4 anni ha rotto il silenzio a Repubblica con parole di comprensione verso la donna indagata per omicidio stradale. Domani si terranno i funerali del bimbo, dopo che oggi viene esequita l'autopsia dall'anatomo patologo dell'ospedale dell'Aquila Giuseppe Calvisi. A celebrare le esequie il cardinale Giuseppe Petrucci e il rettore della Basilica di Collemaggio, don Nunzio Spinelli. La celebrazione avrà luogo nella basilica di Collemaggio, simbolo della città dell' Aquila, che può ospitare fino a 2mila persone.

La donna indagata: "Non ricordo se ho tirato il freno a mano"

"È stata una fatalità, una disgrazia, la madre dei gemellini non c'entra nulla, non coviamo un senso di vendetta nei confronti di quella donna", ha detto Patrizio D'Agostino, che abita a pochi metri dall'asilo Primo Maggio, dopo aver raccontato i convulsi momenti dei soccorsi. "Speravo si riprendesse ma avevo la convinzione che fosse già morto", sono state le parole strazianti. Sulle pagine de Il Messaggero D'Agostino ha poi raccontato una coincidenza che ha dell'incredibile: "In casa amiamo tutti Franco Battiato, un legame particolare: siamo cresciuti con le sue canzoni. Tommaso è nato e morto negli stessi giorni: 23 marzo e 18 maggio. È per questo che una associazione che ha appena comprato una ambulanza, la Sam Safety Security, ha deciso di intitolarla a lui, citando La Cura, una delle canzoni più belle di Battiato".

Nel pomeriggio gli avvocati della famiglia del piccolo Tommaso hanno tenuto una conferenza stampa, in cui hanno chiesto chiarimenti sulla dinamica e invocato maggiore riserbo attorno ai genitori della vittima. "Porre loro la domanda sul perdono che senso ha?", chiede Catiuscia Romano che, insieme a Tommaso Colella, cura gli interessi dei D'Agostino. "Certamente è stata una tragica fatalità e tante solo le famiglie coinvolte. I genitori non stanno pensando in questo momento al perdono. Molte notizie non corrispondono a come esattamente è stato. C'è stata una richiesta da parte dei genitori di rispettarli in questo momento. Poi, probabilmente, ci sarà un momento in cui si sentiranno abbastanza forti per parlare, ma questo, ora, non lo sappiamo".

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Le bambine ferite

Sostanzialmente stabili, in un quadro di progressivo miglioramento, le condizioni delle due bambine di circa 4 anni rimaste ferite nell'incidente. Una delle due, riferiscono i sanitari, è stata trasferita dalla Terapia intensiva in un reparto pediatrico dove proseguirà le cure. La seconda bimba che necessita di assistenza intensivistica in ragione di una delicata frattura cranica permane in Tip dove proseguono i trattamenti e resta in prognosi riservata.

Le testimonianze degli altri genitori

"Sembrava un girone dantesco: quando siamo arrivati abbiamo trovato gente in lacrime in strada e il pianto dei bimbi che ci ha fatto fermare il cuore. Intorno a noi le ambulanze e le auto delle forze dell'ordine, le sirene. Siamo subito corsi dentro, facendoci largo tra i soccorritori, una scena spaventosa e surreale". È la testimonianza, in lacrime, di un altro papà di uno dei circa 40 bambini della scuola dell'infanzia. Il racconto del giovane padre è pensiero comune per molti genitori che sono stati chiamati 45 minuti prima per riprendere con urgenza i loro figli: mamme e papà che sono in costante contatto tra di loro nelle chat e con le telefonate, che sono sotto shock e continuano a ripercorrere quei momenti drammatici. "Ci hanno chiamato circa 45 minuti prima della campanella, intorno alle 14.30, per chiederci di venire a riprendere subito i bambini - racconta il papà - Non sapevamo cosa fosse successo ma, quando siamo arrivati sul posto, abbiamo cominciato a preoccuparci seriamente. Correndo abbiamo raggiunto l'ingresso. Ho visto un bambino che veniva caricato su una barella, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, ricordo quelle immagini con lucidità, le ho stampate bene impresse nella memoria. Ma allo stesso tempo è come se avessi avuto un blackout, la testa era come paralizzata dalla paura. Cercavo disperatamente mia figlia, non la vedevo. Sono corso dentro e, fortunatamente, l'ho trovata sana e salva".

"Le maestre - continua - hanno mantenuto una lucidità incredibile, in un momento così drammatico non so come siano riuscite a mantenere la calma. Incredibile anche la macchina dei soccorsi, che ha dovuto lavorare riuscendo ad effettuare le operazioni in spazi ridotti, visto che le strade sono strette". "È un dolore anche solo ripercorrere quei minuti, lacerante pensare che un bambino, che conoscevamo bene e al quale tutti volevamo bene, sia morto così. È assurdo, non ci sono parole. I nostri figli non sono solo compagni di scuola, sono come fratelli e sorelle, vivono praticamente in simbiosi - spiega ancora tra le lacrime". "Proprio ieri sera un gruppo di bimbi ha festeggiato un compleanno, non ci si può pensare. Sono così uniti perché per loro l'asilo è come una seconda casa, ogni mattina si alzano dal letto contenti di rivedersi e questo dramma li segnerà per sempre".