Anche l’ultima della classe batte in carrozza il Bologna di Pioli e riaccende la crisi rossoblù. Basta il rientro del duo Lodi-Bergessio per mettere in soggezione una squadra senz’anima e senza mordente, un Bologna che non vince un contrasto, che tira due volte in porta nell’arco di 90 minuti, che costruisce un calcio pallido e incolore.
E’ il Bologna che ha faticato a battere un Genoa molle e arrendevole nella settimana dell’ammutinamento e del fantasma di Baggio. Quel sofferto successo, con la riconferma di Pioli coram populo, doveva essere il primo gradino della rinascita. E invece oggi la squadra rossoblù ripiomba nel fondo del burrone. Solo una classifica generosa e gli stenti degli altri le eviterebbero oggi la retrocessione. Ma giocando come a Catania, la discesa in B sarebbe sicura.
Nè basta l’assenza di Diamanti a fornire un alibi a Pioli. Il suo Bologna è troppo morbido, incapace di ferire, di lasciare il minimo segno nella storia della partita. Sfilano in prima linea quattro centravanti (Cristaldo e Moscardelli e poi Bianchi e Acquafresca) ma il risultato è sempre lo stesso: zero assoluto. Alla deriva finiscono anche i volonterosi come Perez e Della Rocca (schierato al posto di Krhin), i marcantoni della difesa e i volonterosi esterni Crespo e Morleo, nonché il solito Curci.
Non c’è classe in questo Bologna vedovo di Diamanti, ma soprattutto non c’è anima, coraggio, voglia di lottare su ogni pallone, attributi indispensabili per restare in serie A.
In attesa che Bagni rimetta in sesto la squadra al mercato, non si può perdere altro tempo. Le liste di trasferimento si chiuderanno a fine gennaio e di qui ad allora il Bologna rischia di finire in fondo al tunnel. Ecco perchè sarebbe meglio cambiare anche il pilota, togliere la squadra a un Pioli che oggi sembra sempre più insicuro e distante dai suoi giocatori. Non si può continuare in questo strano limbo fidando sulle doti taumaturgiche del solo Bagni. Serve una svolta in panchina. Il tempo di Pioli sembra davvero scaduto.