Omicidio di Bologna: l’altra faccia del dominio perduto

Ancora un femminicidio, quello di Alessandra Matteucci, uccisa a martellate dall'ex compagno Giovanni Padovani. Questa volta ancora più violento e atroce di altri, ma in certo senso simile: anche questo preceduto da persecuzioni da stalker, denunciate ma non bloccate

Esterno dello stabile dove a Bologna è stata uccisa Alessandra Matteuzzi (Ansa)

Esterno dello stabile dove a Bologna è stata uccisa Alessandra Matteuzzi (Ansa)

Un’altra donna uccisa. Lo stesso copione. Il conteggio dei femminicidi che si aggiorna al ritmo di una vittima ogni tre giorni ci sputa in faccia l’evidenza, ossia che i femminicidi sono divenati un’emergenza. Ma è la ripetitività della triste trama, la serialità con cui gli uomini uccidono le donne a lasciare ancora più sgomenti. A farci sentire tutti, donne, ma anche uomini, impotenti. Anche nel caso di Bologna c’è uno stalker, ancora una volta si scopre che la vittima aveva denunciato ma il persecutore non è stato bloccato in tempo, per l’ennesima volta siamo in presenza di una donna che decide di interrompere la relazione. E sia chiaro che, ai fini della comprensione del fenomeno, non importa sapere perché questo succeda. Non è più – almeno questo! – il tempo delle attenuanti: come fosse vestita lei, se fosse stata più o meno libertina nei suoi approcci, se fosse alterata oppure no. Si faccia il falò di dettagli simili, perché è ormai chiaro a tutti che esiste un fenomeno femminicidi, e non il contrario. Dunque è l’origine della violenza da parte di alcuni uomini a dover essere passato ai raggi X, non altro.

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Fatta questa doverosa premessa, bisogna sfatare un altro luogo comune, ossia che il problema siano solo le cosiddette falle nel sistema dei controlli. Altrimenti non si spiega come mai nonostante la legge sullo stalking, il codice rosso, gli indubbi progressi legislativi, le vittime continuino a esserci. Non possiamo prendercela solo con chi fa le leggi e con chi tenta di farle rispettare e di prevenire il comportamento di uno stalker o di un femminicida. Non basta. Il problema è culturale, è sì radicato nella diversa storia (maschile e famminile), però solo oggi esplode. Perché è oggi che le donne stanno mettendo in pratica la famosa parità, con un’annessa libertà tuttora intollerata da alcuni uomini. E la violenza, a guardarla bene, sembra purtroppo un’altra faccia del dominio perduto.