Facile dire che questo è il peggior Bologna della gestione Pioli. Dopo la ”manita” (per la dirla alla Mourinho), cioè i cinque gol incassati all’Olimpico contro la Roma, anche i più ottimisti vacillano. Il Bologna è terz’ultimo in classifica con tre soli punti e ha subito 16 gol in 6 partite alla media di 2,6 a gara. Di più: la squadra di Pioli ha 2 punti in meno rispetto ad anno fa, quando esibì una partenza agghiacciante: 7 punti in 10 partite.
Le cifre fotografano in modo impietoso lo stato di salute di una squadra che paga un pesante scotto alla campagna acquisti (la perdita di Taider in primis) e ai molti infortuni che hanno falcidiato la difesa. Contro la Roma il Bologna va sotto in 8 minuti grazie alla solita sciagurata respinta di Curci, che regala la palla dell’1-0 a Florenzi. Poi ci pensano i due centrali , Antonsson e Mantovani (coppia d’emergenza) a spalancare generosamente le porte del gol a uno scatenato Gervinho. Modesto anche il filtro dei due mediani di centrocampo Perez e Pazienza, a conferma che anche Pioli e le sue scelte hanno responsabilità pesanti in questa crisi.
Le sole note liete vengono dai giovanissimi Laxalt e Cristaldo, alla disperata ricerca di un’accelerazione, di una giocata che faccia sentire il Bologna vivo. E invece la squadra è molle, prevedibile, vittima sacrificale di una Roma scatenata e degna del primato in classifica.
In questo clima di depressione strisciante riesce difficile guardare avanti, anche se il calendario scandisce finalmente Verona e Sassuolo, due neopromosse, due rivali dirette del Bologna nella corsa per non retrocedere.
Ma Pioli saprà risvegliare i suoi uomini, saprà scegliere la squadra migliore? Saprà uscire dalla più complicata emergenza della sua gestione? Con nervi saldi e un filo di logica l’impresa non è impossibile, ma servono alcune mosse fondamentali. Per prima cosa va cambiata la coppia dei centrali difensivi: dentro Sorensen accanto ad Antonsson, almeno fincè Natali non rientrerà dalla squalifica e Cherubin dal lungo infortunio. Nel mezzo meglio uno schieramento a tre, più coperto e protettivo: dunque Khrin a destra, Perez nel mezzo e Della Rocca a sinistra. E poi due trequartisi invece di tre (Diamanti e Laxalt, prima scelta su Kone) e un solo attaccante, Cristaldo, da preferire a Bianchi.
Con una formazione del genere e con lo spirito giusto, quello di una squadra aggressiva e affamata, il Bologna può uscire dall’incubo. Ma senza la forza del carattere ogni alchimia tattica sarà inutile.