Potenza del denaro. I milioni di euro per portare subito Diamanti in Cina non arrivano e il presidente del Bologna che fa? Scrive una bella letterina agli amici del Guangzhou, quelli che hanno vinto scudetto e Coppe con Lippi, e chiude il caso: le nostre condizioni per la cessione di Diamanti non sono soddisfatte, grazie dell’interessamento ma non se ne fa nulla.
Arriva così, in una livida mattinata di gennaio, l’annuncio ufficiale che la fuga di Diamanti in Cina è sventata. Non per scelta consapevole del Bologna società, ma perché la rinuncia al gioiello non avrebbe comportato i benefici economici necessari a riassestare le casse del Bologna.
La mossa di traduce in un vantaggio immediato per Ballardini, che non perde il suo uomo-faro, l’unico giocatore di classe superiore in forza al Bologna, il solo in grado di inventare gioco, assist e gol con una certa continuità. Perdere Diamanti oggi sarebbe stata una follia per una squadra che rischia di retrocedere. E anche con 9 milioni in più in cassa sarebbe stato quasi proibitivo trovare un sostituto degno di Alino. Senza contare che il Bologna di oggi ha altre urgenze tecnico-tattiche, cioè un centravanti alternativo a Bianchi e un regista capace di dare un gioco alla squadra.
Resta il problema che per muoversi sul mercato di gennaio il Bologna ha bisogno di liquidità. E visto che in cassa non ci sono soldi, prima di acquistare deve cedere qualche uomo di qualità. Le soluzioni più credibili restano due: Rolando Bianchi e Kone. E’ su queste pedine che Guaraldi può giocare per cambiare volto al Bologna e dar corpo al progetto tattico di Ballardini.
Non dovesse cedere nessuno, la squadra si troverebbe con le carenze e i limiti di oggi e il rischio della B resterebbe un fantasma incombente.