Contava solo vincere e il Bologna lo ha fatto. L’impresa è quasi epocale, perché la squadra di Pioli non vinceva da sette mesi sul campo del Dall’Ara. E questa attesissima vittoria è anche la prima di un campionato pieno di rabbie, veleni e sfortune.
Il Bologna replica la formazione e l’atteggiamento tattico visto col Sassuolo e questa volta gode finalmente di un favorevole venticello della sorte che lo sospinge a quota 6 in classifica, lasciando al Chievo la maglia nera dell’ultimo posto e avvicinando Genoa, Livorno (8) e Samp (9), tutti avversari abbordabili nel campionato di seconda fascia.
La svolta della sorte arriva in avvio di partita quando Paulinho, lasciato colpevolmente solo in mezzo all’area rossoblù, inzucca di testa poco alto e un minuto dopo, su cross da sinistra di Cech, Crespo si intrufola in caduta fra due difensori del Livorno, firmando di petto lo storico 1-0.
Il Bologna è meno propositivo rispetto alla gara col Sassuolo, ma molto più attento nelle coperture difensive e quando Emerson prova il fulmine dalla distanza su calcio di punizione, anche Curci si mostra all’altezza.
Nella ripresa Pioli puntella la condizione non troppo brillante di Cech e Crespo inserendo Morleo e Garics, mentre Perez rileva Laxalt per alzare la diga nel finale. Ma nonostante due lunghi momenti di grande intensità livornese, il Bologna contiene i rischi e anzi minaccia la porta avversaria con Diamanti, prima di testa e poi con una splendida girata in area e sfortunata conclusione di destro.
Non è un Bologna da lucidarsi gli occhi, ma tiene bene il campo, crea le sue occasioni da gol e finalmente alza un decente filtro davanti alla difesa. Krhin è più ordinato e puntuale del solito, Kone sembra rispettare un briciolo di disciplina tattica ma sbaglia passaggi in grande quantità. Laxalt si accende a tratti eppure è uno dei pochi a produrre cross degni di questo nome.
Sui lati bene Cech e ancor meglio Crespo, che tira fuori orgoglio e personalità, proponenedosi in avanti con una certa costanza fino all’acuto del gol che decide la partita. In avanti bene Diamanti: nella posizione di attaccante aggiunto e nel ruolo di uomo-squadra, capitano e trascinatore, comincia a sentirsi a suo agio.
Meno felice l’esibizione di Cristaldo. La mole fisica modesta gli impedisce giocate alla Gilardino che aiutino la squadra a salire. E così finisce per ripiegare o svariare sulla fasce quando dovrebbe essere al centro dell’area a raccogliere i suggerimenti dei compagni. Forse è più adatto come seconda punta al fianco di Rolando Bianchi, ma il Bologna di oggi non può permettersi due attaccanti più Diamanti. Meglio procedere con cautela, sperando che col vento della sorte girino anche le stelle maligne di questo campionato.