Le due sconfitte di misura contro Milan e Roma lasciano il Bologna a galleggiare nei suoi dubbi. La squadra di Ballardini viaggia più o meno al ritmo di quella di Pioli ma il problema del gol resta un’equazione quasi impossibile e non c’è più il talismano Diamanti a cui aggrapparsi.
Eppure, nonostante i suoi grandi limiti, il Bologna di oggi non sarebbe retrocesso (ha ancora tre squadre alle spalle) e la squadra forgiata da Ballardini ha dimezzato il numero dei gol incassati. Se contro Milan e Roma Cristaldo e Lazaros non si fossero mangiati due gol quasi fatti, oggi saremmo qui a celebrare un Bologna miracoloso che, senza il faro Diamanti, tiene testa alle grandi.
Nel suo progetto concreto e coerente Ballardini ha abbracciato lo schema 3-5-2 e non lo ha più mollato, limitandosi a sostituire Diamanti con Cristaldo, quando Alino ha preso la via della Cina. La squadra con tre centrali e le fasce ben coperte ha guadagnato certezze e solidità. E la crescita di rendimento di elementi come Christodoulopoulos (giubilato da Pioli) e Krhin ha dato maggiore nerbo al centrocampo, sempre ben sorretto da Perez. Si è visto un entusiasmo nuovo, una vivacità costruttiva che era totalmente mancata nell’ultima fase dell’era Pioli.
Adesso che l’equilibrio tattico appare conquistato, il Bologna deve fare un salto di qualità, dare uno sbocco più continuo e credibile alla sua manovra offensiva e produrre le giocate che possano innescare le punte. Il Bianchi ritrovato di oggi e Cristaldo costituiscono una buona coppia d’attacco, a dispetto dei pochi gol segnati. Partecipano alla manovra, si muovono con felici sintonie, ma hanno bisogno di più palloni giocabili.
Oggi il Bologna si trova per le mani un giocatore che potrebbe cambiare in meglio la fase di costruzione del gioco: il brasiliano Ibson. Nei 37 minuti giocati contro la Roma, si è proposto come lucido tessitore di gioco, con verticalizzazioni da regista autentico. Vale la pena insistere su un uomo dai piedi buoni, uno dei pochi che sa far correre il pallone con un minimo di cognizione.
Il problema del Bologna, però, è mantenere un assetto equilibrato anche con il brasiliano in cabina di regia. La soluzione non è impossibile. Ibson può giocare centrale in una linea che contempli Perez come interno di destra e Krhin o Lazaros come mezzala sinistra. Ma per trovare il gol con un ariete come Bianchi bisogna battere anche le vie del cross. E qui il Bologna deve dare una prova di coraggio, rinunciando a qualche cautela difensiva per far spazio a esterni più graffianti di Garics e Morleo. Non vedrei male la conferma di Kone come esterno destro con il recupero di Laxalt o Crespo a sinistra. L’uruguaiano è stato colpevolmente dimenticato, lo spagnolo è uno tra i pochi crossatori di qualità della squadra. Nelle prossime sei partite, a cominciare dalla trasferta di Verona, il Bologna si gioca salvezza e crediblità. Vale la pena esplorare fino in fondo la rosa della squadra, perché potrebbe riservare qualche gradita sorpresa.
E non mi riferisco ad Acquafresca: troppo simile a Bianchi per gioco e movimenti, troppo pallido in ogni apparizione con la maglia rossoblù. Ballardini è pronto ad accordargli ancora fiducia. Fossimo in lui, insisteremmo su Cristaldo.