Il Sassuolo lascia il campo in mutande ma radioso e felice, il Bologna piange sconsolato sotto la pioggia battente del Mapei Stadium di Reggio Emilia. Nel giorno del compleanno numero 48 Stefano Pioli perde la partita della vita (non gli era mai successo con il Bologna) ma resta avvinghiato alla sua panchina.
Questa la decisione del presidente Guaraldi e del suo staff, ormai sempre più legati a doppio filo a un tecnico sul quale hanno invesito 1 mlione di euro a stagione. Troppo per tentare un cambio in corsa, anche se la situazione è gravissima.
Con la sconfitta di Sassuolo il Bologna piomba all’ultimo posto in classifica, fanalino di coda come nei tempi più bui. Eppure una lettura meno superficiale della partita con il Sassuolo aiuta a capire i motivi della riconferma. Sul campo di Reggio Emilia il Bologna gioca una delle sue migliori partite per capacità costruttiva, applicazione e occasioni da gol. Il Sassuolo veleggia col vento in poppa di un rigore molto genereroso trasformato da Berardi e poi è Floro Flores ad approfittare della solita dormita difensiva di Krhin per infilare dai venti metri il gol del 2-0. Morale: un solo tiro in porta e due gol. Non male come media.
Il Bologna ha il merito di non mollare mai, di rimettersi in corsa con un calcio di rigore trasformato da Diamanti (il fallo in area lo aveva subito Natali) e di costruire una serie quasi ininterrotta di occasioni da gol. La più limpida arriva sui piedi da difensore di Cech che, a porta vuota, si fa ribattere il tiro a colpo sicuro da Antei in disperato recupero.
Il nuovo modulo e il diverso atteggiamento mentale del Bologna mostrano di funzionare, aldilà del risultato finale. Diamanti finalmente brilla, Cristaldo (sempre ispirato e generoso) sfiora più volte il gol, Laxalt alterna buone cose in fase di spinta a errori banali a centrocampo. Ma alla fine il più deludente è ancora Krhin che non ripaga la piena fiducia di Pioli con una prestazione all’altezza. Lo schema 3-5-2 è funzionale a coprire la difesa ma senza un autentico mastino alla Perez la squadra prende ancora troppi rischi.
Va meglio invece la qualità del gioco, che si avvale della spinta propulsiva di Cech e Mantovani sui lati, mentre Sorensen e Natali fanno valere la loro mole fisica e Crespo regge bene la fascia destra. Numerosi gli inserimenti della ripresa, a caccia di un pareggio che non arriva. Alla fine si ritrovano in campo anche Christodoulopoulos, Acquafresca e Rolando Bianchi, ma l’assalto del Bologna è frenato da un autentico ciclone d’acqua che si scarica sul prato dello stadio, rendendo ancor più arduo il compito di chi insegue.
Mestissima festa di compleanno per Pioli, che al momento salva la panchina anche per la generosità e la grinta espresse in campo dai suoi giocatori. Lo aiutano una classifica ancora cortissima (Torino e Parma, dodicesimi, hanno 9 punti) e la consapevolezza che l’onda verde (con Cristaldo su tutti) può ancora sospingere il Bologna fuori dalla secche della crisi. Se sia realtà o una pia illusione lo scopriremo presto.
A cominciare da Bologna-Livorno di domenica prossima.